Il 28 dicembre scorso il Sole 24 Ore ha pubblicato un articolo intitolato “Lo smartphone ci ascolta? Cominciano ad arrivare le prime evidenze”, a firma di Marco Trabucchi. Il titolo è fuorviante e l’articolo rischia di creare un allarmismo inutile e ingiustificato.
In sintesi, il titolo suggerisce che tutti i telefonini siano impostati automaticamente per ascoltarci. Non è così, neppure secondo la fonte citata proprio dal Sole, che purtroppo non ha linkato la propria fonte. Però l’ho trovata io per voi, e la storia che racconta è parecchio diversa da quella suggerita dal titolo: si tratta di un ascolto reso possibile solo se si installa una specifica app che lo includa e solo se si accetta l’attivazione del microfono, che viene esplicitamente chiesta all’utente dal sistema operativo (Android o iOS). Non è una funzione incorporata o generalizzata presente in tutti i telefonini.
Quindi no, lo smartphone non ci ascolta: semmai è la singola app che può tentare di chiederci il permesso di ascoltarci. Se glielo neghiamo, le salvaguardie presenti nei sistemi operativi non le consentono di accedere al microfono. Che è esattamente quello che era già successo nel 2019 con l’app calcistica spagnola.
Niente di nuovo sotto il sole*, insomma, ma la vicenda è un promemoria utile del fatto che non bisogna installare app a casaccio e soprattutto non bisogna concedere alle app di avere accesso a fotocamera e microfono senza un fondato motivo, perché le aziende di marketing ci provano in continuazione: per loro, noi non siamo persone, siamo consumatori. Siamo polli da spennare. A loro non interessa se la loro app registra le vostre conversazioni intime con il vostro medico o le prime esperienze amorose di vostra figlia: ci proveranno, e continueranno a provarci, per cui è doveroso fare resistenza.
* Gioco di parole non intenzionale, ma lo lascio lo stesso.
Usate le app conosciute, fate attenzione a richieste strane di permessi di accesso e sarete a posto: ci penseranno gli esperti a leggersi le condizioni d’uso delle app più famose e rivelare eventuali clausole che prevedano l’ascolto automatico e indiscriminato delle conversazioni.
E se proprio non vi fidate nemmeno degli esperti indipendenti e siete convinti che comunque il vostro telefonino vi spii, allora che ci fate ancora con uno smartphone addosso?
Se volete tutti i dettagli, ho pubblicato una versione estesa di questo articolo su Patreon, ad accesso gratuito. Sto facendo un po’ di prove; ditemi cosa ne pensate nei commenti qui sotto.
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