La Luna e il relitto del Modulo di Servizio di Apollo 13. Dettaglio della foto AS13-59-8548. |
L’11 aprile del 1970, esattamente cinquant’anni fa, partiva per la Luna la missione Apollo 13.
Doveva essere il terzo sbarco lunare di un equipaggio umano, ma lo scoppio di un serbatoio d'ossigeno due giorni dopo la partenza, mentre il veicolo era ancora in rotta verso la Luna, lasciò i tre astronauti (Jim Lovell, John Swigert e Fred Haise) a corto di ossigeno e di energia, costringendoli a un ritorno d’emergenza che tenne il mondo con il fiato sospeso e si concluse felicemente grazie alla preparazione, all'improvvisazione e alla tenacia di migliaia di tecnici e dipendenti della NASA.
Apollo 13 divenne “un disastro di grande successo”: un misto di geniale improvvisazione e di immensa preparazione tecnica permise di trasformare quella che sembrava una tragedia inevitabile in un salvataggio spettacolare, immortalato fra l’altro con notevole fedeltà nel bel film Apollo 13 di Ron Howard.
Avendo perso gran parte dell’ossigeno e dell’energia di bordo, e non sapendo in che condizioni fosse il motore principale del veicolo, fu deciso di usare la “scialuppa”, ossia il Modulo Lunare ancora collegato al veicolo principale, come unica fonte di energia e di propulsione.
A corto di aria e nel gelo della strettissima cabina, i tre astronauti dovettero proseguire nella propria traiettoria fino a girare intorno alla Luna per poi ricadere verso la Terra, usando i computer di bordo, il proprio sangue freddo e la propria enorme preparazione per gestire le crisi man mano che si presentavano (come adattare i filtri per l’anidride carbonica usando solo nastro adesivo, copertine di manuali e altri oggetti di bordo), sperando che i computer e gli impianti elettrici, spenti e intrisi di condensa, non andassero in corto circuito nel momento della riaccensione e orientando a mano il veicolo spaziale invece di dipendere dai computer per il rientro, sapendo che la tolleranza fra la vita e la morte era di due soli gradi.
Ricordo di aver seguito con apprensione, da bambino, quell’odissea. Non avrei mai immaginato che un giorno mi sarei trovato ripetutamente faccia a faccia con due dei tre protagonisti, Jim Lovell (anche qui) e Fred Haise, e che ci saremmo incontrati per esempio da Starbucks, vicino alla NASA a Houston, per bere un caffé con Haise e farci spiegare da lui “come uno Shuttle sganciava un Boeing 747, non il contrario” (lui, dopo Apollo 13, fece il pilota collaudatore dello Space Shuttle). Incontri incredibili, resi possibili dalla passione e dalla determinazione di persone come Luigi Pizzimenti e tutta la squadra di Space Lectures.
Se volete seguire in tempo reale questa missione, c’è la dettagliatissima ricostruzione multimediale di Apollo 13 in Real Time, con tutte le foto, tutti i filmati, tutte le comunicazioni con gli astronauti e le conversazioni fra i tecnici a terra. Per l’anniversario, la NASA ha pubblicato un video, Apollo 13: Home Safe.
In italiano, Gianluca Atti, mio figlio Liam ed io abbiamo preparato Apollo 13 Timeline, con una serie di articoli che raccontano tutte le fasi della missione, gli articoli dei giornali italiani dell’epoca e link a ulteriori fonti di approfondimento.
Io farò un livetweet per ricordare le tappe salienti della missione. Si comincia oggi alle 14:58 italiane, con i preparativi per il lancio: il decollo è previsto per stasera alle 20:13.
Avvertenza: Qualunque commento che teorizzi che non siamo andati sulla Luna verrà cestinato. Per chi volesse levarsi i dubbi e conoscere un’avventura straordinaria, invece di abboccare alle cretinate dei complottisti, può scaricarsi gratis il mio libro Luna? Sì, ci siamo andati!
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