Emissioni di metano stagionali su Marte: biologiche o geologiche?
C'è una certa ridimensionante ironia nel fatto che uno di modi migliori per sapere se c'è vita su un pianeta è rilevare le emissioni gassose dei suoi abitanti.
Quest'immagine, tratta dallo splendido Astronomy Picture of the Day, è una mappa recente del rilascio di metano su Marte, acquisita mediante spettroscopi installati su telescopi sulla Terra: il rosso indica la massima concentrazione.
Il metano ha una particolarità importante: viene distrutto dall'atmosfera marziana nel giro di pochi anni, per cui se c'è oggi, vuol dire che qualcosa lo sta producendo o lo ha prodotto in tempi recenti. Quel "qualcosa" potrebbe – ripeto potrebbe – essere una forma di vita microbica sotterranea, ma potrebbe anche essere un fenomeno geologico. L'unico modo per saperlo è andare sul posto con strumenti che annusino il metano e riescano a distinguere fra metano di origine biologica e metano di origine geologica (si può, si può).
A questo servono i programmi spaziali: a non fare la figura di quelli che avevano dei vicini di casa molto interessanti, ma hanno chiuso loro la porta in faccia.
Le emissioni variano con le stagioni e a metà estate sono confrontabili con quelle di un famoso affioramento di idrocarburi sulla Terra che si trova a Coal Oil Point, presso Santa Barbara, in California, dice la NASA: Coal Oil Point produce 40 tonnellate di metano al giorno. Se volete approfondire l'argomento, ho un po' di fonti (in inglese): Bad Astronomy, Universe Today, Planetary Society.
Nessun commento:
Posta un commento
Se vuoi commentare tramite Disqus (consigliato), vai alla versione per schermi grandi. I commenti immessi qui potrebbero non comparire su Disqus.