Alle 20.30 di oggi (10 febbraio) sarò all'Auditorium Pezzoli di Leffe (Bergamo) per un incontro pubblico sul tema delle bufale e della disinformazione nei media.
Un simpatico esempio di questa disinformazione arriva proprio dall'Eco di Bergamo, che pubblica una serie di mie parole virgolettate che non ho mai pronunciato e che sono perlomeno fantasiose nei loro contenuti.
L'incontro è a ingresso libero ed è organizzato dal gruppo Leffegiovani.
A stasera!
Post eventum
Purtroppo la serata è stata interrotta bruscamente da un gruppo di complottisti undicisettembrini non appena ho toccato di striscio l'argomento degli attentati, che era del tutto marginale rispetto al tema dell'incontro.
Erano venuti già attrezzati per provocare (come vedete dai loro cartelli qui accanto, abbandonati dopo l'incontro) e il loro intervento ha dimostrato ancora una volta il motivo di fondo per il quale il cospirazionismo fallisce miseramente: l'incapacità di dialogare civilmente.
Quand'anche avessero ragione, presentandosi così squalificano subito la propria causa. Hanno fatto una figuraccia epica, rifiutando le mie ripetute offerte di dibattito, interrompendosi a vicenda e strillando insulti e slogan fra i quali spiccava un memorabile “Io sono Dio” (in confronto l'Uomo del Boiler di Verrès era un fine dicitore).
Se volete tutti i patetici dettagli, potete guardare la registrazione qui o qui. L'Eco di Bergamo ha pubblicato un resoconto della serata con una foto degli intrepidi contestatori. Segnalo questo commento sconsolato di uno spettatore-blogger, in cui qualche simpatizzante degli impavidi si paragona addirittura alle vittime dei campi di sterminio: “Per noi sentire Attivissimo è come per un deportato nei campi di concentramento nazisti o nei gulag di Stalin sentirsi dire che in campi non sono esistiti… ”. Non serve aggiungere altro.
Non c'è neanche da sperare che si tratti di un atteggiamento isolato: Sciechimiche.org e Massimo Mazzucco (responsabile di Lugocomune.net) esultano per il grande risultato.
A quanto pare per loro prendersela con un blogger di campagna, invece di andare per esempio in tribunale a denunciare i mandanti dei complotti di cui tanto parlano, è un trionfo nella ricerca della verità. A me sembra una misura della pochezza dei complottisti.
A parte questo, è stato bello vedere gente giovane darsi da fare per creare qualcosa di utile per il proprio paese. Grazie a tutti (o quasi tutti) di essere venuti: spero di aver fatto conoscere un aspetto poco conosciuto del giornalismo dal quale dipendiamo per conoscere il mondo.
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