Questo articolo vi arriva grazie alla gentile donazione di “vebernas*” ed è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.
Stamattina ho ricevuto via mail una contestazione per un video che ho pubblicato anni fa (2009) su Youtube e che ora è stato “bloccato a livello globale” perché include, secondo Youtube, “contenuti visivi gestiti da Red Bull”. Specificamente, Youtube dice che i contenuti contestati sono quelli a partire da 0:37 e mostrati qui sotto: in pratica, Red Bull rivendica diritti sull'immagine di una montagna sulla Luna.
Per la precisione, il video è un'animazione tridimensionale del picco centrale del cratere Tycho, generata dall'agenzia spaziale giapponese JAXA usando i dati altimetrici della sonda Kaguya alcuni anni fa. Cosa c'entri Red Bull, e cosa spinga il sistema automatico di riconoscimento delle violazioni di copyright a rivendicare un diritto di Red Bull su un pezzo di Luna, sinceramente non lo so.
Ovviamente mi sono opposto alla contestazione, ma nelle motivazioni disponibili mancava quella corretta, ossia “manifesta stupidità della contestazione” oppure “Red Bull sta rivendicando diritti su un video che non è suo”. Così ho scelto l'opzione “Il mio utilizzo dei contenuti soddisfa i requisiti legali del fair use o del fair dealing ai sensi delle leggi vigenti sul copyright” e poi ho precisato nella casella di spiegazione che il video non è sotto copyright di Red Bull ma della JAXA e che questo fatto è debitamente indicato nel video stesso.
Stasera è arrivato un aggiornamento di stato: il video è ora “disponibile e riproducibile”, ma resto in attesa di risposta alla mia contestazione.
A questo punto sarei curioso di sapere quale contenuto di Red Bull è stato ritenuto simile a un picco lunare, ma temo di vedere un'ulteriore conferma dell'ottusità di questo sistema di gestione automatica del copyright che scarica l'onere sugli utenti e li considera colpevoli fino a prova contraria. Non per nulla oggi uso principalmente Vimeo, che è molto meno stupido nel partorire dispute di copyright inesistenti.
Aggiornamento (2014/06/17): La vicenda prosegue qui.
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