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C'è un appello, su Avaaz.org, “contro le concerie scoperte in Svizzera che vendono pelli di gatto” e vuole essere “un grido di stop a livello mondiale affinchè il governo si impegni a fermare questo orrore. Si prega di intervenire immediatamente per rendere ancora più efficaci le pene contro i trasgressori delle norme a tutela degli animali e chi ancora commercia o raccoglie pelli di gatti domestici”.
Il modo in cui viene formulata la petizione fa sembrare che in Svizzera ci siano concerie che vendono tranquillamente pelli di gatto e che il governo non faccia niente. I fatti sono ben diversi, anche se non sono granché rassicuranti per chi, come me, ama i gatti.
In realtà esiste già in Svizzera una legge che vieta esplicitamente il commercio di pelli di gatto. È entrata in vigore soltanto il primo gennaio 2013, ma c'è (a titolo di confronto, la legge italiana analoga è entrata in vigore nel 2002). Prima di questa data, e dal 2008, era proibita soltanto l'importazione delle pelli di gatto. La sanzione per chi trasgredisce il divieto può arrivare a 20.000 franchi (circa 16.000 euro).
Nonostante le sanzioni e l'impegno in prima linea delle associazioni animaliste e di celebrità come Michael Schumacher, il commercio continua però tuttora in forma clandestina, secondo varie segnalazioni, soprattutto per via di una credenza scientificamente infondata che la pelle di gatto sia utile nella cura dei reumatismi. Il problema, insomma, non sta nella mancanza di leggi, ma nell'idiozia della gente che continua a credere a rimedi da fattucchiera. Un altro esempio da citare quando qualcuno chiede che male fanno l'antiscienza e la superstizione.
Fonti: Ufficio Federale di Veterinaria; Parlament.ch; Affaritaliani; BusinessInsider; NYTimes; Swissinfo.ch.
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