La deformazione professionale è una brutta cosa. Se sei un informatico patologico, vai a fare la spesa al supermercato e invece di pensare alle cose da comperare ti cade l’occhio sullo scanner manuale che usi per scansionare i prodotti e metterli direttamente nei sacchetti già in ordine per il pagamento rapido in cassa; pensi a come quello scanner comunica via Wi-Fi con il sistema informatico del supermercato, a come gestisce il database dei prodotti tenendo conto degli sconti e delle offerte “tre per due”; e soprattutto noti una cosa strana: lo scanner ha una minuscola fotocamera appena al di sopra dello schermo.
È quello che mi è successo andando a fare la spesa con lo scanner manuale in un supermercato della catena Coop, qui in Svizzera. E ovviamente mi sono chiesto subito perché uno scanner del genere avesse una fotocamera rivolta quasi sempre verso il soffitto o il volto dell’utente.
Se siete in un supermercato mentre ascoltate questo podcast, o la prossima volta che ci andate, provate a guardare se gli scanner manuali, quelli che sembrano un po’ pistole laser da film di fantascienza, hanno una fotocamera: è una finestrella circolare, quasi invisibile sul nero della cornice intorno allo schermo, e al centro c’è una piccolissima lente.
Non vi preoccupate: se state pensando che la fotocamera vi osservi mentre fate la spesa, magari per giudicare il vostro gradimento dei prodotti, i vostri comportamenti di acquisto o peggio ancora per controllare che siete onesti e davvero scansionate tutti i prodotti che mettete nei sacchetti, siete fuori strada. La realtà è diversa e decisamente inaspettata.
Ho chiesto informazioni direttamente all’ufficio stampa di Coop, visto che la dettagliata pagina Web informativa sulla protezione dei dati di questo gruppo non menziona questi scanner manuali, e la sua risposta è stata molto chiara e ampia: “La fotocamera di cui sono dotati gli scanner portatili di Coop non viene utilizzata e non ne è previsto l'uso per il futuro.”
Quindi questi scanner hanno davvero una fotocamera; la mia impressione era corretta. E con tutta probabilità questa fotocamera fa parte delle dotazioni standard di questo modello di scanner e quindi è presente anche negli esemplari forniti alle aziende che non la usano. Ma quelle che invece la usano, cosa ne fanno?
Per trovare la risposta bisogna identificare la specifica marca e il modello dello scanner. Nel mio caso la marca si chiama Zebra Technologies Corporation, con sede a Holtsville, negli Stati Uniti, come indicato sulla targhetta identificativa del dispositivo, e il modello è indicato dal cosiddetto part number, abbreviato in P/N sulla stessa targhetta, ed è PS20.
Grazie a @mfp, che segue Il Disinformatico su Mastodon, sono emerse le specifiche tecniche di questo scanner e anche il suo manuale in italiano.
Queste specifiche indicano che si tratta di una telecamera da 5 megapixel, tutt’altro che modesta come prestazioni, e rivelano finalmente a cosa serve nei paesi nei quali viene utilizzata: fa riconoscimento di immagini, allo scopo di offrire al supermercato un servizio di identificazione delle persone oppure di cosiddetto locationing VLC. In altre parole, se attivata può identificare il cliente e anche localizzarlo all’interno del punto di vendita.
“Con la fotocamera anteriore, il dispositivo supporta le applicazioni di posizionamento/localizzazione indoor VLC (Visible Light Communications). Inoltre, la fotocamera viene utilizzata per il riconoscimento di immagini e volti” (manuale italiano, pagina 5)
“Enable image recognition through a wide variety of image-based 3rd party applications. Cost-effectively implement the latest locationing technology, VLC, which leverages your existing LED lighting infrastructure to track customers and workers.” (specifiche tecniche in inglese)
L’identificazione delle persone è abbastanza intuitiva da capire: se il
software di riconoscimento delle immagini si accorge che è inquadrato un
volto, può acquisirne una foto o un video. Ma il locationing
VLC richiede un po’ di spiegazione. È una tecnica ingegnosa sviluppata
dalla Philips e
usata in alcuni supermercati francesi e tedeschi: ciascuna delle lampade a LED che illuminano il punto di vendita sfarfalla
in modo unico, a velocità troppo elevata per essere percepita dall’occhio
umano, trasmettendo così un codice che viene ricevuto dalla fotocamera dello scanner. In base a
quali codici riceve, lo scanner sa esattamente dove si trova in ogni momento,
con una precisione di circa
30 centimetri, senza dover installare trasmettitori radio appositi.
Ci sono anche delle app per smartphone, come per esempio LightKey, Kiwink o LiPHY, che possono ricevere e trasmettere segnali attraverso questi lampeggiamenti luminosi impercettibili.
L’ufficio stampa di Coop mi ha precisato anche che il suo scanner non utilizza queste funzioni, e io per ulteriore verifica ho provato a fare la spesa coprendo la fotocamera. Non ci sono stati errori, allarmi o malfunzionamenti.
Fonti aggiuntive: Mapsted.com; Optica.org; Favendo.com.
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