Repubblica titola oggi che "Gli umani hanno estratto talmente tanta acqua dal sottosuolo che l'asse della Terra si è spostato", secondo “una ricerca degli scienziati dell’università di Seul”. Peccato che il titolo non dica a quanto ammonta questo spostamento.
Ve lo dico subito, così vi risparmio la fatica e l’ansia: settantotto centimetri. Nel corso di 17 anni. Quando lo spostamento annuo dell’asse di rotazione terrestre è di diversi metri. Il testo dell’articolo, nel disperato tentativo di dare spessore alla notizia, parla di “quasi un metro”.
Copia permanente: https://archive.is/7o6ne.
Insomma, la notizia, detta così, è quella che in gergo tecnico si chiama minchiata sesquipedale. O, se preferite, catastrofismo acchiappaclic. Dipende se pensate che titolare in questo modo sia semplicemente inettitudine redazionale o una scelta intenzionale.
Peccato, perché lo studio in sé sarebbe anche abbastanza interessante. Ma Repubblica non ne cita gli autori, non ne linka la fonte, non dà insomma al lettore nessuno strumento per approfondire la notizia. Perlomeno non lo fa nella parte pubblicamente consultabile dell’articolo a firma di Enrico Franceschini, perché questo pezzo è, si badi bene, “contenuto per gli abbonati premium”, per la gente che paga, non per i plebei straccioni che leggono aggratis e si sorbiscono pubblicità e tracciamento commerciale.
L’unica informazione fornita nella parte pubblica dell’articolo di Repubblica è che lo studio è “una ricerca di scienziati dell’università di Seul citata dal sito americano di informazione Axios.” Mettere un link proprio no, vero?
E va bene: andiamo in Google, scriviamo “axios seoul university earth axis”, e troviamo l’articolo:
https://www.axios.com/2023/06/17/groundwater-removal-tilted-earth-315-inches
Axios, a differenza di Repubblica, linka eccome. Cita il nome di un geofisico, Ki-Weon Seo, e linka il comunicato stampa. Visto? Non è mica così difficile. Axios dimostra che linkare le fonti non è peccato mortale e non fa crescere i peli sulle mani.
https://news.agu.org/press-release/weve-pumped-so-much-groundwater-that-weve-nudged-the-earths-spin
Il comunicato stampa a sua volta linka l’articolo scientifico, pubblicato su Geophysical Research Letters il 15 giugno 2023 e pubblicamente accessibile:
https://agupubs.onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1029/2023GL103509
Il titolo è “Drift of Earth's Pole Confirms Groundwater Depletion as a Significant Contributor to Global Sea Level Rise 1993–2010” e gli autori sono Ki-Weon Seo, Dongryeol Ryu, Jooyoung Eom, Taewhan Jeon, Jae-Seung Kim, Kookhyoun Youm, Jianli Chen e Clark R. Wilson. Il link DOI è questo:
https://doi.org/10.1029/2023GL103509
Leggendo la pubblicazione scientifica originale invece del riassuntino di Enrico Franceschini emerge che lo spostamento è appunto di settantotto centimetri e si riferisce all’effetto cumulativo avvenuto nel corso di quasi vent’anni, dal 1993 al 2010, e ascrivibile all’estrazione umana dell’acqua dal sottosuolo. Il comunicato stampa sottolinea che il polo di rotazione normalmente varia di diversi metri nel corso di un anno (“The rotational pole normally changes by several meters within about a year”). E quindi non c’è pericolo che l’estrazione dell’acqua possa far spostare le stagioni (“changes due to groundwater pumping don’t run the risk of shifting seasons”).
Il fatto che gli scienziati siano capaci di misurare variazioni così incredibilmente piccole (meno di un cinquantamilionesimo della circonferenza terrestre) dovrebbe essere già degno di notizia e ammirazione, e il fatto che noi umani estraiamo dal sottosuolo così tanta acqua da avere un effetto piccolissimo ma misurabile sulla rotazione dell’intero pianeta dovrebbe far riflettere. Ma se non si fanno titoli strillati e sensazionali, addio lettori.
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