2015/02/26

Antibufala: Italia, gli negano la patente perché è gay

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Un ventottenne di Pavia, tale Simone R., originario della Spezia, si è visto negare dalla Prefettura di Milano il rinnovo della patente di guida perché è omosessuale e questo farebbe mancare i “requisiti psicofisici richiesti”: l'uomo ha quindi presentato ricorso al giudice di pace di Pavia. Così, perlomeno, raccontano in queste ore moltissime testate giornalistiche: Corriere della Sera (a firma di Paola Arosio), ADNKronos, L'Unione SardaTGcom24, La Provincia Pavese, Il Mattino, Affaritaliani, Leggo, Il Giornale (a firma di Ivan Francese), Huffington Post e altre ancora (screenshot qui accanto).

La notizia avrebbe portato anche a un'interrogazione parlamentare del deputato Alessandro Zan (PD) ai ministri dei trasporti e della salute, stando ad alcune delle suddette testate; altre scrivono che per ora si tratta soltanto di un'intenzione.

Ma l'unica fonte diretta della storia della patente negata per omosessualità che viene citata dalle testate giornalistiche è l'associazione Agitalia, a sua volta citata da ADNKronos. Il problema è che Agitalia è una nota fabbrica di bufale, come segnalano diligentemente da tempo Bufale un tanto al chilo e Il Tirreno: anche qui, sembra che nessuna delle testate che ho citato all'inizio si sia presa la briga di cercare Agitalia su Google prima di fidarsene o di fidarsi di ADNKronos. Affaritaliani, fra l'altro, si limita a riportare per intero la nota di Agitalia; il copiaincolla elevato ad arte. Eppure già ieri Francesco Loiacono, su Fanpage.it di Milano, poneva dubbi sull'intera vicenda. Dubbi puntualmente ignorati dalle altre testate nonostante fossero a portata di clic tramite Google.

La giornalista Elena Tartaglione ha invece fatto i debiti controlli: “Ho chiamato l'ufficio stampa della prefettura di Milano, citata nel lancio, mi ha scritto,“mi hanno detto che non ne sanno nulla, che non risulta, che non hanno nessuna persona con quelle caratteristiche che ha fatto esposti, che hanno provato a contattare Agitalia invano, e che insomma è una bufala. Ma non faranno smentite e comunicati.”

La notizia di base è quindi priva di riscontri e proviene da una singola fonte di pessima reputazione.

Lo stato dell'interrogazione parlamentare di Zan era invece ancora confuso al momento della pubblicazione iniziale di questo articolo: sulla propria pagina Facebook, Zan aveva scritto ieri su Twitter di aver “disposto interrogazione”. Successivamente gli ho chiesto aggiornamenti via Twitter, e qualche ora più tardi mi ha risposto di averla “presentata oggi” (26/2). L'ho letta ed è in forma dubitativa: chiede innanzi tutto di accertare se la notizia è vera. Zan mi ha chiarito inoltre di aver preso la notizia da ADNKronos, che a sua volta sostiene di avere come fonte il giudice di pace, e che farà ulteriori verifiche. Ho chiesto lumi ad ADNKronos e ho contattato via mail il giudice di pace di Pavia.

Va chiarito, infine, che questo (presunto) episodio attuale di discriminazione assurda è distinto da quelli avvenuti realmente in passato.

Ancora una volta, insomma, troppe testate giornalistiche pubblicano una notizia senza alcun controllo e senza accorgersi che viene diffusa da un bufalificio conclamato. Per fortuna fra i tanti giornalisti che lavorano male ce n'è qualcuno che si guadagna lo stipendio invece di consumare i tasti Ctrl, C e V.


Aggiornamento (2015/02/01): Ancora nessuna risposta né da ADNKronos, né dal giudice di pace di Pavia.

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