“Facebook: il ministero degli Interni ha ottenuto le chiavi per entrare nei profili”. Titolone da panico, sbandierato da vari blog e dalla pagina ufficiale di Vasco Rossi (come nota Faceblog) come se fosse una novità totale.
Ma una rapida invocazione di San Google, che qualunque aspirante blogger-giornalista avrebbe potuto fare prima di rigurgitare l'ennesima bufala paranoica, rivela che il testo dell'articolo è non solo rubato (a L'Espresso, per la precisione), ma è anche vecchio. Risale a ottobre del 2010. Ne avevo parlato qui, linkando anche la smentita e la risposta della Polizia Postale.
Ovviamente ognuno è libero di non credere alle smentite della Polizia Postale e fidarsi invece di un blogger anonimo o di Vasco Rossi. Ma in ogni caso sarebbe magari opportuno chiedersi se non sia un tantinello da ingenui sovversivi della domenica fidarsi delle promesse di privacy di Facebook e pubblicare su un social network qualcosa che potrebbe far gola agli inquirenti.
Per dirla com'è, che son di fretta: con o senza intercettazioni o chiavi ministeriali per entrare nei profili, postare qualcosa su Facebook e presumere che resti privato è semplicemente idiota.
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