Rispondo brevemente ai tanti che mi stanno segnalando un articolo dell’Huffington Post in italiano (copia permanente) che nel titolo definisce l’app Immuni un “disastro annunciato”.
La giustificazione per questo titolo catastrofista sarebbe un difetto che l’articolo stesso ammette essere puramente teorico e il cui sfruttamento richiederebbe un impegno enorme e impraticabile.
L’articolo dice infatti che sarebbe sfruttabile “più che da un singolo individuo, da uno Stato “canaglia” o da una grossa organizzazione internazionale, considerata la complessità necessaria per mettere in atto l’operazione dal punto di vista tecnico”.
A parte la complessità tecnica della sfruttabilità della falla, trovo decisamente assurdo il tono dell’articolo, visto che su quegli stessi telefoni sui quali Immuni sarebbe un “disastro annunciato” la gente installa app ipertraccianti come se non ci fosse un domani.
In queste condizioni, preoccuparsi per un bug di Immuni è come stare in un letamaio e preoccuparsi che magari ti puzza l'alito.
L’unico “disastro annunciato” è che per colpa di questo panico artificiale si rischia che
la gente non installi app utili come Immuni e che quindi ci saranno più contagi.
Tutto questo per qualche clic in più.
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