Nuovo OS X, questo Leone vuole fare un po' troppo la chioccia
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La gatta Pallina e un MacBook Air al Maniero Digitale. |
Non potendo aspettare l'arrivo degli ultrabook di altre marche sui quali montare Linux e Impress di OpenOffice.org/LibreOffice, ho comperato un MacBook Air da 13 pollici con OS X 10 Lion. Queste sono le mie prime impressioni, suscettibili di aggiornamenti, sull'hardware e sul software. Non pretendo che le condividiate: prendetele solo come un mio parere basato sull'uso specifico che ne faccio io.
Hardware
L'Air 2011 è una macchina splendida: una di quelle che ti fa dire “è così che dovrebbero essere i computer”. Leggera da portare in giro, fresca (non un tostapane come il mio MacBook Pro), potente e sorprendentemente veloce. Un piacere da usare e tenere in grembo o sul tavolino del treno per essere produttivi ovunque.
Ma come, non avevo liquidato l'Air come un giocattolo per esibizionisti? Certamente, ma la versione di tre anni fa alla quale mi riferivo era tutt'altra creatura rispetto a questo Air 2011, che ha di default un disco rigido a stato solido, uno schermo con un trattamento antiriflesso sorprendente (gli ho puntato addosso per errore il puntatore laser e l'ha letteralmente assorbito, tanto che credevo che il puntatore si fosse spento), e soprattutto un prezzo e delle prestazioni molto simili al MacBook Pro equivalente. Sull'Apple Store italiano, l'Air 13" costa 1260 euro (1349 franchi in quello svizzero), mentre il Pro 13" base costa 1158 euro (1299 franchi nello Store svizzero). Cento euro e spiccoli di divario, mentre la differenza di prezzo, all'epoca, era di 650 euro.
Certo, per cento euro in più si ha parecchio hardware in meno: niente masterizzatore, un processore meno potente, un disco rigido meno capiente, nessuna porta Ethernet integrata e altro ancora. Ma per l'uso che ne faccio io è uno scambio vantaggioso: niente peso del masterizzatore, un processore comunque più che sufficiente per quello che devo fare (regge senza problemi il riconoscimento vocale di Dragon Dictate 2.5), un disco rigido meno delicato e vorace con la batteria (che dura almeno cinque ore con una luminosità media dello schermo).
Portarsi in giro l'adattatore USB-Ethernet (che si paga a parte) è accettabile. Due porte USB sono sufficienti per un uso mobile e lo slot per scheda SD è ottimo per riversare rapidamente foto durante viaggi e reportage. La tastiera (retroilluminata) è passabile, anche se la corsa dei tasti è comprensibilmente minima. Se l'Air avesse un modem cellulare integrato e una cornice meno spessa per lo schermo sarebbe il laptop perfetto.
Resta valida l'altra critica che feci a suo tempo al primo Air: le dimensioni. La versione da 13" è ancora troppo grande per l'uso ultramobile, ma oggi per chi ha quest'esigenza c'è anche la versione da 11". Io ho scelto la versione più grande perché per le presentazioni mi serve uno schermo meno piccolo di quello di un netbook.
Software
Sleep mode. |
Il suo stile esasperatamente pallido, monocromatico e minimalista (in Finder e Mail, per esempio), le sue opzioni iPad-ose (LaunchPad, lo scrolling rovesciato, i default di Mail) e il suo atteggiamento da chioccia sono fastidi controbilanciati solo a malapena dall'opzione di riavvio istantaneo con le applicazioni già aperte, che trovo un vantaggio enorme per chi viaggia e si trova ad aprire e chiudere il laptop di fretta.
Anche alcuni gesti multi-touch sono un grande aiuto, specialmente su un laptop: trovo particolarmente utile il “trascina-e-seleziona” con un gesto unico (scorrimento con tre dita).
In cima alla lista delle offese all'informatica di Lion metto invece senza esitazioni lo scrolling invertito impostato di default. Da che mondo è mondo, quando faccio scorrere le dita verso il basso su un touchpad, lo schermo scorre verso l'alto, come avviene con un mouse (la metafora è che si sposta l'inquadratura del documento); in Lion, invece, l'impostazione predefinita è che se muovo le dita verso il basso, l'immagine sullo schermo scorre verso il basso. Apple lo chiama “naturale”, ma per chi viene dall'informatica e non dai telefonini o iCosi è spontaneo e naturale come asciugarsi dopo un bidet con la carta vetrata. Per fortuna è disattivabile.
Inoltre trovo irritante la scelta di nascondere la cartella Library dell'utente, che in passato era visibile all'utente. Per esempio, per copiare la mia sterminata raccolta di bookmark di Firefox e di signature di Mail ho sempre usato una semplice copia dei file dalla Library del vecchio computer a quello nuovo (il Sync di Firefox non mi funziona per niente). Con Lion quest'operazione viene ostacolata. Il messaggio è chiaro: l'utente è un utonto al quale è meglio non far toccare gli ingranaggi (ma allora perché non nascondere Library e System nella root del sistema operativo?).
Si può rendere visibile la Library in modo permanente (con il comando da Terminale chflags nohidden ~/Library) o accedervi comunque in vari modi (il più elegante mi pare quello di premere il tasto Opzione mentre si clicca sul menu Go del Finder).
L'assenza di Flash preinstallato è un'altra scocciatura che alimenta la guerra di Apple contro Adobe senza dare nessun vantaggio agli utenti Apple. Si risolve scaricando e installando Flash dal sito di Adobe, ma questa è una cosa che gli utenti non dovrebbero aver bisogno di fare. Idem dicasi per Java, anche se oggi la necessità di supportare Java è rara (NeoOffice ce l'ha).
Altrettanto irritante, sempre a mio parere, è il raggruppamento per conversazioni applicato da Mail. Anche questo è disattivabile, ma va disattivato per ogni singola cartella è una di quelle opzioni che mi sembra generare più confusione che chiarezza (se cancello, cancello l'intera conversazione o la singola mail?). Se avete provato anche voi Lion e/o l'Air e volete condividere le vostre impressioni, i commenti sono a vostra disposizione.
Questo articolo vi arriva grazie alla gentile donazione di “rcervi”. Tutto l'hardware e software citato nella recensione è stato acquistato da me senza alcuno sconto o beneficio fornitomi dal produttore o da terzi.
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