Si cominciano ad accumulare indicazioni credibili di un piano per sabotare il voto presidenziale negli Stati Uniti. Se volete esercitarvi a distinguere fra complotti reali e complottismi, questo è un ottimo esempio.
Per chiarezza: un complotto è un’azione coordinata, reale e documentata, di più attori per ottenere uno scopo; un complottismo è la tesi, priva di prove concrete, che esista un complotto. I complotti esistono; i complottismi sono un parto delle immaginazioni, degli odi e delle paranoie.
I fatti di base sono questi:
Il servizio postale nazionale degli Stati Uniti (USPS) ha avvisato che milioni di voti inviati per posta potrebbero non arrivare in tempo per essere contati il 3 novembre, giorno delle elezioni presidenziali. È previsto che a causa della pandemia gli elettori postali saranno un numero record. I sondaggi indicano che saranno soprattutto gli elettori del partito democratico a votare per posta (BBC).
Per chi non avesse familiarità con il sistema di voto statunitense, va ricordato che i seggi sono spesso molto lontani e quindi inaccessibili per chi non ha mezzi di trasporto propri e si vota in un giorno lavorativo, per cui chi lavora deve prendersi un giorno di ferie (ammesso che possa farlo) per poter esercitare il proprio diritto.
Secondo NBC e Vice, l’USPS sta rimuovendo o disattivando ben 671 grandi macchine di smistamento postale da 35.000 plichi/ora, che vengono usate anche per lo smistamento dei voti durante le elezioni. Secondo un portavoce dell’USPS, David Partenhemier, si tratta di “normali adeguamenti delle attività”. Tuttavia Vice ha pubblicato documenti dell’USPS che parlano esplicitamente di una “riduzione” di almeno il 5% delle macchine di smistamento in tutto il paese, pianificata da tempo.
Circolano sui social numerose foto che sembrano documentare la rimozione massiccia delle celebri cassette della posta blu, ma potrebbero anche essere normali sostituzioni. Un paio di esempi:
Photo taken in Wisconsin. This is happening right before our eyes. They are sabotaging USPS to sabotage vote by mail. This is massive voter suppression and part of their plan to steal the election. pic.twitter.com/QXLWGIHTrz— Thomas Kennedy (@tomaskenn) August 15, 2020
They are rounding up and removing mail boxes. Trump is dismantling the post office piece by piece to steal the election pic.twitter.com/1DrrTU2evu— Duty To Warn 🔉 (@duty2warn) August 14, 2020
L’USPS ha dichiarato di aver sospeso queste rimozioni e che si trattava di una misura di riduzione dei costi. In alcuni casi, le cassette verrebbero sostituiti da “modelli più nuovi e più sicuri” (Newsweek). Dopo la pubblicazione iniziale di questo articolo, è emerso che la prima delle foto mostrate qui sopra non dimostra alcuna rimozione di massa, ma mostra semplicemente le cassette della posta malconce che vengono periodicamente sottoposte a riverniciatura e ricondizionamento presso l’apposita fabbrica, la Hartford Finishing, Inc., come spiegato da questa mini-indagine.
Il presidente Trump sembra aver detto esplicitamente che sta bloccando i fondi aggiuntivi di emergenza per l’USPS perché è contrario al voto per corrispondenza: a suo dire porterebbe a frodi elettorali (pur usandolo lui stesso insieme a tutti i membri delle forze militari statunitensi e nonostante non ci sia alcuna prova di queste presunte frodi). Questa sembra essere l’interpretazione prevalente delle sue parole. Ma il modo di parlare di Trump è notoriamente confuso e ambiguo.
Le sue esatte parole, in un’intervista telefonica al Fox Business Network:
“They want three and a half trill—, uh, billion dollars for the mail-in votes, okay, universal mail-in ballots. Three and a half trill—. They want 25 billion dollars — billion — for the post office. Now they need that money in order to have the post office work so it can take all of these millions and millions of ballots. Now in the meantime they aren’t getting there — by the way, those are just two items, but if they don’t get those two items, that means you can't have universal mail-in voting.”
In traduzione:
“Vogliono 3,5 tril— uh, miliardi di dollari per i voti postali, okay, schede di voto postale universale. 3,5 tril—. Vogliono 25 miliardi di dollari — miliardi — per il servizio postale. Ora hanno bisogno di quei soldi per far funzionare il servizio postale in modo che possa prendere tutti questi milioni e milioni di schede di voto. Ora nel frattempo non ci stanno arrivando — fra l’altro, queste sono solo due voci, ma se non ottengono quelle due voci, vuol dire che non si può avere il voto postale universale.”
Trump this morning why he won’t fund US Postal Service. “Now they need that money in order to make the post office work so it can take all of these millions and millions of ballots ... But if they don’t get those two items that means you can’t have universal mail-in voting.” pic.twitter.com/73NBmSnoNC— The Recount (@therecount) August 13, 2020
Trump ha successivamente dichiarato che le sue parole descrivevano un risultato dell’attuale stallo dei negoziati con i democratici, non una minaccia (Newsweek).
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La tesi, insomma, è che attraverso questo definanziamento del servizio postale e altre misure i repubblicani vogliano impedire agli elettori democratici di esprimere per posta il proprio voto (per il candidato Joe Biden) e quindi facilitare la rielezione di Trump. Complotto, o complottismo?
Come sempre, Il Post riassume bene la situazione aggiungendo molti altri dettagli. Propongo questa vicenda solo come esercizio di analisi, per cui evitate commenti politici pro o contro Trump, grazie.
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