Andreste in
giro con un microfono sempre aperto in tasca? Ne piazzereste uno in
soggiorno? Li colleghereste a Internet? Probabilmente no e l’idea
vi parrebbe parecchio intrusiva, soprattutto di questi tempi, ma il
microfono sempre in ascolto viene proposto sempre più frequentemente
dai fabbricanti di dispositivi elettronici non come una forma di
sorveglianza continua, ma come una nuova funzione utile e
desiderabile per il consumatore.
Per esempio,
Google Glass (il computer che s’indossa come un paio di occhiali)
ascolta in continuazione in attesa che il suo proprietario dica le
parole chiave “OK Google”.
Secondo indiscrezioni,
l’imminente telefonino Moto X di Google tiene il microfono sempre
aperto per rispondere ai comandi dell’utente senza dover premere
pulsanti o sbloccare lo schermo: gli si parla e lui impara la voce
del padrone. Anche la
Xbox tiene il microfono aperto anche quando è in standby, così
basta pronunciare “Xbox On”
per attivarla.
In teoria
questi dispositivi dovrebbero essere dotati di protezioni per evitare
abusi di questa funzione, ma le falle sono sempre in agguato: è
stato scoperto
recentemente che Google Glass era attaccabile mostrandogli
semplicemente un codice QR (cosa peraltro facile, visto che Glass ha
una telecamera sempre attiva) e resta il problema del dirottamento
del traffico di dati di Glass tramite reti WiFi pirata.
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