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L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale. Ultimo aggiornamento: 2014/08/26.
Davvero in Italia c'è una truffa telefonica che causa addebiti a chi semplicemente riceve una chiamata? Così sembrerebbe stando al Giornale, sul quale c'è un articolo (segnalatomi da un lettore, Daniele P.) a firma di Sergio Rame che s'intitola Non rispondete al telefono: ecco come vi rubano il credito.
L'articolo inizia con queste frasi:
“Le telefonate arrivano da un numero normale. Non certo di quelli che iniziano col prefisso 899 e che mettono subito in guardia perché chiaramente a pagamento. Come riporta il Secolo XIX, la trappola arriva da un numero "geografico", cioè da un abbonato fisico: 0824052. Si tratta di un'utenza di Benevento anche se non risulta operativo. Eppure basta una risposta perché il credito inizi a scalare.”
Il titolo e l'ultima frase sono fortemente ingannevoli: fanno sembrare che basti rispondere alla chiamata per trovarsi degli addebiti. In realtà l'addebito truffaldino scatta solo se si richiama il numero.
Questa differenza fondamentale è chiarita dal testo dell'articolo del Secolo XIX (a firma di Marco Menduni) citato dal Giornale, che ha comunque un titolo altrettanto ingannevole: Allarme telefonini: dici «pronto» e sei truffato. Niente affatto: per essere truffati non basta dire “pronto” quando squilla il telefonino, bisogna richiamare il numero che ci ha chiamato.
Soluzione semplice: se vedete chi vi hanno chiamato da un numero che non riconoscete e non avete in rubrica, non richiamate quel numero. Se siete giornalisti o titolisti, invece, ripassate la differenza fra rispondere e richiamare.
Aggiornamento (2014/08/26): Un articolo altrettanto ingannevole è uscito il 4 agosto 2014 sul Messaggero.
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