DNS.
Acronimo di Domain Name System,
il sistema di Internet che traduce i nomi dei siti in indirizzi IP e
viceversa, ma anche di Domain Name Server,
termine con il quale si definiscono i computer che realizzano in
concreto questo sistema.
L’indirizzo
IP è paragonabile al numero di telefono di un utente della rete
telefonica. Su Internet il traffico viene smistato in base
all’indirizzo IP, che però è una serie di numeri difficile da
ricordare, per cui si preferisce assegnare a ciascun indirizzo
numerico uno o più indirizzi testuali facilmente ricordabili.
Quest'assegnazione e le regole che la governano sono appunto il
Domain Name System.
È un
dettaglio tecnico vitale di Internet che solitamente rimane dietro le
quinte ma ogni tanto emerge in modo importante. Per esempio, pochi
giorni fa in Italia sono diventati improvvisamente inaccessibili
ben 27 siti nazionali e internazionali legati alla custodia di file e
allo streaming di video. Alcuni nomi: Uploaded, Rapidgator,
Megaload, Nowvideo, Videopremium, Bitshare, Filmpertutti.tv e la
svizzera Cyberlocker.ch (l’elenco completo è qui).
Siti usati da milioni di persone e bloccati completamente, per chi vi
accede dall’Italia, a causa di un ordine di sequestro preventivo
emesso dalla Procura della Repubblica di Roma ed eseguito dalla
Polizia Postale italiana. La causa dell’oscuramento è la denuncia
della presenza, su questi siti, di copie illegali di un film
d’animazione francese.
Il problema
dell’azione legale italiana è che per tutelare un singolo film
sono stati inibiti tutti gli accessi a questi siti, compresi quelli
degli utenti che non hanno nulla a che fare con violazioni del
diritto d’autore ma usano questi depositi online semplicemente per
condividere documenti, fotografie o progetti di grandi dimensioni di
cui sono i legittimi proprietari.
Immaginate
che un giudice faccia bloccare Dropbox oppure Google Drive o Skydrive
di Microsoft perché ha ricevuto denuncia del fatto che uno di questi
siti ospita una copia pirata di un film e sarà chiaro che il
provvedimento italiano ha delle conseguenze che secondo alcuni
esperti
sono sproporzionate.
Il
provvedimento fa discutere anche per via della sua inefficacia di
fondo: è infatti sufficiente cambiare le impostazioni del Domain
Name Server (nella configurazione di rete del proprio sistema
operativo, secondo istruzioni
facilmente reperibili con una ricerca in Rete) e adottare il DNS di
Google (8.8.8.8, 8.8.4.4) o di OpenDNS (208.67.222.222,
208.67.220.220)
per far tornare accessibili i siti apparentemente oscurati. Ed è in
casi come questo che sapere come funziona questa parte
dell'infrastruttura di Internet diventa improvvisamente prezioso.
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