2021/11/23

Antivaccinisti, avete rotto i coglioni. Ecco, l’ho detto

Ultimo aggiornamento: 2021/11/24 13:40. Tratto da questo mio thread su Twitter, ripulito e ampliato.

A chi ancora pensa che l’antivaccinismo sia semplicemente una rivendicazione di un diritto personale o di una diversità di opinioni consiglio la lettura dell’ondata di odio che mi è arrivata per questo tweet.

Ovviamente silenzio tutti questi hater inesorabilmente, e presumo che sappiano benissimo che questa è la fine che fanno i loro insulti. Ma lo fanno lo stesso. Per cui no, mi spiace: l’antivaccinismo rabbioso non è una semplice differenza di opinioni. È odio. È violenza. E come tale va trattato.

Discutere, ragionare, portare i dati, spiegare concetti è inutile con questa gente che capisce solo l’odio. Quindi scusatemi se non perdo tempo ad argomentare con chi tanto ha già deciso in partenza che non ascolterà.

Scusatemi, inoltre, se non spiego per filo e per segno perché non debunko il video X o la frase Y. E scusatemi se non debunko puntualmente ogni singola frase Y, video X e grafico Z.

Ammiro la pazienza infinita dei colleghi debunker che in questi quasi due anni hanno diligentemente cercato di spiegare i miti, le bugie e le manipolazioni alla base dell’antivaccinismo.

Ma sinceramente, a questo punto, dopo tutto questo tempo, dopo oltre cinque milioni di morti nel mondo (centrotrentamila morti in Italia), chi non ha ancora capito non capirà mai. 

Perché il suo antivaccinismo non è basato su argomenti, dati, numeri, ricerche. Parte dall’odio, dal fottersene degli altri, dall’egoismo smisurato, dall’arroganza ignorante, e solo dopo sceglie i dati, i video, le frasi e gli “esperti” che gli confermano la sua visione del mondo.

L’antivaccinista hater non è uno che si è informato male. Non è una persona confusa che ha paura. È uno che odia in partenza e che nell’antivaccinismo ha trovato l’appiglio per vomitare il suo odio. Prima c’è l’odio, poi arriva l’antivaccinismo.

Se questa mia descrizione dell’antivaccinismo vi pare drastica o estrema, ripeto: guardate i commenti che arrivano a qualunque tweet o post sui vaccini. 

Quindi che si fa? Si rinuncia a fare debunking? Si smette di spiegare pazientemente cose che ormai sono o dovrebbero essere straovvie? Ossia che il Covid è un pericolo reale che fa collassare le terapie intensive (di nuovo) e l’intero sistema sanitario a danno di tutti, che il vaccino non è perfetto ma funziona bene, e che disquisire sull’ennesimo dettaglio è una perdita di tempo e bisogna semplicemente vaccinarsi, mettere bene la mascherina, tenere le distanze e non affollarsi in luoghi poco ventilati, punto e basta?

Opinione personale: , si smette. Io, perlomeno, smetto. I colleghi più pazienti di me che continueranno avranno tutta la mia ammirazione e tutto il mio rispetto. Ma per quel che mi riguarda, il tempo delle spiegazioni pazienti è finito.

È ormai chiaro che c’è una fetta di popolazione, in ogni paese, che è completamente refrattaria a qualunque spiegazione e ragionamento. Per colpa di questa fetta, ci stiamo andando di mezzo tutti. Da quasi due anni.

Si è cercato di puntare sul buon senso, sulla solidarietà, sullo spiegare con parole semplici, sulla fiducia nell’intelligenza del prossimo, ma alla fine siamo ancora qui, alla quarta e presto quinta ondata, con i malati gravi e i morti che aumentano. 

E alla fine qualcuno si è arreso all’evidenza e ha deciso che siccome dialogare non serve a nulla e per colpa degli idioti ci stiamo andando di mezzo tutti, resta una sola via, da affrontare con sconsolata rassegnazione dopo aver esaurito tutte le altre. L’obbligo.

L’Austria è la prima in Europa ad aver esaurito la pazienza. Altri stati non europei l’hanno già fatto da mesi.

Perché se ti dicono che se metti le dita nella presa di corrente rischi la scossa e tu insisti a dire che prendere la scossa è un tuo diritto e tanto un po’ di corrente non ha mai ucciso nessuno e la lobby degli elettricisti ce l’ha con te, allora mi spiace: sei scemo.

E con gli scemi non si perde tempo in spiegazioni. Ci provi una volta, perché è giusto provarci, dare una possibilità, ma quando vedi che non ti ascoltano ma anzi ti attaccano e ti insultano, allora lasci perdere. 

Se lo scemo che rivendica il diritto di mettere le dita nella presa di corrente contro la "dittatura elettrica" si folgora e toglie la corrente al palazzo, allora gli altri inquilini che devono fare? Sopportare? Mettersi a discutere con chi dice che 220 volt sono troppi e forse 110 o 50 sarebbero meglio, anzi facciamo 12 volt e non se ne parla più? Dibattere se togliere tutte le prese elettriche in ossequio al "principio di precauzione"? O semplicemente levare la corrente a lui?

Quante cretinate, quanti cavillamenti su numeri, percentuali, "di / con / per" dobbiamo sopportare, quanti altri malati cronici e morti, quante altre ondate, quanti altri mesi di chiusure e mascherine dobbiamo pagare per colpa degli scemi irrecuperabili?

In conclusione, scusatemi la schiettezza: mi sono rotto i coglioni di sopportare le idiozie degli antivaccinisti. E anche quelle di quei colleghi giornalisti che, puttane del clic, soffiano sul fuoco pur di vendere qualche copia in più e compiacere l’omuncolo politico di turno che cavalca qualunque scemenza pur di accaparrarsi qualche voto in più.

E mi rassegno all’idea che l’appello al buon senso e alla solidarietà è fallito miseramente. Sarebbe ora di ammettere questo fallimento e agire di conseguenza. Civilmente, educatamente, ma agire.

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Piccolo avviso finale: se mi insultate, verrete silenziati. Se esigete da me il debunking di questa o quella affermazione sui vaccini, verrete silenziati. Se mi coinvolgete in battibecchi con gli antivaccinisti, verrete silenziati. Nessun preavviso, nessun meme con delfino, nessun appello. Non ho più né tempo né pazienza per queste cose.

Perché avete il sacrosanto diritto alla vostra opinione, ma io ho il sacrosanto diritto di non doverla ascoltare. E di non rispondere ai rompicoglioni attaccabrighe.

E per il vostro bene, vaccinatevi.

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