Anche i Mac finiscono zombificati
Gli esperti della società di sicurezza informatica Symantec hanno annunciato di aver scoperto quella che sembra essere la prima botnet di Mac, ossia una rete di computer Apple infetti e comandati da un unico padrone come se fossero zombi, in questo caso per lanciare attacchi contro siti specifici interrompendone o intasandone i servizi (denial of service).
La scoperta chiarisce ulteriormente il concetto che l'invulnerabilità di Mac OS X è un mito: la realtà è che qualunque sistema operativo è robusto quanto lo è l'anello più debole della sicurezza informatica, che è l'utente. Infatti le due varianti di software ostile per Mac che stanno creando la botnet circolano in Rete veicolate da copie pirata della suite di programmi iWork 09 e Adobe Photoshop CS4. Entrambe catturano la password dell'utente e prendono il controllo del Mac infetto usando tecniche di vario genere: per infettarsi è comunque sufficiente installare i programmi piratati, che funzionano regolarmente senza rivelare che sono cavalli di Troia.
Non si tratta quindi di virus, ma di trojan, e nessun sistema operativo è a prova di utente incosciente. Secondo i ricercatori Mario Ballano Barcena e Alfredo Pesoli del Virus Bulletin di Symantec e le ricerche complementari di Intego, i Mac infettati in questo modo sono alcune decine di migliaia e vengono già usati attivamente per scopi criminali, come segnala questo blog, che mostra uno script PHP che gira come root e attacca un sito (la cui identità non viene mostrata).
Un altro mito che cade è quello che il numero di utenti Mac sia troppo basso per renderli un bersaglio appetibile per i vandali e criminali informatici. A fine 2008, Apple deteneva il 7,2% del mercato dei personal computer negli USA: una quota di mercato evidentemente sufficiente a ingolosire i malfattori, tentati forse anche dalla diffusa tendenza degli utenti Mac a comportarsi in modo imprudente perché si ritengono immuni.
Rimuovere l'infezione è abbastanza facile, secondo Symantec, usando queste istruzioni.
Fonti: ZDNet, CBC.ca, Slashdot, The Register.
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