La stazione Spaziale Internazionale passa davanti alla Luna, 20 dicembre 2010.
Foto di Thierry Legault. L'originale ad alta risoluzione è qui. Info su Bad Astronomy e Astrosurf.
Un blog di Paolo Attivissimo, giornalista informatico e cacciatore di bufale
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Rituali liste di fine anno
Riepilogo del 2010: misteri, flop, boom e truffe
L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.
Siamo alla fine dell'anno, e come ogni anno c'è l'immancabile rito delle classifiche di fine anno. Ne raccolgo qui alcune delle più interessanti dal punto di vista informatico e... disinformatico.
Query ha una gustosa lista dei presunti misteri, delle truffe e delle bufale nei media nel 2010: gli alberi su Marte, l'alieno catturato in una tagliola in Messico, l'indiano che vive d'aria, la quasi-replica della Sindone, i dubbi sulla morte di Michael Jackson, le mozzarelle blu, il Power Balance, il 2012, Paul il polpo, il limone mutante di Terzigno, lo sbarco alieno annunciato a Poirino e i batteri “alieni” all'arsenico della NASA.
Anche il Sole 24 Ore ha una compilation delle bufale giornalistiche dell'anno: l'annuncio della morte di Lino Banfi a gennaio, l'eruzione di un secondo vulcano in Islanda ad aprile, il ricercatore universitario infettato da un virus informatico (maggio), la cattura del mullah Omar (luglio), la fuga del governatore della banca centrale cinese (agosto), il latte scaduto rivendibile (ottobre), la morte di Lucio Dalla secondo Wikipedia (dicembre), la foto fasulla dell'infiltrato fra gli studenti negli scontri a Roma (dicembre), lo squalo ucciso a testate da un turista (dicembre) e la morte dell'attore Owen Wilson (annunciata ieri e poi smentita).
La top ten delle tendenze tecnologiche secondo CNN: l'iPad e i tablet in generale, il sorpasso di Facebook nei confronti di Google, il boom di Foursquare e del mobile check-in, l'avvento del videogioco senza joystick o quasi (Kinect e Move), la Web TV di Apple e Google, la saga dell'iPhone 4 (trafugato e poi oggetto dell'Antennagate), il sorpasso di Android rispetto all'iPhone e la diffusione degli smartphone, l'avvento delle app, la privacy in Rete (soprattutto su Facebook) e la net neutrality.
Sempre CNN propone i dieci più grandi fallimenti tecnologici dell'anno: l'Antennagate dell'iPhone 4, la TV in 3D, lo smartphone social-musicale Kin di Microsoft (nato e morto in due mesi), la decisione di vendere solo online il Nexus One di Google, la privacy colabrodo di Facebook, Google Buzz (io aggiungerei anche Wave), Gawker violato con fuga di 1,3 milioni di password, le content farm che inquinano la Rete, il rilancio di Digg, Ping di iTunes.
Dai fallimenti ai disastri informatici, secondo Pingdom: il blackout di Wikipedia di marzo, durato varie ore e dovuto al surriscaldamento del datacenter europeo e all'inefficacia del sistema che doveva passare automaticamente al datacenter statunitense; il collasso di Wordpress.com, che a febbraio si trascinò appresso dieci milioni di blog per due ore; i ripetuti collassi di Gmail a febbraio (due ore e mezza, in tutto il mondo), a marzo (fino a 36 ore) e di nuovo a settembre (due ore); il “dirottamento” cinese – intenzionale o meno – del 15% di tutto il traffico Internet mondiale per una ventina di minuti, ad aprile; i ripetuti blackout di Twitter durante i mondiali di calcio a giugno; il sovraccarico di Facebook che a settembre obbligò a disattivare completamente il sito per due ore e mezza (con replica ridotta a dicembre) a causa di un aggiornamento maldestro; le undici ore di oscuramento di Foursquare a ottobre, seguite da altre sei il giorno successivo; le quattro ore e mezza di blocco di Paypal a ottobre; le 24 ore di blackout di Tumblr ai primi di dicembre, con 11 milioni di blog forzati offline; Youtube bucato a luglio e Twitter “hackerato” a settembre; il KO di Skype di dicembre; e naturalmente l'incidente informatico dell'anno, ossia la fuga e graduale pubblicazione di 250.000 documenti diplomatici riservati statunitensi ad opera di Wikileaks, con il suo strascico di attacchi denial of service contro Mastercard, Paypal, Visa, Amazon e altri siti che avevano interrotto il loro supporto a Wikileaks.
Sul fronte della sicurezza informatica vale la pena di ricordare che il 2010 ha visto la raccolta di dati personali via Wifi da parte delle auto di Google, la divulgazione dell'attacco informatico a Google da parte di aggressori informatici cinesi, il primo uso ragionevolmente documentato di un virus informatico come arma antinucleare (Stuxnet), le ripetute vulnerabilità dei prodotti Adobe Acrobat, Reader e Flash, le truffe tramite iTunes, quelle ispirate ai mondiali di calcio, la falla della AT&T che ha permesso di divulgare gli indirizzi di mail di oltre 100.000 utenti di iPad, le fotocamere e i caricabatteria portatori di virus, il likejacking su Facebook, il tabnabbing, il cracking a distanza delle automobili, qualche trojan anche per il Mac, 50 milioni di utenti infettati da Bredolab e 12 milioni colpiti da Mariposa, i PDF infettanti, gli scanner aeroportuali che denudano ma lasciano passare armi ed esplosivi.
Altro genere di disastro: quello grafico o fotografico. La carrellata di immagini taroccate pubblicate dai media nel 2010 di Photoshop Disasters è davvero notevole, soprattutto per il ripetuto insulto all'intelligenza dello spettatore: il presidente Mubarak spostato maldestramente per metterlo davanti agli altri leader in visita alla Casa Bianca; Whitney Houston che mangia e beve a crepapelle addirittura con tre mani; il “lorem ipsum” provvisorio che finisce nel cartellone pubblicitario definitivo (e non è il solo); le modelle assurdamente disarticolate di Victoria's Secret e Shiseido; la concorrente gigante di X-Factor inglese; e il chitarrista polacco con sei dita.
Google ha un elenco dei video più visti su Youtube e due dati impressionanti: 700 miliardi di video visti complessivamente nell'anno e 13 milioni di ore di video caricate dagli utenti. Se si considera la classifica che esclude gli artisti musicali delle case discografiche principali, al primo posto, con oltre 58 milioni di visualizzazioni, c'è la Bed Intruder Song: un surreale spezzone di telegiornale americano rimontato e rielaborato per farlo diventare un video musicale grazie ai miracoli dell'Autotune (l'originale è qui); ora è in classifica su iTunes per beneficenza. Notevoli anche il video di This Too Shall Pass degli OK Go e la parodia di Kesha. Passando ai video musicali delle major, Justin Bieber stravince con oltre 423 milioni di visualizzazioni della sua Baby, seguito da Shakira con Waka Waka e da due brani di Eminem (Love the Way You Lie e Not Afraid). Bieber occupa ben quattro posizioni su dieci; una spetta a Rihanna con Rude Boy e due vanno a Lady Gaga con Alejandro e Telephone.
Non può mancare al riepilogo anche lo Zeitgeist di Google (in italiano qui), ben riassunto in questo video: e c'è anche uno Zeitgeist per i video di Youtube.
Sempre in tema audiovisivo, Torrentfreak.com ha pubblicato un elenco che non mancherà di far discutere sul tema della pirateria musicale e cinematografica, perché documenta un fenomeno molto interessante: i film che hanno avuto i maggiori incassi hanno ottenuto questo risultato nonostante siano stati i più piratati. Al primo posto c'è Avatar (quasi 3 miliardi di dollari d'incassi in tutto il mondo nonostante 16 milioni di scaricamenti), seguito da Kick-Ass (96 milioni di dollari e 11 milioni di download) e Inception (825 milioni di dollari con quasi 10 milioni di scaricamenti).
E con questo, per i prossimi dodici mesi, chiudo questo elenco degli elenchi che ci permette di guardarci indietro ancora un istante prima di lanciarci verso le novità del 2011. Buon anno!
2010/12/30
Le cose che non colsi - 2010/12/30
Vermi cerebrali, acque magiche, oroscopi 2010 e altre in breve
Costumi da bagno di Guerre Stellari. Per quest'estate, o per la prossima festa in costume, lasciate libero il geek (o la geekette) che c'è in voi con questi costumi da bagno ispirati a R2-D2 e C3PO di Star Wars. Ottantacinque dollari sono un po' tanti, ma volete mettere la soddisfazione di esibire tutta la propria nerditudine in questo modo? Altre foto sono su Black Milk Clothing. Anche il costume dell'Apollo 11 non è male.
Acque magiche. Avete già sentito parlare dell'acqua ionizzata o Kangen, che secondo i suoi venditori avrebbe poteri curativi straordinari? Mi sa che è il prossimo Power Balance. Ho scritto in proposito un articolo su Le Scienze di gennaio 2011.
Vermi nel cervello. Grazie a tutti coloro che mi hanno segnalato le foto del cervello umano infestato dai vermi a causa del sushi e mi hanno fatto passare l'appetito. Ma non per il sushi, che in realtà non c'entra nulla. I dettagli sono su Wired.it.
Astrologia fallimentare. Come ogni anno, il CICAP ha tenuto da parte le previsioni degli astrologi per il 2010 ed è andato a verificarle. Ancora una volta si dimostra, prove alla mano, che l'astrologia è inefficace e che pagare i suoi rappresentanti per andare in TV o scrivere sui giornali è uno spreco di denaro. Repubblica ha dedicato una pagina al test del CICAP.
Facebook e cartoni. Verso metà novembre su Facebook s'è scatenata fra gli utenti la moda di cambiare la propria immagine nel profilo, mettendo al suo posto quella di un personaggio dei cartoni animati. Snopes segnala che c'è chi crede che in questo modo sarà più facile per i pedofili trovare i ragazzini online ma dice che si tratta di una bufala e traccia le origini di questa mania. Ne scrive anche il Daily Mail, segnalando che l'NSPCC, ente benefico di tutela dei minori, non c'entra nulla.
Wikileaks preannuncia guerra UFO-USA nell'Antartide: almeno così scrivono Express-news.it e Whatdoesitmean.com. Staremo a vedere.
Wikileaks, banda di mercenari. L'accusa è di John Young, del sito Cryptome. Intanto le comunicazioni diplomatiche rivelate da Wikileaks mostrano che gli spettacoli TV americani, diffusi via satellite in Arabia Saudita, sono più efficaci della propaganda governativa USA nel convincere i giovani sauditi a non diventare militanti radicali. Bella scoperta.
Wikileaks: terrorista sarà lei. Assange parla di “maccartismo digitale” e capovolge elegantemente contro gli USA l'accusa di terrorismo rivoltagli dal vicepresidente Biden. Se il terrorismo è l'uso della violenza o della minaccia di violenza a fini politici, e se c'è fra i politici americani chi chiede rapimenti e assassini (anche illegali, se necessario) per zittire Wikileaks, chi è il terrorista? Touché. Un'altra intervista ad Assange è su Al Jazeera.
Wikileaks, cospirazione o no? Wired USA viene rimproverata di non divulgare informazioni (log di chat) sul caso di Bradley Manning che potrebbero essere decisive per scagionare o incriminare Assange dall'accusa di essere un cospiratore anziché un giornalista: tutto dipende dal suo ruolo, perché se ha aiutato attivamente Manning a trafugare i documenti riservati, è un cospiratore; se non lo ha fatto, è un giornalista (Alternet; BoingBoing). Intanto il Wall Street Journal mette le mani sulla contabilità di Wikileaks (BoingBoing; WSJ; CBS).
2012, tutti in Francia. Bugarach, nei Pirenei, è a quanto pare indicato dai fantadementi del 2012 come il luogo dove andare per salvarsi dalla catastrofe. Se ci vanno davvero in gran numero, l'orda rischia di causare disastri. Ne parlano TGCom e il Telegraph.
Sindrome da pala eolica. Su richiesta del Resto del Carlino, ho fatto una breve indagine sulla crescente paura delle pale eoliche per separare i miti dalle realtà.
Minatori cileni nel grande complotto. La numerologia viene messa alla berlina acutamente da un articolo di Giornalettismo che mostra quanto è facile manipolare i numeri per ottenere quelle che sembrano essere coincidenze straordinarie che coinvolgono Rettiliani, l'11 settembre, la massoneria, il Mossad, la CIA e persino Gesù.
2010/12/28
Test di (humour) inglese
My Blackberry is not working!
L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.
Confesso: ho una passione morbosa per i giochi di parole e venero chi li sa fare. Ecco due esempi in inglese, uno dei quali (il video) sta spopolando in questi giorni ed è a carattere informatico. Sapreste fare qualcosa di analogo in italiano o è l'inglese che è particolarmente adatto ai giochi di parole?
Se siete sopravvissuti, cimentatevi con questo (da leggere in inglese con accento svedese o comunque germanico):
At the restaurant:
— F U N E X?
— S, V F X.
— F U N E M?
— S, V F M.
Se non è chiaro, godetevi lo sketch completo (grazie Rodri e Stupidocane).
Fonte: BBC.
2010/12/27
Paolo Nespoli is COOL
Notte limpida? Questa è una notte limpida
Ieri sera stavo tornando a casa con la mia famiglia e contemplavamo il cielo finalmente limpido sul Nord Italia e sul Canton Ticino. Faceva molto freddo, ma giunti al Maniero Digitale ci siamo fermati un momento in giardino a tracciare le costellazioni. Le stelle erano così brillanti e nette che sembravano “buchi dai quali filtra la luce dell'infinito”, per usare una descrizione che – confesso – non è mia ma tenevo in serbo per occasioni come questa come si tiene un buon vino per degustarlo con gli amici.
E stamattina vedo questa foto. Ieri notte, mentre la nostra automobilina percorreva l'autostrada, c'era a quattrocento chilometri sopra di noi qualcuno che ci scattava una fotografia.
Paolo Nespoli ci sta regalando delle foto incredibilmente emozionanti dalla Stazione Spaziale Internazionale. Non solo perché sono belle, ma perché sappiamo che là fuori, anzi lassù, c'è una persona come noi che le scatta e vede la scena con i propri occhi.
L'originale a maggiore risoluzione è qui su Flickr. Grazie, Paolo, continua così!
2010/12/25
Arsenico e vecchi batteri; chicche di Natale; torna Valentin
La storia della "scoperta" da parte della NASA di batteri terrestri in grado di usare l'arsenico al posto del fosforo (NASA, Astrobiology Magazine, Spaceflight Now) comincia a suonare sempre più bufalina. Faccio il punto della situazione su Wired [2014/12/13: rimosso, ora ripubblicato qui]. Ne parla anche Query.
Per la Rete Tre della RSI ho segnalato app natalizie e decorazioni di stagione in tema eco-geek, parlato del Google Doodle di Natale, suggerito i codici QR come gioco sotto l'albero, e dato un po' di dritte su come tracciare Babbo Natale (quest'anno con tanto di piano di volo).
Moltissimi lettori mi hanno segnalato la nuova campagna dello spammer Valentin Mikhaylin, che adesso si fa chiamare Elena, usa indirizzi come elenag@karmail.ru o elenaber@karmail.ru e continua a chiedere soldi dicendo che muore di freddo in Russia (come ogni anno dal 1999). Ecco una delle tante varianti correnti del suo appello truffaldino; la sua storia criminale tragicomica è riassunta in questo dossier.
È sottinteso che non bisogna rispondere a questi appelli. Si tratta di una truffa: Valentin non ha affatto bisogno dei vostri soldi o della vostra compassione. Suggerisco di cestinare e di avvisare i vostri amici e colleghi.
Per la Rete Tre della RSI ho segnalato app natalizie e decorazioni di stagione in tema eco-geek, parlato del Google Doodle di Natale, suggerito i codici QR come gioco sotto l'albero, e dato un po' di dritte su come tracciare Babbo Natale (quest'anno con tanto di piano di volo).
Moltissimi lettori mi hanno segnalato la nuova campagna dello spammer Valentin Mikhaylin, che adesso si fa chiamare Elena, usa indirizzi come elenag@karmail.ru o elenaber@karmail.ru e continua a chiedere soldi dicendo che muore di freddo in Russia (come ogni anno dal 1999). Ecco una delle tante varianti correnti del suo appello truffaldino; la sua storia criminale tragicomica è riassunta in questo dossier.
Ciao,
Il mio nome e` Elena, ho 34 anni e sto scrivendo dalla provincia russa. Lavoro in biblioteca e dopo che il mio lavoro che ho conceduto utilizzare il calcolatore quando e` possibile. Ho trovato alcuni indirizzi sul Internet ed ho deciso di scrivere questa lettera.
Ho una figlia di 9 anni, il suo padre li ha abbandonati e vivo con la mia madre.
Recentemente la mia madre ha perso il lavoro dovuto la crisi profonda nella nostra regione ed ora la nostra situazione si e` trasformata in molto in dfficult.
Il gas e l'elettricita` e` molto costosi e non possiamo permetterci di riscaldarle la nostra casa piu` con.
L'inverno sta venendo ed il freddo del tempo gia` molto nella nostra regione e noi hanno molta neve. Non li conosciamo che cosa fare e siamo molto impauriti.
L'unico senso possibile riscaldare la nostra casa e` di usare la stufa portatile che riscaldano con legno. Conserviamo il legno-risparmio nel nostro sheed in e questo legno riscaldera` la nostra casa tutto l'inverno a nessun costo a noi.
Purtroppo non possiamo comprare questa stufa nel nostro mercato locale, perche' il valore di questa stufa e` di 8.149 rubli ed e` molto costoso per noi (equival. dell'euro 196).
Spero che possiate aiutarli. Se avete qualunque vecchia stufa portatile e se usate non la userete piu`, saremo molto riconoscenti se potete donarli noi ed organizzare il trasporto della stufa a noi (viviamo 200 chilometri da Mosca).
Questi forni sono differenti, sono solitamente ghisa e pesano circa 100 chilogrammi.
Da tutto il mio cuore gli auguro Buon Natale e un nuovo anno felice.
Spero che il nuovo anno 2011 gli porti la felicita`, buona salute e tutti i vostri sogni si trasformano in nella realta`!
Elena.
PS. Risponda a prego nella lingua inglese, poiche' la ho studiata alla scuola e potro` capirlo. Ho tradotto questo messaggio a di lingua italiana con aiuto del traduttore del calcolatore.
È sottinteso che non bisogna rispondere a questi appelli. Si tratta di una truffa: Valentin non ha affatto bisogno dei vostri soldi o della vostra compassione. Suggerisco di cestinare e di avvisare i vostri amici e colleghi.
Due Natali un po’ speciali
Oggi gli auguri arrivano dallo spazio via Youtube; 42 anni fa arrivarono dalla Luna via radio e TV. Il racconto di chi c'era
L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.
In questi giorni Paolo Nespoli e i suoi colleghi sulla Stazione Spaziale Internazionale ci mandano foto strepitose come questa e dei simpaticissimi auguri natalizi in video. A questo bel dono offerto dagli astronauti di oggi vorrei aggiungere una chicca che mi è stata regalata pochi giorni fa via mail da un tecnico veterano delle missioni lunari Apollo, John H. Painter: per intenderci, uno degli autori del manuale di testo sul funzionamento dei sistemi di telecomunicazione dei veicoli Apollo, nonché uno di coloro che insegnarono agli astronauti lunari come usare quei sistemi negli anni di preparazione che precedettero le missioni. Fra i suoi studenti ci fu un certo Buzz Aldrin. Traduco e pubblico qui con il suo permesso quello che ha raccontato a proposito di un Natale di 42 anni fa.
...il 24 [dicembre 1968] ero alla NASA a Houston per qualche questione di lavoro che non ricordo. Finito il lavoro, feci un salto a far visita a uno dei miei ex capi, Howard Kyle. Mi disse che l'Apollo 8 [la prima missione umana ad attraversare quasi 400.000 chilometri di spazio per circumnavigare la Luna] stava per entrare in orbita intorno alla Luna, cosa di cui non ero al corrente.
Howard mi chiese se mi andava di attraversare l'atrio (dell'Edificio 30) fino al MOSR, la “backroom” [sala dei tecnici di supporto] del Controllo Missione, e ascoltare tramite la sua postazione personale di comunicazione. “Certamente” dissi, e passammo da una porta chiusa a chiave al terzo piano. Arrivati alla sua postazione, mi disse che doveva andare per un po' all'MOCR, la sala principale del Controllo Missione. Così mi diede la sua cuffia e mi mostrò tutti i comandi della postazione per poter ascoltare sui vari canali.
Le comunicazioni dallo spazio verso Terra avvenivano tramite la Unified S-Band Radio, che era quella a cui avevo lavorato per due anni quando ero alla NASA a Houston. Così ovviamente selezionai l'USB. Il veicolo spaziale stava iniziando a passare dietro la Luna per la prima volta, per cui il canale USB passò dal silenzio (FM) al fruscio di fondo (niente squelch) in assenza di segnale. Guardai l'orologio sul muro e lo vidi raggiungere l'istante previsto per la riacquisizione del segnale, che se non ricordo male era le 16. La lancetta dei secondi arrivò all'orario pianificato e il CapCom [addetto alle radiocomunicazioni in voce fra la Terra e il veicolo spaziale, in questo caso Jerry Carr, futuro comandante della missione Skylab 4] cominciò a chiamare: “Apollo 8, Houston. Apollo 8, Houston,... Passo?”
Ancora fruscio e nessuna risposta. La lancetta dei secondi continuò ad avanzare. Un minuto di ritardo e oltre. Nel MOSR c'era un silenzio di tomba. C'erano tre possibilità: uno, il propulsore non si era acceso [doveva accendersi per rallentare il veicolo e permettergli di entrare in orbita] sul lato nascosto della Luna, ma in questo caso sarebbero riemersi in anticipo; due, il propulsore si era acceso e sarebbero dovuti riemergere come previsto; tre, il propulsore era esploso e non sarebbero più riemersi.
Improvvisamente udii in cuffia un suono che riconobbi immediatamente. Era un “Wheeeeeoooh, thunk!”. Era il phase-lock loop della portante USB che si era agganciato. Aveva un segnale, e l'antenna per le comunicazioni dallo spazio profondo era a questo punto agganciata al veicolo spaziale che stava a 238.000 miglia [circa 383.000 km] di distanza. Ricominciai a respirare. Ero probabilmente la prima persona in quella sala, forse nell'intero edificio, a sapere che cos'era quel segnale [le ragioni del ritardo sono descritte nell'Apollo Flight Journal]. La sala era ancora ammutolita. Poi si udì “Houston... Apollo 8”. Era Jim Lovell. E la sala impazzì. Erano ritornati. Mi vengono ancora le lacrime agli occhi per il semplice fatto di scriverne. Il ricordo è ancora così intenso.
Ci vollero trent'anni perché mi rendessi conto di cosa aveva fatto Howard Kyle per me. Lui era stato quello che per primo mi aveva coinvolto nella progettazione dello Unified S-Band Radio System, nel 1963. Sapeva che io lo consideravo come “la mia creatura”. Così mi aveva messo alla sua postazione personale e mi aveva lasciato lì ad assaporare il tutto. Da solo... con la mia creatura. Che uomo che era. Howard è morto alcuni anni fa a Brenham, in Texas, a casa di suo figlio. Come Howard non ne fanno più.
A Houston, Howard venne a riprendermi e ci salutammo, perché dovevo prendere di corsa un volo da Houston verso Newport News [in Virginia]. Era la vigilia di Natale, dopotutto.
Avevo appena varcato la soglia della porta di casa quando vidi la mia famiglia, in piedi intorno alla radio, che ascoltava i tre astronauti che leggevano la Bibbia in orbita [intorno alla Luna].
Quello fu probabilmente il miglior Natale di tutta la mia vita.
Gli astronauti Jim Lovell, Frank Borman e William Anders scattarono la fotografia qui accanto, che al loro rientro sulla Terra fece epoca perché era la prima foto a colori della Terra, lontana e sospesa nel nero del cosmo e sull'orizzonte della Luna, ripresa da un essere umano. Nessuno, prima di allora, si era mai avventurato così lontano nello spazio.
Insieme lessero a turno, nella diretta televisiva più seguita della storia fino a quel momento, alcuni passi della Genesi. Borman chiuse la lettura con gli auguri di Natale e una benedizione. Video e trascrizione sono qui.
“And from the crew of Apollo 8, we close with good night, good luck, a Merry Christmas, and God bless all of you - all of you on the good Earth.”
Io, di certo, non posso fare di meglio. Buon Natale.
2010/12/24
Batteri “alieni”, quando la bufala è targata NASA
Questo articolo era stato pubblicato inizialmente su Wired.it, dove ora non è più disponibile, per cui lo ripubblico qui.
Il 29 novembre scorso è arrivato anche a me il comunicato della NASA che annunciava una conferenza stampa su una “scoperta di astrobiologia” i cui dettagli erano “sotto embargo” e avrebbero avuto “effetti sulla ricerca di prove di vita extraterrestre”. Vista la manifesta riservatezza e il testo dell'annuncio, sembrava che fosse stata scoperta la vita su un altro pianeta, perché “astrobiologia” implica che si sta parlando di vita non terrestre.
Macché. Durante la conferenza stampa è emerso che si trattava semplicemente della scoperta che un batterio terrestre, denominato GFAJ-1, riesce a vivere anche in ambienti privi di fosforo (elemento essenziale per la vita) e ricchi di arsenico (elemento considerato tossico). Anzi, secondo i ricercatori GFAJ-1 è in grado di usare l'arsenico al posto del fosforo nel costruire il proprio DNA, cosa ritenuta finora impossibile. Di conseguenza, i criteri utilizzati fin qui per definire gli ambienti favorevoli alla vita (e quindi i pianeti abitabili) andrebbero riscritti. L'astrobiologia c'entra soltanto di striscio.
Un batterio nostrano che si comporta in modo bizzarro non è un granché, ma è sufficiente per ispirare titoli come “La Nasa: ci sono alieni sulla Terra” (Repubblica) e per scatenare le fantasie degli ufologi creduloni (“La scoperta potrebbe provare la teoria che esistono creature-ombra in parallelo agli esseri umani”, Segnidalcielo.it). Del resto l'annuncio è firmato NASA e l'articolo che ne descrive i dettagli compare sulla prestigiosa rivista Science (A Bacterium That Can Grow by Using Arsenic Instead of Phosphorus). Credervi parrebbe ragionevole.
Ma c'è una regola ricorrente nelle indagini antibufala e nella valutazione dell'attendibilità di una notizia che vale anche quando ci sono di mezzo NASA e Science: affermazioni straordinarie richiedono prove straordinarie, a prescindere da chi fa le affermazioni in questione. Se un ricercatore competente (non un dilettante) scrive che la vita può fare a meno di un elemento ritenuto indispensabile come il fosforo e sostituirlo con l'arsenico incorporandolo addirittura nel proprio DNA e usandolo per crescere, vale la pena di ascoltarlo, ma questo non significa che non gli si debba fare le pulci. È come sostenere che si può costruire una casa usando purè di patate al posto del cemento: anche se lo afferma un esperto, gli si chiede comunque una dimostrazione pratica e si cerca di ripetere i suoi esperimenti. Fidarsi è bene, verificare è meglio.
È quello che sta succedendo ora con l'annuncio sensazionale della NASA: altri ricercatori qualificati stanno esaminando l'articolo pubblicato da Science e stanno trovando lacune serie ed errori metodologici gravi (ne parlano in dettaglio Marco Cagnotti, Nature, la microbiologa Rosie Redfield, gli esperti intervistati da Slate e Discover Magazine, tanto che Nature ha pubblicato una replica). È molto probabile che il povero batterio non prosperi affatto con l'arsenico ma semplicemente sopravviva nonostante l'arsenico. In tal caso, la NASA e Science avrebbero indubbiamente pubblicato una bufala.
Non sarebbe un fallimento del metodo scientifico, visto che sarebbe proprio questo metodo a snidare i propri errori, ma sarebbe comunque un imbarazzo memorabile: un “al lupo, al lupo” astrobiologico. E anche se saltasse fuori che i ricercatori della NASA hanno ragione, l'annuncio è stato fatto in maniera ingannevole, creando un'attesa esagerata che poi è stata delusa, per cui anche in questo caso la bufala c'è.
La morale della storia è che quando c'è di mezzo la scienza, è meglio non fidarsi dei titoloni sensazionalisti, neanche quando sono targati NASA, ma conviene lasciare che la ricerca faccia il proprio corso e superi il vaglio critico degli esperti. Fino a quel momento, specialmente quando viene tirato in ballo un argomento emotivamente coinvolgente e ad alto rischio di bufala come la vita extraterrestre, sarebbe opportuno tenere bassi i toni e non diffondere notizie non confermate. Altrimenti E.T., a furia di essere invocato invano, potrebbe decidere di non venirci mai a trovare davvero.
Il 29 novembre scorso è arrivato anche a me il comunicato della NASA che annunciava una conferenza stampa su una “scoperta di astrobiologia” i cui dettagli erano “sotto embargo” e avrebbero avuto “effetti sulla ricerca di prove di vita extraterrestre”. Vista la manifesta riservatezza e il testo dell'annuncio, sembrava che fosse stata scoperta la vita su un altro pianeta, perché “astrobiologia” implica che si sta parlando di vita non terrestre.
Macché. Durante la conferenza stampa è emerso che si trattava semplicemente della scoperta che un batterio terrestre, denominato GFAJ-1, riesce a vivere anche in ambienti privi di fosforo (elemento essenziale per la vita) e ricchi di arsenico (elemento considerato tossico). Anzi, secondo i ricercatori GFAJ-1 è in grado di usare l'arsenico al posto del fosforo nel costruire il proprio DNA, cosa ritenuta finora impossibile. Di conseguenza, i criteri utilizzati fin qui per definire gli ambienti favorevoli alla vita (e quindi i pianeti abitabili) andrebbero riscritti. L'astrobiologia c'entra soltanto di striscio.
Un batterio nostrano che si comporta in modo bizzarro non è un granché, ma è sufficiente per ispirare titoli come “La Nasa: ci sono alieni sulla Terra” (Repubblica) e per scatenare le fantasie degli ufologi creduloni (“La scoperta potrebbe provare la teoria che esistono creature-ombra in parallelo agli esseri umani”, Segnidalcielo.it). Del resto l'annuncio è firmato NASA e l'articolo che ne descrive i dettagli compare sulla prestigiosa rivista Science (A Bacterium That Can Grow by Using Arsenic Instead of Phosphorus). Credervi parrebbe ragionevole.
Ma c'è una regola ricorrente nelle indagini antibufala e nella valutazione dell'attendibilità di una notizia che vale anche quando ci sono di mezzo NASA e Science: affermazioni straordinarie richiedono prove straordinarie, a prescindere da chi fa le affermazioni in questione. Se un ricercatore competente (non un dilettante) scrive che la vita può fare a meno di un elemento ritenuto indispensabile come il fosforo e sostituirlo con l'arsenico incorporandolo addirittura nel proprio DNA e usandolo per crescere, vale la pena di ascoltarlo, ma questo non significa che non gli si debba fare le pulci. È come sostenere che si può costruire una casa usando purè di patate al posto del cemento: anche se lo afferma un esperto, gli si chiede comunque una dimostrazione pratica e si cerca di ripetere i suoi esperimenti. Fidarsi è bene, verificare è meglio.
È quello che sta succedendo ora con l'annuncio sensazionale della NASA: altri ricercatori qualificati stanno esaminando l'articolo pubblicato da Science e stanno trovando lacune serie ed errori metodologici gravi (ne parlano in dettaglio Marco Cagnotti, Nature, la microbiologa Rosie Redfield, gli esperti intervistati da Slate e Discover Magazine, tanto che Nature ha pubblicato una replica). È molto probabile che il povero batterio non prosperi affatto con l'arsenico ma semplicemente sopravviva nonostante l'arsenico. In tal caso, la NASA e Science avrebbero indubbiamente pubblicato una bufala.
Non sarebbe un fallimento del metodo scientifico, visto che sarebbe proprio questo metodo a snidare i propri errori, ma sarebbe comunque un imbarazzo memorabile: un “al lupo, al lupo” astrobiologico. E anche se saltasse fuori che i ricercatori della NASA hanno ragione, l'annuncio è stato fatto in maniera ingannevole, creando un'attesa esagerata che poi è stata delusa, per cui anche in questo caso la bufala c'è.
La morale della storia è che quando c'è di mezzo la scienza, è meglio non fidarsi dei titoloni sensazionalisti, neanche quando sono targati NASA, ma conviene lasciare che la ricerca faccia il proprio corso e superi il vaglio critico degli esperti. Fino a quel momento, specialmente quando viene tirato in ballo un argomento emotivamente coinvolgente e ad alto rischio di bufala come la vita extraterrestre, sarebbe opportuno tenere bassi i toni e non diffondere notizie non confermate. Altrimenti E.T., a furia di essere invocato invano, potrebbe decidere di non venirci mai a trovare davvero.
2010/12/21
Le cose che non colsi - 2010/12/21
L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.
Supersquali a Liverpool. Repubblica annuncia la scoperta di uno squalo elefante che si aggira nel porto di Liverpool: scoperta fatta da un residente non certo andando sul posto, che è così fuori moda, ma facendo una ricerca in Google Earth. Indovinate come va a finire. Ne ho scritto un articolo per Wired.it.
Le foto di Paolo Nespoli dalla Stazione Spaziale Internazionale. Immagini splendide ed emozionanti inviate dall'astronauta italiano e pubblicate al volo (questa risale a nove ore fa) su Flickr qui. Date anche un'occhiata a Visual Sat-Flare Tracker 3D, di Simone Corbellini, un software di simulazione che permette di ricreare le vedute della ISS (o, se non credete ai viaggi spaziali, permette di verificare che le foto di Nespoli sono vere).
Complotti veri. Un rapporto consegnato al Congresso USA e basato su documenti CIA desegretati da poco mostra la vera portata dell'utilizzo e della protezione data dall'intelligence statunitense agli ex nazisti durante la Guerra Fredda. Erano troppo preziosi per contrastare l'Unione Sovietica, e non ci si fece troppi scrupoli. Chissà se c'è qualcosa su Wernher Von Braun, padre dei missili Saturn che portarono l'uomo sulla Luna. Il rapporto s'intitola “Hitler's Shadow: Nazi War Criminals, U.S. Intelligence and the Cold War” ed è disponibile insieme a molto altro materiale nei National Archives (Yahoo News).
Password di Gawker, DeviantArt e Twitter rubate, attenzione. Un attacco al sito di gossip Gawker.com ha consentito agli aggressori di rubare 1,3 milioni di password degli account usati per partecipare al sito. Il file con le password è stato poi pubblicato online, e siccome molti utenti usano la stessa password e lo stesso nome utente per più di un sito, le password rubate di Gawker hanno permesso di prendere il controllo di account Twitter (BBC). Anche DeviantART è stato oggetto di furto di password e si pone quindi lo stesso problema (Siamogeek). Se siete utenti di questi siti, cambiate password immediatamente.
Scanner aeroportuali facili da beffare. Basta applicarsi addosso l'esplosivo dandogli forme piatte che seguano l'anatomia. Il rapporto del Journal of Transportation Security è qui (PDF). Intanto un ragazzo è riuscito tragicamente a nascondersi nel vano del carrello di un Boeing 737 della US Airways negli Stati Uniti (è morto: il suo corpo è precipitato dal cielo nella zona di Boston). E all'aeroporto George Bush di Houston i controlli non rilevano una pistola carica nel bagaglio portato in cabina (ABC13.com). Bruce Schneier parla di “pensiero magico” che guida le decisioni dei responsabili dell'antiterrorismo e dice che “è un gioco stupido e dovremmo smettere di giocarlo” (New York Times). Siamo al teatrino della sicurezza. Invece della sicurezza che fallisce ma fa scena, possiamo avere della sicurezza che funziona senza farsi notare? Eh già, ma poi come fanno i politici come Michael Chertoff a lucrare sulla vendita dei costosi scanner (CNN/BoingBoing) o gli addetti alle ispezioni a rubare laptop con precisione (CBS Philadelphia)?
Skimmer per bancomat, demo e tecniche a nudo. Avete certamente sentito parlare degli aggeggi che i malviventi applicano ai bancomat per rubare i PIN delle tessere, ma magari vi chiedete chi li fabbrica, come funzionano e dove li trovano. Nuova frontiera: lo skimmer usa e getta, che manda i dati rubati in tempo reale via GSM e quindi non richiede di essere raccolto dal criminale, rendendo inutili gli appostamenti della polizia. Con foto e demo video (Brian Krebs).
Ci sono altri universi? Forse sì. E non è una fantasia: ci sono in gioco nomi di spicco come Roger Penrose, che insieme ad altri colleghi astronomi ha annunciato di aver trovato degli anelli concentrici nella radiazione di fondo cosmica che dimostrerebbero che l'universo è ciclico: prima del Big Bang ce n'è stato un altro, e così via, e gli universi precedenti sarebbero contenuti in quello corrente. Non solo: l'universo (nel senso di “tutte le stelle e le galassie che conosciamo”) sarebbe una sorta di bolla nel cosmo che ogni tanto tocca altre bolle analoghe, che possono avere leggi fisiche differenti dalle nostre e che in caso di collisione lasciano nel nostro universo delle tracce che sarebbero rilevabili oggi dagli strumenti. Errore di analisi dei dati, pareidolia astrofisico-matematica, o realtà? Le sonde spaziali, in particolare la sonda Planck, dovrebbero chiarire il dubbio. Intanto possiamo contemplare con meraviglia l'immensità e la sorprendente capacità di capirlo che noi scimmie sveglie stiamo dimostrando (BBC, Io9, Technology Review, con link agli articoli degli astronomi).
Facebook, mezz'ora di blackout. Un membro del personale di Facebook ha pubblicato per errore dei prototipi di prodotti interni ed è stato quindi necessario chiudere il social network per “20-30 minuti” per mettere le cose a posto. La vostra privacy è in buone mani (BBC).
Wikileaks. Attacco per errore a EasyDNS, provider accusato ingiustamente di aver tolto il servizio a Wikileaks (era stato in realtà EveryDNS e qualche giornalista ha fatto confusione), che adesso per tutta risposta supporta attivamente Wikileaks (Wired). Hillary Clinton, segretario di stato USA, a gennaio 2010 diceva che il governo USA stava “fornendo assistenza nello sviluppo di nuovi strumenti che permettano ai cittadini di esercitare i loro diritti di libertà d'espressione aggirando la censura motivata politicamente”. Adesso il governo USA censura Internet per bloccare la libera espressione di Wikileaks. Ironico (BoingBoing). I giornali pakistani abboccano ai falsi documenti anti-indiani (BBC). C'è anche chi fa un rickroll di Wikileaks.
Julian Assange. Tengo separato l'affare Wikileaks dai fatti di Assange perché temo che si voglia tirare fango sul personaggio per imbrattare l'organizzazione, ma segnalo un paio di notizie che sono una forma di contrappasso che fa riflettere. Anche Assange ha dei documenti imbarazzanti nel proprio passato come donnaiolo e stalker, con mail in cui dimostra come insegue con tecniche poco ortodosse una giovane ragazza (Gawker). Intanto il Guardian ha pubblicato tutti i dettagli delle accuse di “stupro” fatte ad Assange e il Daily Mail ha altri dettagli poco edificanti delle sue abitudini personali e redazionali.
Nuovi iPad in arrivo. Voci sul futuro iPad lo vogliono mini e con videocamera anteriore e posteriore; previsto per aprile, giusto in tempo per far diventare obsoleto l'iPad regalato a Natale (Zeus News).
Supersquali a Liverpool. Repubblica annuncia la scoperta di uno squalo elefante che si aggira nel porto di Liverpool: scoperta fatta da un residente non certo andando sul posto, che è così fuori moda, ma facendo una ricerca in Google Earth. Indovinate come va a finire. Ne ho scritto un articolo per Wired.it.
Le foto di Paolo Nespoli dalla Stazione Spaziale Internazionale. Immagini splendide ed emozionanti inviate dall'astronauta italiano e pubblicate al volo (questa risale a nove ore fa) su Flickr qui. Date anche un'occhiata a Visual Sat-Flare Tracker 3D, di Simone Corbellini, un software di simulazione che permette di ricreare le vedute della ISS (o, se non credete ai viaggi spaziali, permette di verificare che le foto di Nespoli sono vere).
Complotti veri. Un rapporto consegnato al Congresso USA e basato su documenti CIA desegretati da poco mostra la vera portata dell'utilizzo e della protezione data dall'intelligence statunitense agli ex nazisti durante la Guerra Fredda. Erano troppo preziosi per contrastare l'Unione Sovietica, e non ci si fece troppi scrupoli. Chissà se c'è qualcosa su Wernher Von Braun, padre dei missili Saturn che portarono l'uomo sulla Luna. Il rapporto s'intitola “Hitler's Shadow: Nazi War Criminals, U.S. Intelligence and the Cold War” ed è disponibile insieme a molto altro materiale nei National Archives (Yahoo News).
Password di Gawker, DeviantArt e Twitter rubate, attenzione. Un attacco al sito di gossip Gawker.com ha consentito agli aggressori di rubare 1,3 milioni di password degli account usati per partecipare al sito. Il file con le password è stato poi pubblicato online, e siccome molti utenti usano la stessa password e lo stesso nome utente per più di un sito, le password rubate di Gawker hanno permesso di prendere il controllo di account Twitter (BBC). Anche DeviantART è stato oggetto di furto di password e si pone quindi lo stesso problema (Siamogeek). Se siete utenti di questi siti, cambiate password immediatamente.
Scanner aeroportuali facili da beffare. Basta applicarsi addosso l'esplosivo dandogli forme piatte che seguano l'anatomia. Il rapporto del Journal of Transportation Security è qui (PDF). Intanto un ragazzo è riuscito tragicamente a nascondersi nel vano del carrello di un Boeing 737 della US Airways negli Stati Uniti (è morto: il suo corpo è precipitato dal cielo nella zona di Boston). E all'aeroporto George Bush di Houston i controlli non rilevano una pistola carica nel bagaglio portato in cabina (ABC13.com). Bruce Schneier parla di “pensiero magico” che guida le decisioni dei responsabili dell'antiterrorismo e dice che “è un gioco stupido e dovremmo smettere di giocarlo” (New York Times). Siamo al teatrino della sicurezza. Invece della sicurezza che fallisce ma fa scena, possiamo avere della sicurezza che funziona senza farsi notare? Eh già, ma poi come fanno i politici come Michael Chertoff a lucrare sulla vendita dei costosi scanner (CNN/BoingBoing) o gli addetti alle ispezioni a rubare laptop con precisione (CBS Philadelphia)?
Skimmer per bancomat, demo e tecniche a nudo. Avete certamente sentito parlare degli aggeggi che i malviventi applicano ai bancomat per rubare i PIN delle tessere, ma magari vi chiedete chi li fabbrica, come funzionano e dove li trovano. Nuova frontiera: lo skimmer usa e getta, che manda i dati rubati in tempo reale via GSM e quindi non richiede di essere raccolto dal criminale, rendendo inutili gli appostamenti della polizia. Con foto e demo video (Brian Krebs).
Ci sono altri universi? Forse sì. E non è una fantasia: ci sono in gioco nomi di spicco come Roger Penrose, che insieme ad altri colleghi astronomi ha annunciato di aver trovato degli anelli concentrici nella radiazione di fondo cosmica che dimostrerebbero che l'universo è ciclico: prima del Big Bang ce n'è stato un altro, e così via, e gli universi precedenti sarebbero contenuti in quello corrente. Non solo: l'universo (nel senso di “tutte le stelle e le galassie che conosciamo”) sarebbe una sorta di bolla nel cosmo che ogni tanto tocca altre bolle analoghe, che possono avere leggi fisiche differenti dalle nostre e che in caso di collisione lasciano nel nostro universo delle tracce che sarebbero rilevabili oggi dagli strumenti. Errore di analisi dei dati, pareidolia astrofisico-matematica, o realtà? Le sonde spaziali, in particolare la sonda Planck, dovrebbero chiarire il dubbio. Intanto possiamo contemplare con meraviglia l'immensità e la sorprendente capacità di capirlo che noi scimmie sveglie stiamo dimostrando (BBC, Io9, Technology Review, con link agli articoli degli astronomi).
Facebook, mezz'ora di blackout. Un membro del personale di Facebook ha pubblicato per errore dei prototipi di prodotti interni ed è stato quindi necessario chiudere il social network per “20-30 minuti” per mettere le cose a posto. La vostra privacy è in buone mani (BBC).
Wikileaks. Attacco per errore a EasyDNS, provider accusato ingiustamente di aver tolto il servizio a Wikileaks (era stato in realtà EveryDNS e qualche giornalista ha fatto confusione), che adesso per tutta risposta supporta attivamente Wikileaks (Wired). Hillary Clinton, segretario di stato USA, a gennaio 2010 diceva che il governo USA stava “fornendo assistenza nello sviluppo di nuovi strumenti che permettano ai cittadini di esercitare i loro diritti di libertà d'espressione aggirando la censura motivata politicamente”. Adesso il governo USA censura Internet per bloccare la libera espressione di Wikileaks. Ironico (BoingBoing). I giornali pakistani abboccano ai falsi documenti anti-indiani (BBC). C'è anche chi fa un rickroll di Wikileaks.
Julian Assange. Tengo separato l'affare Wikileaks dai fatti di Assange perché temo che si voglia tirare fango sul personaggio per imbrattare l'organizzazione, ma segnalo un paio di notizie che sono una forma di contrappasso che fa riflettere. Anche Assange ha dei documenti imbarazzanti nel proprio passato come donnaiolo e stalker, con mail in cui dimostra come insegue con tecniche poco ortodosse una giovane ragazza (Gawker). Intanto il Guardian ha pubblicato tutti i dettagli delle accuse di “stupro” fatte ad Assange e il Daily Mail ha altri dettagli poco edificanti delle sue abitudini personali e redazionali.
Nuovi iPad in arrivo. Voci sul futuro iPad lo vogliono mini e con videocamera anteriore e posteriore; previsto per aprile, giusto in tempo per far diventare obsoleto l'iPad regalato a Natale (Zeus News).
2010/12/20
Antibufala: squalo elefante nel porto di Liverpool!
Questo articolo era stato pubblicato inizialmente su Wired.it, dove ora non è più disponibile, per cui lo ripubblico qui.
A Liverpool, stando a Repubblica, sarebbe in atto una “caccia all'animale misterioso” apparso in un'immagine di Google Earth del porto della città. Secondo il sito del quotidiano, “l'animale marino” (così viene definito senza esitazioni) sarebbe stato scoperto “da un ragazzo inglese nella zona portuale di Albert Dock, nel quartiere Merseyside” e sarebbe un vero colosso, “più grande delle imbarcazioni ancorate nel porticciolo”.
Non manca la conferma autorevole di “un biologo di Liverpool”, secondo il quale si potrebbe trattare di “uno squalo elefante, magari un vecchio squalo in cerca di un posto dove morire”.
Ma andando a vedere l'immagine originale in Google Earth, disponibile anche in Google Maps, si nota che è estremamente confusa e sgranata e si presta all'equivoco. Certo, la forma è vagamente simile a quella di uno squalo molto grande, però guardando il contesto viene in mente una spiegazione decisamente più semplice: una barca non illuminata dal sole (come alcune delle altre visibili nella zona) che si lascia dietro una scia divisa in tre parti. La barca forma la presunta testa del pesce e la scia forma il corpo e le pinne.
Del resto basta considerare che le immagini di Google Earth e Google Maps non sono in tempo reale e che un pesce di quelle dimensioni non sarebbe passato inosservato agli utenti del porto di Liverpool, per cui negli archivi dei giornali locali ci dovrebbe essere traccia dell'avvistamento clamoroso. Invece non se ne parla affatto, se non per indicare la fotografia citata da Repubblica. Click Liverpool del 17 dicembre, per esempio, fa il nome dello scopritore, che non è “un ragazzo inglese” ma è il trentaseienne Simon Hoban, disk-jockey della stazione locale della BBC. Il “biologo marino” è Tom Cornwell. Il Daily Mail riporta gli stessi nomi e la stessa storia.
Si tratta, insomma, di un classico caso di pareidolia: la tendenza innata a interpretare come forme familiari immagini indistinte o generate dal caso. Il signor Hoban ha probabilmente più dimestichezza con l'aspetto di uno squalo che con quello di una barca in movimento vista dall'alto e quindi ha scelto l'interpretazione ittica, nonostante il ragionamento e il contesto spingano verso una spiegazione meno arzigogolata, che però non avrebbe fatto notizia. L'entusiasmo per la presunta scoperta e la voglia di facile scoop di certi giornalisti hanno completato la bufala.
Come avviene spesso anche in altri campi che hanno a che fare con immagini indistinte e sgranate, come l'ufologia, la criptozoologia o la teoria degli orbs (globi luminosi visibili in certe fotografie notturne), anche in questo caso è venuto meno l'uso del rasoio di Occam: la spiegazione più semplice è di solito quella giusta. Perché tirare in ballo squali elefante dispersi nelle gelide acque britanniche, quando potrebbe trattarsi benissimo di una barca che lascia una scia? O per dirla diversamente: se sentite rumore di zoccoli, pensate a un cavallo o a una zebra?
Magari poi è davvero una zebra, ma prima di esserne certi è indispensabile escludere l'ipotesi più probabile, senza lasciarsi prendere dal facile entusiasmo. Altrimenti – tanto per completare la carrellata di animali – diventa alto il rischio di incappare in una bufala.
A Liverpool, stando a Repubblica, sarebbe in atto una “caccia all'animale misterioso” apparso in un'immagine di Google Earth del porto della città. Secondo il sito del quotidiano, “l'animale marino” (così viene definito senza esitazioni) sarebbe stato scoperto “da un ragazzo inglese nella zona portuale di Albert Dock, nel quartiere Merseyside” e sarebbe un vero colosso, “più grande delle imbarcazioni ancorate nel porticciolo”.
Non manca la conferma autorevole di “un biologo di Liverpool”, secondo il quale si potrebbe trattare di “uno squalo elefante, magari un vecchio squalo in cerca di un posto dove morire”.
Ma andando a vedere l'immagine originale in Google Earth, disponibile anche in Google Maps, si nota che è estremamente confusa e sgranata e si presta all'equivoco. Certo, la forma è vagamente simile a quella di uno squalo molto grande, però guardando il contesto viene in mente una spiegazione decisamente più semplice: una barca non illuminata dal sole (come alcune delle altre visibili nella zona) che si lascia dietro una scia divisa in tre parti. La barca forma la presunta testa del pesce e la scia forma il corpo e le pinne.
Del resto basta considerare che le immagini di Google Earth e Google Maps non sono in tempo reale e che un pesce di quelle dimensioni non sarebbe passato inosservato agli utenti del porto di Liverpool, per cui negli archivi dei giornali locali ci dovrebbe essere traccia dell'avvistamento clamoroso. Invece non se ne parla affatto, se non per indicare la fotografia citata da Repubblica. Click Liverpool del 17 dicembre, per esempio, fa il nome dello scopritore, che non è “un ragazzo inglese” ma è il trentaseienne Simon Hoban, disk-jockey della stazione locale della BBC. Il “biologo marino” è Tom Cornwell. Il Daily Mail riporta gli stessi nomi e la stessa storia.
Si tratta, insomma, di un classico caso di pareidolia: la tendenza innata a interpretare come forme familiari immagini indistinte o generate dal caso. Il signor Hoban ha probabilmente più dimestichezza con l'aspetto di uno squalo che con quello di una barca in movimento vista dall'alto e quindi ha scelto l'interpretazione ittica, nonostante il ragionamento e il contesto spingano verso una spiegazione meno arzigogolata, che però non avrebbe fatto notizia. L'entusiasmo per la presunta scoperta e la voglia di facile scoop di certi giornalisti hanno completato la bufala.
Come avviene spesso anche in altri campi che hanno a che fare con immagini indistinte e sgranate, come l'ufologia, la criptozoologia o la teoria degli orbs (globi luminosi visibili in certe fotografie notturne), anche in questo caso è venuto meno l'uso del rasoio di Occam: la spiegazione più semplice è di solito quella giusta. Perché tirare in ballo squali elefante dispersi nelle gelide acque britanniche, quando potrebbe trattarsi benissimo di una barca che lascia una scia? O per dirla diversamente: se sentite rumore di zoccoli, pensate a un cavallo o a una zebra?
Magari poi è davvero una zebra, ma prima di esserne certi è indispensabile escludere l'ipotesi più probabile, senza lasciarsi prendere dal facile entusiasmo. Altrimenti – tanto per completare la carrellata di animali – diventa alto il rischio di incappare in una bufala.
2010/12/19
Quiz lunare: avete amici a Cuba?
Cuba non nega più gli sbarchi lunari; lo ha mai fatto?
Se conoscete qualcuno che ha buoni rapporti con Cuba o ci abita, ho da chiedervi un favore. James Oberg, storico dell'astronautica, ha dichiarato più volte che a Cuba si insegna (o si insegnava) che lo sbarco sulla Luna fu una messinscena. Ne sapete qualcosa?
Ve lo chiedo perché è nata la Wikipedia governativa cubana, Ecured, e lì lo sbarco è serenamente considerato autentico, e ho trovato anche testimonianze non confermate di una diretta radio dello sbarco che sembra contraddire quanto affermato da Oberg. Se Oberg s'è sbagliato, devo correggere il mio libro Luna? e le mie conferenze sul cospirazionismo lunare.
I dettagli della faccenda sono qui su Complotti Lunari. Grazie!
2010/12/18
Trovati i minuti mancanti di 2001?
Esiste una copia "perfettamente conservata" dei minuti che Stanley
Kubrick tolse a 2001: Odissea nello spazio. Lo ha dichiarato a Toronto
"alcuni giorni fa" Douglas Trumbull, maestro degli effetti speciali del
film, durante una presentazione avvenuta al termine della proiezione di una
copia in 70 mm di 2001, secondo quanto riportato da varie fonti che
puntano tutte (o quasi) a un articolo su
Forgotten Silver
datato 14 dicembre. La copia sarebbe stata
"trovata dalla Warner nei suoi archivi in una miniera di sale nel Kansas". Non c'è un video della dichiarazione di Trumbull, ma dovrebbe esistere una
registrazione audio.
Si tratterebbe dei 17 minuti che Kubrick tagliò dal film poco dopo le sue prime proiezioni pubbliche: in tal caso, il contenuto di queste scene mancanti è noto ed elencato in IMDB. Se così fosse, non si tratterebbe di scene che cambierebbero significativamente il film (a parte, forse, quella in cui si vede HAL terminare la connessione radio con la Terra, spiegando così una battuta di Bowman rimasta nel film definitivo).
Ho già il Blu-Ray di 2001, ma se la Warner ne presenta una nuova edizione con questi minuti tagliati, può contare sul mio acquisto incondizionato. Sempre che non mettano Hayden Christensen al posto di Dave nel finale.
Si tratterebbe dei 17 minuti che Kubrick tagliò dal film poco dopo le sue prime proiezioni pubbliche: in tal caso, il contenuto di queste scene mancanti è noto ed elencato in IMDB. Se così fosse, non si tratterebbe di scene che cambierebbero significativamente il film (a parte, forse, quella in cui si vede HAL terminare la connessione radio con la Terra, spiegando così una battuta di Bowman rimasta nel film definitivo).
Ho già il Blu-Ray di 2001, ma se la Warner ne presenta una nuova edizione con questi minuti tagliati, può contare sul mio acquisto incondizionato. Sempre che non mettano Hayden Christensen al posto di Dave nel finale.
Trucco semplice per ingannare gli smartphone
Smartphone vulnerabili tramite immagini che simulano il browser
Il ricercatore di sicurezza Nitesh Dhanjani ha scoperto un metodo incredibilmente semplice per ingannare gli utenti degli smartphone facendo credere loro di trovarsi in un sito sicuro quando in realtà sono in un sito-trappola che imita un sito famoso.
La dimostrazione (innocua) è eloquentissima: basta visitare il link all'inizio di questo paragrafo con un iPhone per avere la perfetta impressione di trovarsi nel sito della Bank Of America, quando in realtà ci si trova ancora nel sito di Dhanjani. Immaginate quante truffe si potrebbero realizzare con questo semplice espediente.
Come funziona il trucco? Dhanjani spiega che la sua dimostrazione fa visualizzare un'immagine che contiene, come elemento superiore, un'immagine che simula la barra di navigazione del browser e poi un'altra immagine dimensionata in modo da spostare fuori dall'inquadratura la vera barra di navigazione, come mostra questo video.
Il rimedio è semplice: quando visitate un sito da uno smartphone, date una "scrollatina": vale a dire, provate a far scorrere (in inglese scrolling) la schermata verso il basso. Se compare una seconda barra di navigazione, siete capitati in un sito-trappola che usa questa tecnica. Andate via subito: se avete già immesso dei dati riservati (password o altri codici), fate attenzione, perché li avete probabilmente regalati a un malfattore della Rete.
2010/12/17
Facebook identificherà automaticamente i volti
Facebook diventerà davvero il libro delle facce: le identificherà automaticamente
Facebook sta introducendo una nuova funzione: il riconoscimento automatico delle persone nelle fotografie pubblicate sul social network. Esisteva già una funzione simile, che permetteva a Facebook di riconoscere la presenza di un volto in una foto, ma con questa novità il Libro delle Facce diventa capace di assegnare un nome e un cognome a ogni volto fotografato.
Si tratta di una funzione sperimentale, offerta per ora soltanto a un numero ristretto di utenti statunitensi, che si limita a suggerire nomi da usare per il tagging delle foto (ogni giorno ne vengono caricate cento milioni), e ci sarà una funzione di rinuncia che permetterà all'utente di non farsi includere nella lista dei nomi suggeriti da Facebook per il tagging.
Secondo Chris Cox, Vice President of Product di Facebook, intervistato da Cnet, la funzione non deve inquietare ma è un bonus, perché permette di allertare gli utenti dell'esistenza di una loro foto su Facebook, dalla quale potranno rimuovere il tag. In alternativa potranno chiedere a chi ha pubblicato la loro foto di rimuoverla.
L’impiegato di Harrods e lo scherzo delle luci di Natale
Licenziato da Harrods, si vendica con una parolaccia gigante nelle luminarie natalizie
Spopola in Rete una foto che mostra la facciata dei celeberrimi magazzini londinesi Harrods decorata per le feste natalizie con mille luci colorate. Luci che però compongono una gigantesca scritta scurrile, in inglese ma conosciuta internazionalmente, che comincia per F e finisce per OFF. La vedete qui accanto rovesciata per non urtare gli animi sensibili.
La colpa del gestaccio sarebbe di Lloyd Hudson, 36 anni, abitante di Ilford, nell'Essex, uno dei Babbi Natale del reparto giocattoli del grande magazzino, licenziato pochi giorni fa.
Secondo il racconto che gira in Rete, il signor Hudson, furibondo per il licenziamento, ha trovato la sala di controllo delle luci, ha decifrato i comandi e ha spento selettivamente le 10.000 lampade delle decorazioni esterne di Harrods in modo da lasciare accese quelle che componevano la scritta offensiva.
Non è vero niente, anche se su Twitter la foto sta spopolando: è una parodia, basata su un fotomontaggio, inventata dal sito satirico britannico The Poke. L'immagine originale, che mostra le luci di Harrods del 2009, è qui.
Ci sono cascati in tanti (Dashperiod, Zigonet, su Twitter e in giro per la Rete): cercate di non cascarci anche voi, anche se è una di quelle storie classiche che viene voglia di inoltrare perché stuzzica tante leve emotive, dal Davide che si vendica di Golia all'umiliazione pubblica dei potenti. Prudenza!
Cimici digitali dell’FBI in OpenBSD?
Davvero l'FBI ha messo cimici nel software libero OpenBSD (e nel Mac)?
Un'accusa pesante: l'FBI avrebbe infilato delle vere e proprie “cimici digitali” nel sistema operativo OpenBSD e la cosa potrebbe avere ripercussioni anche su altri sistemi operativi, come per esempio Mac OS X di Apple. Lo afferma una mail del programmatore ed ex consulente dell'FBI Gregory Perry, inviata a Theo de Raadt, capo del progetto OpenBSD, un sistema operativo simile a Unix, aperto e liberamente scaricabile, celebre fra gli appassionati per la sua qualità e sicurezza, tanto da vantare il record invidiabile di due sole falle gravi in dieci anni.
OpenBSD è appunto open: tutto il suo contenuto, il codice sorgente, è pubblico e verificabile, e questo viene interpretato di solito come garanzia di sicurezza e trasparenza. Ma la mail di Perry dice che l'FBI pagò vari sviluppatori del software (e Perry ne fa i nomi) per inserire delle backdoor (accessi segreti) in OpenBSD, specificamente nel suo stack IPSEC, una parte fondamentale per la cifratura e protezione delle reti private virtuali (VPN).
Se fosse vero, sarebbe uno smacco fortissimo per OpenBSD, che ha sempre fatto della sicurezza il proprio vanto principale, ma in generale per uno dei principi fondamentali dell'open source, secondo il quale se il codice è pubblico non può contenere trappole.
Va chiarito subito che per ora si tratta soltanto di un'accusa di cui mancano conferme, anche se una fonte FBI ha Twitterato "esperimento sì, successo no", vale a dire che l'FBI ci ha provato ma non c'è riuscita. O almeno così dice.
L'esame del codice è già in corso e finora non ha trovato tracce di manomissioni o backdoor. Va anche detto che la presunta infiltrazione dell'FBI risalirebbe a dieci anni fa, e in dieci anni lo stack IPSEC di OpenBSD ha subito grandi evoluzioni, quindi di quelle "cimici" oggi potrebbe non essere rimasto nulla.
La faccenda, però, non riguarda solo OpenBSD, che è comunque un prodotto abbastanza di nicchia (ma molto usato per i siti Web). Il codice incriminato è stato in parte riutilizzato in altri sistemi operativi, compreso Mac OS X, per cui secondo Intego "esiste la possibilità che se sono presenti queste backdoor, ne possa essere affetto Mac OS X" e che lo stesso valga per "altre suite e framework di sicurezza in vari sistemi operativi". Sempre Intego sottolinea che al momento "non c'è motivo di non usare una VPN su Mac OS X; se esistono queste backdoor, sono probabilmente accessibili soltanto all'FBI (o ad altre agenzie di sicurezza) e a meno che temiate che queste agenzie acquisiscano le informazioni che trasmettete su una VPN, siete probabilmente al sicuro."
Non so quanto siano davvero rassicuranti queste parole, ma c'è una cosa importante da sottolineare a chi pensa che questa possa essere una sconfitta per la filosofia open source: è solo grazie alla disponibilità pubblica del codice sorgente che si può verificare se quest'accusa è vera o no. Gli altri sistemi operativi, quelli che non divulgano il proprio codice, non consentono di sapere cosa c'è dentro.
2010/12/16
Italiano nello spazio per sei mesi
Vai Paolo!
L'astronauta italiano Paolo Nespoli è partito ieri verso lo spazio per una permanenza di sei mesi sulla Stazione Spaziale Internazionale. Ecco il video del decollo della Soyuz russa a bordo della quale ha raggiunto lo spazio dal cosmodromo di Baikonur (la stessa rampa di lancio usata quasi cinquant'anni fa da Yuri Gagarin) insieme al comandante russo Dmitry Kondratyev e all'astronauta statunitense Catherine Coleman.
L'arrampicata e l'accelerazione fino all'orbita intorno alla Terra hanno richiesto nove minuti e mezzo; ora ci vorranno due giorni per raggiungere la Stazione Spaziale Internazionale. L'attracco è previsto per venerdì. Maggiori dettagli sono su Spaceflightnow.
2010/12/14
Diretta su Wikileaks alle 11.10 su RSI (ReteUno)
Assange Persona dell'Anno 2010? Ne parliamo alla radio stamattina
L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.
Stamattina alle 11.10 sarò in diretta sulla Rete Uno della RSI (streaming) per parlare di Wikileaks per una cinquantina di minuti insieme agli esperti nel programma Millevoci di Nicola Colotti.
Intanto i lettori di Time hanno votato in massa per nominare Julian Assange Persona dell'Anno con 382.020 voti, staccando nettamente il secondo classificato, il primo ministro turco Erdogan.
Arrivano anche gli emuli di Wikileaks. Debutta OpenLeaks, gestito dall'ex numero due di Wikileaks Daniel Domscheit-Berg, che avrà un approccio differente: fornirà un luogo anonimo nel quale depositare informazioni scottanti e poi le passerà ai media (Punto Informatico).
La Electronic Frontier Foundation riassume gli attacchi contro Wikileaks e segnala un'analisi (PDF) autorevolissima degli aspetti legali della vicenda, redatta dall'ufficio legale del Congresso degli Stati Uniti (Congressional Research Service), che mette in guardia contro le richieste, fatte da vari politici, di incriminare o addirittura assassinare Julian Assange. Infatti Assange non è un traditore (non è cittadino USA) e non è una spia (non ha sottratto lui i documenti riservati).
Inoltre c'è il precedente pesantissimo dei Pentagon Papers: nel 1971 Daniel Ellsberg, un militare americano, rilasciò ai giornali (inizialmente al New York Times e poi ad altre testate) 7000 pagine di un resoconto ufficiale segreto del vero andamento (disastroso) della guerra in Vietnam, che portò l'opinione pubblica statunitense ad essere contraria al conflitto. L'allora presidente Nixon fece bloccare la pubblicazione, ma la Corte Suprema gli diede torto. Così l'amministrazione Nixon fece di tutto per screditare la fonte e inviò anche degli agenti CIA per aggredire o assassinare Ellsberg, che dopo un periodo di latitanza si costituì. Vi ricorda qualcosa? Promemoria per chi sta preparando roghi mediatici: le accuse a Ellsberg furono annullate e Nixon si dimise in seguito allo scandalo Watergate.
Altre info: PayPal ha sospeso il conto di Wikileaks dopo aver ricevuto una semplice lettera dal Dipartimento di Stato USA (BBC); il MELANI commenta gli attacchi a PostFinance (Swissinfo.ch); chi ha partecipato agli attacchi usando il tool di DDOS "punta-e-clicca" LOIC (Low Orbit Ion Cannon), che ha messo in crisi Paypal, Mastercard e Visa, ha probabilmente divulgato il proprio indirizzo IP (BoingBoing; Gizmodo; BBC); Amazon rifiuta di ospitare i file di Wikileaks, ma è ben contenta di venderli come libro; alcune dichiarazioni contraddittorie di Assange; nove delle chicche più scottanti dei documenti divulgati fin qui (Alternet), per non parlare della lista segreta dei 287 siti vietati in Italia (mirror); la cauzione rifiutata ad Assange nonostante l'appoggio di personalità di spicco britanniche (BBC); Wikileaked, il sito del Washington Post dedicato ai documenti pubblicati da Wikileaks; una visita al datacenter svedese che ospita Wikileaks (BBC); e un elenco delle rivelazioni più significative e imbarazzanti finora emerse dalla piccola frazione di documenti resa pubblica (BBC).
Assange è atteso in tribunale oggi per una nuova richiesta di libertà provvisoria su cauzione. Stando al suo avvocato Mark Stephens, il giornalista è in isolamento mediatico: “non ha accesso al mondo esterno”; secondo il giornalista John Pilger, che gli ha parlato nel carcere di Wandsworth e che si era offerto come garante per la libertà provvisoria, Assange è “in isolamento in un braccio di punizione” (BBC).
Aggiornamento (16:50): La richiesta di scarcerazione su cauzione è stata accettata. Assange resterà in carcere per almeno 48 ore in caso di un possibile appello da parte della pubblica accusa. La cauzione è stata fissata in 200.000 sterline (236.000 euro, 305.000 franchi) e Assange dovrà consegnare il proprio passaporto, rispettare un coprifuoco e indossare un bracciale elettronico di localizzazione (BBC). Sarà libero fino alla prossima udienza, fissata per l'11 gennaio 2011 (NY Times).
Ancora una volta, con sentimento: Wikileaks non è Wikipedia
Gli amici wikipediani mi chiedono di sottolineare di nuovo che non c'è nessun legame fra Wikipedia, l'enciclopedia libera, e Wikileaks, a parte le prime quattro lettere del nome. Questo è forse ovvio per noi internauti, ma evidentemente non lo è per il presidente francese Sarkozy e per altri personaggi di spicco che hanno commesso gaffe piuttosto patetiche, come racconta bene The Signpost di Wikipedia. Facepalm cosmico, lo so.
2010/12/11
Le cose che non colsi - 2010/12/11
Cadaveri indistruttibili, capsule spaziali private e altre chicche
I cadaveri non si decompongono più come una volta, a causa del consumo di cibi pieni di conservanti. O almeno così dice un allarme circolante in Rete (grazie a Giorgio S. per la segnalazione). La mia indagine è su Wired.it.
Una bella demo video della BBC mostra come si rubano i dati di uno smartphone scavalcando il PIN oppure via Wifi creando una rete Wifi fasulla e suggerisce un ottimo metodo per farsi dare il PIN di una carta di credito.
Davvero un addetto agli scanner aeroportuali è stato colto ad autocompiacersi delle immagini dei passeggeri? No, la fonte è il sito-parodia Daily Squib. Info anche su Snopes.com.
Il video di una persona che si getta dal tetto di un edificio di cinque piani e sopravvive all'impatto grazie alla neve sembra autentico: su Wired.com trovate un'analisi e un link al software di simulazione e analisi fisica Tracker.
Antropico o meno, il riscaldamento globale c'è e ammonta a 0,8 gradi centigradi dal 1880: la NASA ne presenta una mappa mondiale che cerca di eliminare le oscillazioni annuali. Due terzi della variazione si sono verificati dal 1975 in poi.
Il ransomware è software ostile che sequestra i vostri dati e chiede un riscatto per sbloccarli: Sophos.com segnala Troj/Ransom-U, che viaggia sotto forma di documento PDF taroccato. Scaricando il PDF e aprendolo sotto Windows, viene installato il software che cifra i dati dell'utente e poi fa comparire una richiesta di denaro (120 dollari) per decifrarli. Un buon antivirus dovrebbe rilevare l'attacco. Consigliabile, come sempre, un backup dei dati.
L'iPad 2 arriverà ad aprile, secondo indiscrezioni abbastanza ben documentate (Ars Technica). Conviene aspettare qualche mese, se siete interessati alla tavoletta di Apple. Prevista almeno una videocamera integrata. Era ora.
Sono intrigatissimo da Kinect, soprattutto ora che a) è stato craccato e quindi esiste il software per usarlo su qualunque sistema operativo b) esiste un software che permette di generare un'animazione di una spada laser in tempo reale. Notevole anche quest'altro effetto 3D. C'è anche una bella demo di interfaccia in stile Minority Report.
La prima capsula spaziale privata capace di portare passeggeri è andata nello spazio a bordo di un razzo, anch'esso privato, ed è tornata sana e salva. Le foto dell'ammaraggio della capsula Dragon rievocano fortemente quelle delle missioni Apollo di quarant'anni fa.
Un'immagine che riassume magnificamente la polemica sui palpeggiamenti (probabilmente inutili, stando agli addetti ai lavori del Journal of Transportation Security) introdotti negli aeroporti USA per le persone sospette (da BoingBoing):
Lo sappiamo che la lapidazione è un abominio, ma quando viene mostrata con la clinica freddezza di un disegno che sembra tratto da un manuale d'istruzioni per un asciugacapelli questa consapevolezza diventa devastante (National Post):
Pensate alla vostra giornata, alla vostra corsa per i regali di Natale e ai vostri problemi quotidiani e confrontateli con questo disegno. Aiuterà a riprendere il senso delle proporzioni.
2010/12/10
Antibufala: i cadaveri non si decompongono più, è colpa dei conservanti nei cibi!
Questo articolo era stato pubblicato inizialmente su Wired.it, dove non è più disponibile, per cui lo ripubblico qui.
I conservanti che ingeriamo avrebbero un effetto collaterale tanto inaspettato quanto inquietante: impedirebbero la decomposizione dei cadaveri, causando intasamenti nei cimiteri. Almeno così sostengono articoli e post di blogger circolanti in Rete, che citano vari addetti ai lavori a conferma di questa tesi.
Per esempio, Psichesoma.com la attribuisce a un "collega anatomopatologo", rigorosamente anonimo, secondo il quale "i cimiteri dei piccoli comuni da qualche anno stanno avendo problemi di mancanza di loculi" perché "quando riesumano le salme per trasferirle nell'ossario le trovano ancora tutte intere", grazie al fatto che "da una quarantina di anni mangiamo cibi pieni di conservanti e questi rimangono nel nostro corpo e conservano anche noi oltre che i cibi." Brrr.
La storia viene ampiamente ripresa nella blogosfera, per esempio presso Biospazio.it, Express-news.it, Agorà Magazine e in tanti altri siti e blog.
La tesi circola anche all'estero, citando sempre fonti specialistiche ma anonime, come "un amico che aveva un compagno di classe che era il figlio di un impresario di pompe funebri" (blog del professore di psicologia Seth Roberts, ripreso e amplificato dal seguitissimo BoingBoing.net).
Sfogliando i siti che citano questa tesi si nota un elemento ricorrente: quasi tutti hanno propensioni ambientaliste e concludono il proprio racconto con la raccomandazione di tornare a mangiare biologico per scongiurare questa conservazione innaturale.
Il sospetto, insomma, è che la storia venga amplificata e propagata soprattutto perché corrisponde a una specifica visione del mondo e conferma un pregiudizio emotivo classico delle bufale: la paura delle sostanze sconosciute e l'inquietudine per l'uso e l'abuso di conservanti, che in questo caso assumono una connotazione mitica e macabra.
Il messaggio di fondo della storia che viene diffusa è che i conservanti fanno talmente male che causano effetti contro natura persino dopo la morte, quindi sono diabolici. Il preconcetto e il peso emotivo della storia fanno mettere da parte la prudenza e il raziocinio e inducono a disseminare l'allarme senza porsi la domanda fondamentale: è vero?
Tutte le fonti di questa storia citano specialisti, ma non ne fanno i nomi. Non includono riferimenti adarticoli di letteratura medica o a dati statistici sulla conservazione dei cadaveri. In altre parole, la storia non ha alcuna conferma autorevole. Inoltre se ci fosse stata una drastica variazione nella velocità di decomposizione dei corpi la letteratura medica ne dovrebbe parlare, specificamente nel settore della medicina legale. Le mie ricerche negli archivi, tuttavia, non hanno trovato nulla. Anche siti specialistici come Funerali.org non riportano questioni riguardanti i conservanti alimentari.
Inoltre ci sono luoghi, come la Outdoor Research Facility del Forensic Anthropology Center della University of Tennessee, dove dal 1981 gli specialisti imparano il macabro mestiere dell'analisi di cadaveri lavorando direttamente sul campo nel senso più letterale: i corpi di persone che hanno dato apposite disposizioni testamentarie vengono collocati in varie condizioni in un terreno protetto e lasciati a decomporre affinché possano essere studiati da chi fa medicina legale per le forze di polizia e per addestrare i cani poliziotto (pensateci la prossima volta che vi lamentate del vostro lavoro). Non risulta che vi siano problemi di eccessiva o alterata conservazione.
Anche le leggi italiane in materia (per esempio il DPR 285/1990, in particolare all'articolo 82 che definisce i tempi normali di mineralizzazione dei cadaveri, o la circolare 10/98 del Ministero della Sanità) non sembrano indicare problemi di questo genere.
C'è un altro aspetto che suggerisce che si tratti di una leggenda metropolitana: la stessa storia ricorre in varie forme da decenni. Per esempio, il celebre sito antibufala Snopes.com cita la diceria che già durante la guerra del Vietnam (terminata nel 1975) i corpi dei soldati americani si decomponevano più lentamente di quelli vietnamiti a causa dell'abbondanza di conservanti nella dieta americana. E c'è una conferma al contrario: quella del Weekly World News, pubblicazione-cult nel settore delle notizie inventate, che nel numero del 7 maggio 1991 include un articolo (mostrato nell'immagine qui sopra) che parla proprio della dieta-spazzatura americana che mantiene "freschi come fiori" i cadaveri statunitensi, lamentando il conseguente disagio occupazionale degli impresari di pompe funebri, che non vengono più chiamati a imbalsamare i defunti. E se lo dice il Weekly World News, state sicuri che gatta ci cova.
I conservanti che ingeriamo avrebbero un effetto collaterale tanto inaspettato quanto inquietante: impedirebbero la decomposizione dei cadaveri, causando intasamenti nei cimiteri. Almeno così sostengono articoli e post di blogger circolanti in Rete, che citano vari addetti ai lavori a conferma di questa tesi.
Per esempio, Psichesoma.com la attribuisce a un "collega anatomopatologo", rigorosamente anonimo, secondo il quale "i cimiteri dei piccoli comuni da qualche anno stanno avendo problemi di mancanza di loculi" perché "quando riesumano le salme per trasferirle nell'ossario le trovano ancora tutte intere", grazie al fatto che "da una quarantina di anni mangiamo cibi pieni di conservanti e questi rimangono nel nostro corpo e conservano anche noi oltre che i cibi." Brrr.
La storia viene ampiamente ripresa nella blogosfera, per esempio presso Biospazio.it, Express-news.it, Agorà Magazine e in tanti altri siti e blog.
La tesi circola anche all'estero, citando sempre fonti specialistiche ma anonime, come "un amico che aveva un compagno di classe che era il figlio di un impresario di pompe funebri" (blog del professore di psicologia Seth Roberts, ripreso e amplificato dal seguitissimo BoingBoing.net).
Sfogliando i siti che citano questa tesi si nota un elemento ricorrente: quasi tutti hanno propensioni ambientaliste e concludono il proprio racconto con la raccomandazione di tornare a mangiare biologico per scongiurare questa conservazione innaturale.
Il sospetto, insomma, è che la storia venga amplificata e propagata soprattutto perché corrisponde a una specifica visione del mondo e conferma un pregiudizio emotivo classico delle bufale: la paura delle sostanze sconosciute e l'inquietudine per l'uso e l'abuso di conservanti, che in questo caso assumono una connotazione mitica e macabra.
Il messaggio di fondo della storia che viene diffusa è che i conservanti fanno talmente male che causano effetti contro natura persino dopo la morte, quindi sono diabolici. Il preconcetto e il peso emotivo della storia fanno mettere da parte la prudenza e il raziocinio e inducono a disseminare l'allarme senza porsi la domanda fondamentale: è vero?
Tutte le fonti di questa storia citano specialisti, ma non ne fanno i nomi. Non includono riferimenti adarticoli di letteratura medica o a dati statistici sulla conservazione dei cadaveri. In altre parole, la storia non ha alcuna conferma autorevole. Inoltre se ci fosse stata una drastica variazione nella velocità di decomposizione dei corpi la letteratura medica ne dovrebbe parlare, specificamente nel settore della medicina legale. Le mie ricerche negli archivi, tuttavia, non hanno trovato nulla. Anche siti specialistici come Funerali.org non riportano questioni riguardanti i conservanti alimentari.
Inoltre ci sono luoghi, come la Outdoor Research Facility del Forensic Anthropology Center della University of Tennessee, dove dal 1981 gli specialisti imparano il macabro mestiere dell'analisi di cadaveri lavorando direttamente sul campo nel senso più letterale: i corpi di persone che hanno dato apposite disposizioni testamentarie vengono collocati in varie condizioni in un terreno protetto e lasciati a decomporre affinché possano essere studiati da chi fa medicina legale per le forze di polizia e per addestrare i cani poliziotto (pensateci la prossima volta che vi lamentate del vostro lavoro). Non risulta che vi siano problemi di eccessiva o alterata conservazione.
Anche le leggi italiane in materia (per esempio il DPR 285/1990, in particolare all'articolo 82 che definisce i tempi normali di mineralizzazione dei cadaveri, o la circolare 10/98 del Ministero della Sanità) non sembrano indicare problemi di questo genere.
C'è un altro aspetto che suggerisce che si tratti di una leggenda metropolitana: la stessa storia ricorre in varie forme da decenni. Per esempio, il celebre sito antibufala Snopes.com cita la diceria che già durante la guerra del Vietnam (terminata nel 1975) i corpi dei soldati americani si decomponevano più lentamente di quelli vietnamiti a causa dell'abbondanza di conservanti nella dieta americana. E c'è una conferma al contrario: quella del Weekly World News, pubblicazione-cult nel settore delle notizie inventate, che nel numero del 7 maggio 1991 include un articolo (mostrato nell'immagine qui sopra) che parla proprio della dieta-spazzatura americana che mantiene "freschi come fiori" i cadaveri statunitensi, lamentando il conseguente disagio occupazionale degli impresari di pompe funebri, che non vengono più chiamati a imbalsamare i defunti. E se lo dice il Weekly World News, state sicuri che gatta ci cova.
2010/12/08
9 dicembre: doppio appuntamento lunare a Brescia
Il 9 dicembre posso proporvi un doppio appuntamento a Brescia, se vi interessa la storia delle esplorazioni spaziali e degli sbarchi sulla Luna e volete togliervi qualche dubbio o curiosità sull'argomento.
Alle 15 sarò all'Ateneo di Brescia, in via Tosio 12, per un incontro riservato agli studenti e ai docenti delle scuole superiori; alle 20:30 sarò al Museo di Scienze di Brescia, in via Ozanam 4, per un incontro aperto al pubblico e a ingresso libero. Per tutti i dettagli, contattate gli organizzatori (CICAP e Mathesis) presso mathesisbs chiocciola tiscali.it.
Avrò con me un po' di oggettistica spaziale e qualche copia del mio libro Luna? Sì, ci siamo andati! e del documentario Contact Light. Se avete qualche amico lunacomplottista, portatelo. Garantisco che non mordo.
Tre lunacomplottisti convertiti, due sale piene, tante domande che dimostrano l'interesse per l'argomento nonostante siano passati quarant'anni (o forse proprio per questo), e la compagnia e l'ospitalità degli amici: l'unico rimpianto è non aver visto Brescia a causa del poco tempo che sono riuscito a ritagliare dal lavoro. Ma recupererò. Grazie a chi c'era e buon divertimento a chi vedrà il video della serata, che dovrebbe essere messo a disposizione su Internet a breve.
Alle 15 sarò all'Ateneo di Brescia, in via Tosio 12, per un incontro riservato agli studenti e ai docenti delle scuole superiori; alle 20:30 sarò al Museo di Scienze di Brescia, in via Ozanam 4, per un incontro aperto al pubblico e a ingresso libero. Per tutti i dettagli, contattate gli organizzatori (CICAP e Mathesis) presso mathesisbs chiocciola tiscali.it.
Avrò con me un po' di oggettistica spaziale e qualche copia del mio libro Luna? Sì, ci siamo andati! e del documentario Contact Light. Se avete qualche amico lunacomplottista, portatelo. Garantisco che non mordo.
Post eventum
Tre lunacomplottisti convertiti, due sale piene, tante domande che dimostrano l'interesse per l'argomento nonostante siano passati quarant'anni (o forse proprio per questo), e la compagnia e l'ospitalità degli amici: l'unico rimpianto è non aver visto Brescia a causa del poco tempo che sono riuscito a ritagliare dal lavoro. Ma recupererò. Grazie a chi c'era e buon divertimento a chi vedrà il video della serata, che dovrebbe essere messo a disposizione su Internet a breve.
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