Scusate la veste "spiccia e sporca" di questa newsletter, ma sono di
corsa. Mi trovo a Pescara, come preannunciato, e domattina alle 9,
presso il palazzo della Provincia, faro' due chiacchiere pubbliche (in
buona compagnia di altri ottimi relatori) sul software libero. Se
capitate da queste parti...
Sono insomma in tournée, quindi con mezzi
meno potenti del solito, e oltretutto il portatile che di solito uso in
viaggio ha avuto un "crash"... nel senso che mi è rovinosamente caduto
di mano e si è rotto. Lezione di vita informatica numero 47: mai
andare in giro con un portatile in mano e un cavo penzoloni, per quanto
si stia attenti, il cavo si incaglierà da qualche parte e strattonerà
via il portatile di mano. Prometto una foto del disastro appena rientro
alla base, ossia domenica.
Sto quindi lavorando con mezzi di fortuna (laptop sostitutivo) e quindi
non ho tutte le mie amate comodità. Per cui vado subito al sodo.
L'appello che sta circolando, a proposito dell'intenzione dei gestori
di telefonia mobile di far pagare gli "squillini" (ossia le chiamate
fatte senza rispondere e facendo soltanto squillare il cellulare del
destinatario per fargli sapere che lo pensiamo, che vogliamo farci
chiamare eccetera), è _falso_.
E' un pesce d'aprile, e pure un po' stantio, visto che ormai il primo
di aprile è passato da un po'. Gli operatori hanno smentito la storia,
che del resto era facilmente rilevabile come bufala da altri indizi: il
riferimento a Repubblica, che indicava solo genericamente il sito di
Repubblica ma non la pagina esatta del falso articolo (ovvio, non
poteva farlo, visto che l'articolo non esiste), e soprattutto
l'esiguità della somma, pari a una frazione infinitesima di euro, che
anche facendo centinaia di squillini non assommava mai a cifre
significative.
Insomma una burla, e ben congegnata, grazie alla scelta di un argomento
"caldo" (ci sentiamo tutti un po' colpevoli perché ci sembra che con
gli squillini scrocchiamo) e di uno stile molto giornalistico, da
"notizia ANSA".
Complimenti a tutti i lettori che mi hanno segnalato e analizzato in
dettaglio la bufala, e un pernacchione a tutti i sedicenti giornalisti
di varie testate che l'hanno riportata senza nemmeno prendersi la briga
di chiamare Tim, Vodafone o Wind per verificare.
Per oggi è tutto: ri-scusate la fretta e la brevità.
Questo articolo è una ripubblicazione della newsletter Internet per tutti che gestivo via mail all’epoca. L’orario di questa ripubblicazione non corrisponde necessariamente a quello di invio della newsletter originale. Molti link saranno probabilmente obsoleti.
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