Panico fra gli internauti italiani per il “più vasto sequestro di portali informatici portali mai compiuto in Italia”, come scrive l'avvocato Fulvio Sarzana, elencando alcuni dei 46 siti che offrivano streaming e download di film e telefilm e accusati dal GIP di Roma di essere in violazione del diritto d'autore italiano.
Il termine “sequestro” fa pensare a irruzioni della Guardia di Finanza nelle sale server di questi pirati, ad arresti di massa e tranciamenti di cavi. Nulla di tutto questo: i server sono ancora tranquillamente al loro posto e connessi a Internet. Semplicemente, a quanto risulta dai miei test, è stato ordinato ai provider italiani di modificare i propri DNS in modo da restituire ai propri utenti l'illusione che i siti siano diventati inaccessibili. In realtà all'utente italiano basta di norma una banale modifica delle impostazioni del proprio DNS per eludere completamente il “sequestro”.
Mio screenshot di Mondotorrent.eu stamattina. |
Filmsenzalimiti.net mi risulta ancora attivo; non mi risponde, invece, Filmsenzalimiti.it, che mostra una schermata di sequestro (relativa a un altro provvedimento), probabilmente perché si tratta di un dominio .it sul quale le autorità italiane hanno maggiori possibilità d'intervento.
Non entro nel merito morale o etico delle norme italiane antipirateria audiovisiva: segnalo solo che in Svizzera, dove abito, il download puro di opere vincolate dal diritto d'autore non è punito dalla legge e le forze di polizia non vengono distolte dai compiti di sicurezza per andare a caccia di ragazzini che scaricano film, eppure l'industria del cinema prospera comunque, secondo l'indagine del Consiglio Federale pubblicata nel 2011.
A proposito di Svizzera, l'unico dominio .ch sottoposto a “sequestro”, ossia Watchfreemovies.ch, mi risponde perfettamente. Secondo Domaintools è intestato a Vladimir Stanislav
Kamyanogirska 16, UA-69100 Zaporozhye, Ukraine e secondo IP Location Finder il suo server è fisicamente in Romania.
Viste le modalità tecniche del “sequestro”, chi sa usare Internet continuerà a scaricare esattamente come prima, mentre chi è semplice cliccatore d'icone, trovandosi improvvisamente a bocca asciutta, imparerà a cambiare il proprio DNS. Risultato netto sulla pirateria: zero. Esattamente come tutti gli altri “sequestri” precedenti. Anzi, c'è il rischio che gli utenti inesperti imparino il trucchetto del DNS e quindi diventino immuni agli interventi fatti in questo modo. Un po' come dosi da cavallo di antibiotici alla lunga non fanno altro che rendere più resistenti i batteri. Per non parlare della pubblicità gratuita regalata a questi siti dall'annuncio del loro “sequestro”.
Sono curioso di vedere quanti altri decenni passeranno prima che il legislatore si renda conto che questo approccio goffo e maldestro è inutile e che dedicare le poche risorse delle forze dell'ordine a questo genere di intervento è al limite dell'immorale.
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