Credit: Andrew Barker. |
Sembra la classica storia di paura a sfondo vacanziero: una famiglia neozelandese va lontano da casa, in Irlanda, e alloggia in un Airbnb. Ma il proprietario dell’Airbnb ha installato una telecamera nascosta e li spia. Come loro, ha probabilmente spiato tanti altri ospiti, catturando la loro intimità.
Questa storia è reale, ma ha una conclusione inattesa: il padre della famiglia, Andrew Barker, è un informatico e ha un notevole spirito d’osservazione. Si è accorto che una delle stanze dell’Airbnb è stranamente dotata di ben due rivelatori di fumo, e si è insospettito. Esaminandoli da vicino ha visto che uno era in realtà una telecamera di sorveglianza non dichiarata.
Il signor Barker ha coperto l’obiettivo della telecamera con un pezzo di carta igienica e poi ha usato un’app sul suo smartphone che si chiama Network Scanner per fare una scansione della rete Wi-Fi fornita dall’Airbnb, scoprendo che a quel Wi-Fi era proprio connessa una telecamera. Ne ha scoperto i dettagli tecnici con una ricerca in Google e così è riuscito ad accedere alle immagini raccolte dalla telecamera e acquisire le prove del fatto che il proprietario dell’Airbnb stava registrando immagini degli ospiti a loro insaputa.
Andrew Barker ha chiamato il proprietario e gli ha chiesto conto di quanto aveva scoperto. Il proprietario ha ammesso la presenza della telecamera solo quando è stato messo di fronte alle prove schiaccianti raccolte dall’informatico, che ha ovviamente cambiato subito alloggio.
Airbnb, contattata per informarla della situazione, che violava le sue regole, ci ha messo più di un mese a togliere dal proprio catalogo l’alloggio dello spione e nel frattempo ha continuato a inviarvi clienti, pur sapendo che c’era una telecamera sospetta, e ha rimborsato la famiglia neozelandese solo dopo che la notizia ha attirato l’attenzione dei media.
Questa vicenda ha risollevato le preoccupazioni di molti turisti; in effetti i controlli e le garanzie sulla sicurezza di queste offerte poco regolamentate sono molto minori rispetto a quelle di un albergo, anche se non sono mancati casi come quello di un motel di Seul, in Corea, presso il quale malintenzionati avevano installato telecamere nascoste per registrare in video le attività di ben 1600 ospiti e rivenderle ai guardoni, o quello di un albergo a Redcar, nel Regno Unito, dove una coppia ha scoperto una telecamera puntata sul letto e il proprietario è stato poi condannato per voyeurismo.
Sono casi rari, ma se temete questo genere di abuso la miglior difesa è scegliere alberghi di buona reputazione. Potete perlustrare la camera alla ricerca di oggetti insoliti collocati in posizioni che consentano di vedere zone particolarmente delicate, come il bagno o il letto. Qualunque telecamera, inoltre, deve avere un obiettivo visibile, anche se piccolissimo, che riflette la luce, per cui si può far buio nella stanza e usare la torcia del telefonino per fare una scansione alla ricerca di riflessi insoliti, anche dietro griglie. Se avete un dubbio, coprite gli oggetti sospetti: basta un pezzetto di carta. Poco informatico, ma molto pratico.
Fonti aggiuntive: Naked Security, SANS, Nealie Barker, Andrew Barker/Sixfortwelve, Naked Security.
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