Possibile che
qualcuno ancora abbocchi alla truffa del riccone in difficoltà che
chiede aiuto per concludere un affare milionario? Sì, possibile, e
stavolta le vittime, un agente immobiliare statunitense e la sua
compagna, ci hanno rimesso 1,6 milioni di dollari nel corso di
quattro anni. Il truffatore si spacciava per il figlio di Joseph
Kabila, presidente della Repubblica Democratica del Congo.
Nel 2005
contattò l’agente immobiliare dicendo che voleva comperare
numerose case molto costose per conto del padre e offriva una lauta
commissione all’agente. Problemino: il governo americano aveva
bloccato i fondi, circa 43 milioni di dollari. Al sedicente figlio di
Kabila servivano degli anticipi di qualche decina di migliaia di
dollari per mandare avanti l’affare e sbloccare i fondi. Il
truffatore chiese all’agente se poteva dare una mano in questo
senso e offriva come garanzie una lettera di elogio da parte di un
senatore statunitense e vari altri certificati. La sventurata vittima
accettò, incontrando più volte il finto figlio di Kabila, al quale
finì per inviare al truffatore 635.000 dollari a copertura di spese
in realtà inesistenti: finte spese di alloggio, finti processi e
persino una finta incarcerazione.
Quando
l’agente immobiliare fece bancarotta, il truffatore si rivolse alla
compagna dell’agente, che inviò altri 970.000 dollari, fino a fare
bancarotta anche lei. Nessuno dei due neosquattrinati aveva fatto
alcuna verifica della credibilità del personaggio prima di
affidargli queste somme. In particolare non era stato notato un
dettaglio rivelatore: il sedicente figlio del presidente dichiarava
di avere 41 anni, ossia la stessa età del presidente che in teoria
sarebbe stato suo padre. I dettagli della vicenda incredibile sono
raccontati nell’atto
d’accusa ufficiale.
Il truffatore
è stato arrestato pochi giorni fa a San Francisco e rischia fino a
vent’anni di carcere. Stavolta non saranno virtuali.
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