Sono in molti a reclamare l'abolizione delle tasse sulla copia privata, ossia quelle gabelle che si pagano su ogni CD vergine, su ogni cassetta audio/video vergine, sui lettori digitali e in pratica su qualsiasi cosa possa essere usata per registrare musica e filmati. Di solito, però, coloro che reclamano sono utenti comuni, quelli che la RIAA e le case discocinematografiche si ostinano a definire pirati e ad incolpare dei propri cali di vendite.
Stupisce, quindi, che al coro dei reclami si aggiunga, secondo The Register, la BSA (Business Software Alliance), celebre per alcune sue campagne antipirateria software piuttosto controverse e fallimentari.
Secondo la BSA, le tasse sulla copia privata sono obsolete e inique per il consumatore in un mondo nel quale esiste il software anticopia o di gestione dei diritti digitali (DRM). La BSA dice che le tasse sulla copia privata fanno pagare ai consumatori ripetutamente il diritto di usare la musica acquistata.
La Business Software Alliance cita l'associazione per il commercio tedesca Bitkom, una cui stima indica che il consumatore medio scuce fino a 150 euro in tasse sulla copia privata (incluse nel prezzo d'acquisto dell'hardware) quando attrezza un ufficio di tipo medio con un PC, uno scanner, una stampante e un masterizzatore. Lo stesso consumatore paga poi di nuovo queste tasse quando acquista musica protetta da sistemi anticopia.
Il fatto che la BSA si unisca al coro non deve però far fare salti di gioia. L'abolizione delle tasse sulla copia privata sarebbe molto equa nei confronti di chi compera supporti soltanto per registrarci i propri dati personali (CD e DVD per i backup o i propri filmati, ma anche memorie per fotocamere), ma potrebbe essere presa come giustificazione per imporre i sistemi anticopia. I discografici e i distributori di film su DVD potrebbero argomentare, a quel punto, che introdurre sistemi anticopia è l'unico modo per tutelarsi, avendo perso la compensazione per la copia privata.
In realtà le parole della BSA mettono in luce una verità più profonda: è iniquo avere sia tasse sulla copia privata, sia sistemi anticopia. I due non devono coesistere, dice la BSA. Quindi o aboliamo le tasse, o aboliamo i sistemi anticopia. Che senso ha avere sistemi anticopia, se il consumatore ha già risarcito il presunto danno derivante dalla copia?
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