Lucchetti digitali hardware nei laptop Apple. Di nuovo
No, non siamo tornati nel 2006. Apple, però, crede di sì, a quanto pare: perché così come allora aveva infilato nei suoi computer i controversi chip TPM/Palladium con le loro funzioni anticopia, suscitando insurrezioni e boicottaggi, oggi riprova a menomare i diritti dei suoi utenti introducendo sistemi anticopia direttamente a livello hardware nei suoi nuovi portatili. Bella mossa, complimenti.
I MacBook, MacBook Pro e MacBook Air appena usciti, infatti, offrono un unico connettore per monitor esterno, il DisplayPort, che integra un sistema di restrizioni chiamato DisplayPort Content Protection (DPCP), parente stretto dell'HDMI usato nei prodotti audiovisivi in alta definizione.
Queste restrizioni sono concepite per impedire la pirateria audiovisiva realizzata intercettando il flusso di dati decodificati in uscita sul connettore per monitor esterno. Il segnale in uscita è cifrato e soltanto i monitor compatibili sono in grado di decifrarlo. Se il monitor non ha integrato questo sistema anticopia, i video protetti da lucchetti anticopia non verranno riprodotti, anche se l'utente ne ha tutti i diritti legali.
Lo scenario che sta facendo infuriare maggiormente gli utenti è questo. Un utente si compra un bel Mac portatile e, siccome è onesto, non scarica film e telefilm pirata. Va a comperarli nei siti legali: per esempio, proprio da Apple. Collega al laptop un bel monitor o, meglio ancora, un videoproiettore, e invece di godersi il film in HD, come sarebbe suo diritto avendo aperto il borsellino, si trova davanti una schermata come questa, citata da Ars Technica, che ha pubblicato un bell'articolo in proposito.
Immaginate di dover fare una presentazione in pubblico e di voler mostrare uno spezzone di un Blu-Ray o di un video legalmente acquistato "protetto" dall'anticopia. E' un vostro diritto: si chiama diritto di citazione. Tutto funziona quando fate le prove sul monitor interno del laptop, ma quando vi trovate davanti al pubblico e collegate il vostro fiammante Mac al proiettore, il video non va. E non c'è verso di farlo andare.
Un monitor VGA o DVI, infatti, non è in grado di rispondere correttamente alle interrogazioni del connettore DisplayPort. Se il contenuto da riprodurre è protetto anticopia, DisplayPort rifiuterà di riprodurlo sul monitor esterno. Ci vuole un monitor o proiettore compatibile (HDMI). Niente HDMI? Niente film e niente presentazione. Ed è difficile pensare che tutte le sale di conferenza si riattrezzino per fare un piacere ai signori di Hollywood. E' altrettanto difficile pensare che il manager medio che si è appena comprato un Macbook Air e va in giro a fare presentazioni o corsi abbia il dovere di preoccuparsi di questi arcani tecnologici.
Come sottolinea giustamente BoingBoing.net, se comperate un computer Apple, "preparatevi a buttar via il vostro monitor, e a farlo più volte". Sì, perché "l'elenco dei monitor 'conformi' cambierà nel tempo: il monitor che comperate oggi può essere 'revocato' domani e cessare di funzionare". Oltre al danno economico, c'è la violazione del diritto: "Qui non si tratta di far valere la legge sul diritto d'autore: si tratta di concedere a una manciata di case cinematografiche diritto di veto sulla progettazione dell'hardware." E' come far progettare i ponti ai salumieri.
Qualcuno ricorderà che Steve Jobs, il boss di Apple, aveva scritto che il DRM era male e che Apple spingeva per toglierlo: "questa è chiaramente la migliore alternativa per i consumatori". Belle parole, ma i fatti raccontano una storia parecchio differente.
Quale sarà il risultato dell'introduzione di questi lucchetti hardware? Probabilmente nessuno, all'inizio. Poi cominceranno a diffondersi gli aneddoti e le segnalazioni di disastri e imbarazzi causati da questa scelta di Apple, e l'immagine di Apple come paladina in contrapposizione alla "cattiva" Microsoft ne uscirà sporca. E alla fine gli utenti impareranno a non comperare film lucchettati e si rivolgeranno alle versioni pirata, che non hanno queste limitazioni.
In termini di lotta alla pirateria, insomma, questo sarà un autogol fenomenale: dato che il film pirata sarà più versatile e fruibile di quello legale, spingerà gli utenti a piratare di più anziché di meno. Perché la versione legale non funzionerà sui monitor non benedetti da Padre Steve, mentre quella pirata andrà allegramente.
Fonti: The Register, Slashdot, AppleInsider, Punto Informatico.
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