Questo articolo è il testo del mio podcast settimanale La Rete in tre minuti su @RadioInblu, in onda ogni martedì alle 9:03 e alle 17:03. Questa puntata può essere ascoltata qui.
Domanda a bruciapelo: dove sono le vostre foto di famiglia? Ne avete una copia di scorta, o fate quello che fanno quasi tutti, ossia avete quelle vecchie ammassate in una scatola da qualche parte in casa e quelle recenti nello smartphone? Non per menare gramo, ma avete già pensato cosa fareste se vi si guastasse lo smartphone o lo perdeste? Riuscireste a recuperare tutti i vostri ricordi digitali? Pensateci un momento.
Ormai è diventato normale affidarsi al cloud, ossia all’archiviazione dei propri dati presso un fornitore di servizi, sia per lavoro sia nella sfera privata. Gli smartphone archiviano quasi sempre automaticamente una copia dei dati presso i cloud di Google, se avete un telefonino Android, o di Apple, se avete uno smartphone di questa marca. Ma è importante ricordarsi una regola fondamentale: il cloud è il computer di qualcun altro. E quel qualcun altro non sempre ha a cuore i vostri ricordi più cari quanto li avete voi.
Lo hanno scoperto di recente, con amarezza, gli utenti di MySpace. Per chi non se lo ricorda, MySpace, nato nel 2003, era diventato il social network più popolare nella seconda metà degli anni duemila. Nel 2006 era addirittura più visitato di Google. Aveva centinaia di milioni di utenti e tantissime funzioni all’epoca innovative, come il caricamento di canzoni, e permetteva di elencare ben otto amici speciali nel proprio profilo. Nel 2009 fu travolto, come tanti altri, da Facebook.
Ma MySpace esiste ancora, anche se è quasi dimenticato, e milioni di persone vi hanno depositato i propri dati per anni. Foto, pensieri, ricordi, musica. Sembravano al sicuro, nel cloud. Finché un bel giorno, quei “computer di qualcun altro” hanno avuto un problema. Pochi giorni fa MySpace ha annunciato che a causa di un aggiornamento tecnico non riuscito ha perso irrimediabilmente tutte le foto, i video e i file audio caricati dagli utenti fino al 2015. Dodici anni di dati. Si stima che solo le canzoni perdute siano circa cinquanta milioni.
MySpace ha chiesto scusa per il disagio, come si dice sempre in questi casi, e ha consigliato agli utenti di ricorrere alle copie di scorta personali per recuperare i propri dati. La cosa suona parecchio ironica, visto che a quanto pare MySpace non aveva pensato di approntare una copia di scorta dei dati dei clienti prima di imbarcarsi nell’aggiornamento poi fallito.
La vicenda ha messo in luce uno dei limiti del cloud: certo, è meglio di niente, e ci sono fornitori di servizi cloud estremamente professionali e affidabili, ma alla fine se depositiamo i nostri dati nel computer di qualcun altro quei dati dipendono dalla competenza e dalle decisioni di quel qualcun altro.
Il consiglio degli esperti è quindi di usare il cloud come deposito facilmente accessibile, ma di avere comunque una copia personale, locale, dei propri dati. Spesso è sufficiente un buon disco rigido, scollegato da Internet, al sicuro da aggiornamenti tecnici mal riusciti e da eventuali virus e attacchi informatici. Magari protetto da una password e depositato a casa di un amico fidato. Pensateci.
2019/03/26 20:20. Cracked.com segnala che questa non è la prima purga drastica dei contenuti di Myspace: una perdita analoga di dati era già avvenuta nel 2013.
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