2015/01/19

Niente è normale nello spazio: neanche un taglio di capelli

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Che cosa ha fatto fare a Samantha la faccia atterrita e divertita che vedete qui accanto? Neanche stavolta c'entrano gli UFO. Ai primi di gennaio ha avuto un incontro ravvicinato con un coiffeur d'eccezione: l'astronauta Terry Virts, suo collega a bordo della Stazione Spaziale Internazionale.

La preoccupazione semiseria di Sam è che Terry non è un parrucchiere d'eccezione per via della sua bravura (ha fatto un breve corso di taglio di capelli prima di partire per lo spazio), ma semplicemente perché il suo salone di bellezza è particolarmente esclusivo: per arrivarci ci vuole un biglietto di viaggio che costa attualmente circa 60 milioni di dollari. I tagli che offre Chez Terry non sono particolarmente sofisticati o alla moda, ma del resto in assenza di peso le regole delle acconciature normali non valgono.

Come potete vedere nel breve video qui sotto, pubblicato oggi dall'ESA, tagliarsi la chioma in assenza di peso è una sfida notevole, non solo perché i capelli non cadono e non si dispongono come fanno normalmente sulla Terra, ma resta in piedi in modalità istrice cosmico, ma anche perché i capelli tagliati sono una fonte di pericolo: non cadono sul pavimento ma fluttuano nell'atmosfera di bordo, con il rischio di essere inalati o ingeriti, di intasare i filtri dell'impianto di ventilazione o di contaminare pannelli di controllo o esperimenti scientifici.

Per evitare questi rischi, l'astroparrucchiere deve essere assistito da un collega (in questo caso il russo Anton Shkaplerov) che usa un aspirapolvere per aspirare continuamente i capelli tagliati.

Comunque non è il caso di lamentarsi dei risultati: vorrei vedere quanti parrucchieri sarebbero in grado di pilotare un veicolo spaziale.


Altre foto e altri dettagli della delicatissima operazione sono qui su Astronautinews.it in italiano.

A proposito dell'allarme per la possibile perdita di ammoniaca di qualche giorno fa, che ha causato un'evacuazione d'emergenza precauzionale della sezione americana della Stazione, era fortunatamente un falso allarme: tutta la vicenda è raccontata qui in italiano.

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