Credit: NASA |
Tutto questo avviene dopo il fallimento della missione di rifornimento della Stazione che doveva essere effettuata da un veicolo Progress il 28 aprile scorso e che invece si è conclusa con il rientro distruttivo incontrollato del veicolo nell'Oceano Pacifico il 9 maggio.
Il reboost è una manovra di routine che viene effettuata periodicamente (l'ultima risale al 6 maggio scorso) per far accelerare leggermente la Stazione, in modo da compensare il suo naturale calo progressivo di altitudine. Alla quota media della Stazione, infatti (circa 400 km), ci sono ancora dei tenuissimi residui d'atmosfera terrestre che a lungo andare hanno un effetto frenante sulle grandi superfici dell'avamposto, per cui la Stazione lentamente rallenta e quindi perde quota. La manovra di reboost del 6 maggio aveva accelerato la Stazione di 1,34 m/s, alzando la sua orbita di circa 2 km.
Questo reboost viene abitualmente effettuato usando i motori di manovra del veicolo russo Progress attraccato alla Stazione (in questo momento è l'esemplare M-26M, attraccato al modulo Zvezda da febbraio scorso), ma ieri alle 1:14 UTC questi motori non si sono accesi a comando, probabilmente a causa di “un problema legato al software” che “ha una causa piuttosto ben conosciuta” e che “potrà essere risolto per effettuare un reboost il 18 maggio”, secondo SpaceFlight101. Sputniknews, citando fonti di RIA Novosti, dice che il problema non riguarda l'accensione vera e propria ma la procedura preliminare all'accensione.
L'accensione fallita aveva una durata prevista di 901 secondi e avrebbe dovuto accelerare la Stazione di 1,64 m/s, alzandola di 2,8 km in modo da predisporre l'orbita della Stazione per il rientro della Soyuz TMA-15M con a bordo Anton Shkaplerov, Terry Virts e Samantha Cristoforetti, attualmente previsto per l'11/12 giugno. Si ritenterà, appunto, il 18 maggio.
Se per caso il 18 maggio la Progress non volesse collaborare, ci sono comunque scenari alternativi: i moduli russi della Stazione hanno dei propri motori di manovra che possono sostituire quelli della Progress, anche se si cerca di evitarne l'uso per non intaccarne le riserve di propellente (e anche questi motori, comunque, ogni tanto fanno le bizze). In ogni caso l'impatto del fallito reboost sull'equipaggio è stato minimo, dato che l'intera operazione viene gestita dai tecnici sulla Terra e tutto quello che cambia per gli astronauti è che dalla loro giornata viene tolto un momento insolito, in cui devono aggrapparsi a qualcosa e fissare gli oggetti, perché durante un reboost a bordo della Stazione non si è più in caduta libera (quella che impropriamente viene chiamata spesso “assenza di gravità”).
Il video qui sotto mostra cosa succede sulla Stazione durante un reboost effettuato nel 2011.
Aggiornamento (2015/05/18): SpaceShuttleAlmanac segnala che oggi la Progress M-26M ha acceso i motori con successo per 23 minuti e ha innalzato di 2,8 km l'orbita della Stazione.
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