Questo articolo è disponibile anche in versione podcast audio. Ultimo aggiornamento: 2022/10/14 14:10.
Milleseicento franchi o euro per un visore per realtà virtuale sono una cifra che può indurre vertigini maggiori di quelle che provano molti utenti quando entrano nei mondi virtuali ipercinetici offerti da questa tecnologia. Questo è il prezzo di vendita del Meta Quest Pro, presentato questa settimana da Mark Zuckerberg di Meta, che è deciso a trasformare il suo impero planetario nei social network in un metaverso basato sulla realtà virtuale. Meta Quest Pro costa quattro volte di più dei visori precedenti della stessa azienda, però promette prestazioni decisamente superiori.
Lasciando da parte i dettagli strettamente tecnici, la novità più importante è il fatto che a differenza dei normali visori per realtà virtuale, che bloccano completamente la visuale, il Quest Pro permette di vedere il mondo esterno grazie a delle ampie aperture laterali anche quando lo si indossa. È infatti predisposto per la cosiddetta mixed reality o realtà mista o ibrida, che combina elementi del mondo reale con elementi generati dal visore. Anzi, se volete la realtà virtuale vera, quella in cui tutto quello che vedete è generato dal visore, con il Quest Pro vi servono dei paraocchi appositi aggiuntivi (50 CHF).
Come i modelli precedenti, Quest Pro non ha bisogno di un computer o di marcatori piazzati nella stanza: è completamente autonomo e riconosce il perimetro dell’ambiente grazie alle telecamerine esterne, che gli consentono anche di rilevare gli oggetti presenti nel mondo reale, come pareti o scrivanie o tastiere, e integrarli nell’esperienza virtuale.
A differenza dei visori che l’hanno preceduto, però, ha anche delle telecamere che guardano l’utente, per due ragioni principali: una è catturare e trasmettere le espressioni facciali, in modo da applicarle agli avatar, ossia ai simulacri che gli utenti usano per rappresentarsi negli ambienti di realtà virtuale; l’altra è tracciare lo sguardo dell’utente, in modo da generare la massima qualità d’immagine solo nella porzione di schermo effettivamente guardata istante per istante (foveated rendering: “This feature is used to make your avatar's eye contact and facial expressions look more natural during your virtual interactions with other users and to improve the image quality within the area where you are looking in VR”, dice Meta), senza sprecare potenza di calcolo per disegnare in dettaglio elementi che stanno nella zona periferica del campo visivo e che quindi non verrebbero comunque osservati approfonditamente.
Le prime recensioni sono molto incoraggianti e notano una netta riduzione dell’effetto zanzariera tipico di molti visori, in cui si vede la griglia dei puntini che compongono l’immagine, riducendo nitidezza e realismo. Ma la fascia di prezzo è adatta ai gamer più incalliti o spendaccioni oppure a un uso professionale. E infatti Microsoft ha annunciato che nel 2023 offrirà una versione di Windows 11, Teams e Office apposita per la realtà virtuale, che consentirà di creare un ambiente collaborativo immersivo con scrivanie virtuali (a prova di gatto salterino, si spera) e schermi virtuali condivisi.
Al posto di annoiarci facendo interminabili riunioni e call stando fermi per ore davanti allo schermo di un computer, insomma, potremo finalmente annoiarci in 3D e con un casco in testa che sa in che direzione stiamo guardando.
Fonti aggiuntive: BBC, Engadget, Android Central.
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