Anche se non
pubblicate un post o un commento su Facebook e lo cancellate prima di
inviarlo, Facebook sa che l'avete scritto e poi avete cambiato idea.
È la sorpresa che emerge da uno studio
sull'autocensura degli utenti pubblicato da Facebook stessa.
Lo studio
sottolinea che Facebook raccoglie soltanto i metadati riguardanti i
post o commenti non pubblicati: in altre parole, il social network sa
che l'utente ha scritto qualcosa, quando lo ha scritto e dove aveva
pensato di scriverlo. È già tanto, e sicuramente è più di quello
che sarebbe ragionevole aspettarsi, ma non si tratta del testo vero e
proprio non inviato.
Tuttavia il
codice software che raccoglie questi dati di contorno potrebbe
benissimo raccogliere anche il testo. Lo studio stesso si conclude
dicendo che l'indagine ha permesso di “capire
meglio come e dove si manifesta l'autocensura nei social media;
prossimamente dovremo capire meglio cosa e perché”.
Parole che suggeriscono che il prossimo passo sia esaminare il testo
dei post o commenti non ancora inviati: cosa che del resto fa anche
Google in Gmail quando salva le bozze automaticamente.
Quest'analisi
di pensieri che non volevamo condividere è una forma di sorveglianza
decisamente inattesa, che però secondo Facebook è contemplata dalle
condizioni d'uso del social network che ogni utente ha accettato
(solitamente senza leggerle).
http://www.slate.com/articles/technology/future_tense/2013/12/facebook_self_censorship_what_happens_to_the_posts_you_don_t_publish.html
http://bgr.com/2013/12/13/facebook-user-tracking-deleted-posts/
http://punto-informatico.it/3960635/PI/News/facebook-vede-quello-che-utenti-non-dicono.aspx
http://on.aol.com/video/facebook-keeps-tabs-on-your-deleted-posts-518050778?hp=1&playlist=127173&icid=maing-grid7|main5|dl11|sec1_lnk3&pLid=419764
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