Ultimo aggiornamento: 2022/01/08 11:20.
Se avete avuto la fortuna di vedere Dune in IMAX invece che nel formato panoramico mostrato nei cinema normali, vi invidio. Non avevo idea di quanto le immagini fossero troncate sopra e sotto nella versione panoramica rispetto a quella IMAX.
Non è solo una questione di formato più o meno squadrato: IMAX è un formato (anzi, una serie di formati e di tecnologie) che in passato, nell‘era della pellicola, ha offerto una nitidezza e una stabilità d’immagine ineguagliabili con le pellicole normali, i cui fotogrammi erano fisicamente molto più piccoli (e quindi meno nitidi e oltretutto “stirati” per ottenere un effetto panoramico), e il cui meccanismo di trascinamento causava sfarfallii ed errori di allineamento da un fotogramma all’altro.
Ricordo ancora il brivido e i lacrimoni di commozione al mio primo impatto con l’IMAX, tanti anni fa: il logo spettacolarmente nitido della NASA, sospeso nel nero perfetto dello schermo, che cede il posto allo Shuttle librato in orbita, con la Terra maestosa sullo sfondo che lentamente gli scorre dietro. L’immagine era talmente definita, stabile e priva di qualsiasi granulosità che lo schermo semplicemente era sparito e davanti a noi c’era semplicemente un’immensa finestra panoramica, talmente ampia che per vederla tutta dovevi ruotare la testa a destra, a sinistra, in alto e in basso.
Una rara visita alla sala di proiezione mi fece conoscere i trucchi geniali usati per ottenere quel risultato magico: pellicola di formato larghissimo, proiettata orizzontalmente e trascinata con un sistema ultrastabile, e tanto altro. Poi sono arrivati i proiettori digitali laser ad altissima risoluzione, ma quella tecnologia analogica di precisione aveva un fascino speciale.
Oggi molti dei risultati qualitativi dell’IMAX originale sono ottenuti anche dai proiettori digitali dei normali cinema, soprattutto in termini di stabilità dell’immagine (nelle proiezioni su pellicola tradizionali ogni fotogramma non viene proiettato esattamente a registro con quello precedente, a causa dei limiti tecnici del sistema di trascinamento usato dal proiettore; il cervello compensa, ma si accorge che qualcosa non va). Ma per molti anni l’IMAX è stato il riferimento qualitativo incontrastato e irraggiungibile. E tuttora una sala IMAX ben fatta, con le sue gradinate molto ripide, i suoi schermi immensi (18 metri per 24) e oltretutto piazzati in modo che lo spettatore non guardi in su, come in un cinema normale, ma si trovi davanti una parete luminosa che si estende fortemente verso l’alto e verso il basso fino a coprire quasi tutto il campo visivo, offre un’esperienza immersiva straordinaria.
Le limitazioni tecniche della versione originale dell’IMAX su pellicola (soprattutto nelle cineprese usate per le riprese) obbligarono a un’immagine molto squadrata, ma in tempi recenti hanno fatto riscoprire la maestosità e l’imponenza delle inquadrature realizzate e proiettate su schermo gigante in questo formato, che era passato in secondo piano con l’avvento di quelli panoramici proposti dal cinema convenzionale non solo per dare spettacolarità ma anche perché consentono di avere più spettatori in sala rispetto agli IMAX.
Questo video di confronto mostra molto chiaramente quanto si perde e come cambia la composizione dell’inquadratura quando si gira un film in formato 1.43:1 e poi lo si deve per forza di cose tagliare sopra e sotto per adattarlo al 16:9 (o simile) dei cinema normali.
È difficile dire quale formato sia “migliore”, perché non è soltanto una questione di rapporto fra altezza e larghezza: è anche una questione di dimensione dello schermo (un IMAX non va pensato come un 16:9 tagliato, ma come un 16:9 allargato sopra e sotto). Anche se il formato IMAX è simile a quello dei vecchi televisori catodici, l’esperienza visiva è totalmente differente perché l’immagine è spaventosamente nitida e lo schermo occupa gran parte del campo visivo in tutte le direzioni, ma è sufficientemente lontano da evitare le distorsioni e le variazioni di messa a fuoco che si avrebbero guardando da vicini uno schermo di un televisore HD (o 4/8K) in modo da fargli riempire il campo visivo quanto uno schermo IMAX.
Il modo migliore per approssimare uno schermo IMAX è probabilmente la realtà virtuale con un visore ad altissima risoluzione: le lenti ingannano il cervello, facendogli credere che lo schermo virtuale sia fisicamente lontano e quindi enorme, e il display copre il campo visivo in maniera paragonabile a quella di un IMAX (e nel caso dei video in VR 3D, anche superiore, ma non ancora con altrettanta nitidezza).
Le sale IMAX sono pochissime rispetto ai cinema normali, e le vere sale IMAX (quelle con pellicola in formato 15/70 o con proiettori IMAX With Laser) sono ancora più rare (in tempi recenti, infatti, il marchio IMAX è stato annacquato usandolo anche per impianti di proiezione molto più modesti, come il 2K del Digital IMAX). IMAX stessa propone di vedere Dune soltanto in queste poche sale. Tutto questo vuol dire che un film girato in IMAX verrà visto nel suo formato originale da pochi spettatori, ed è un peccato, specialmente quando il direttore della fotografia, e spesso anche il regista (Christopher Nolan è un esempio tipico), compone le inquadrature proprio per questo formato. Per cui se sapete che un film è girato in IMAX, cercate di andarlo a vedere in una vera sala IMAX. Ne vale assolutamente la pena.
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