Questo articolo vi arriva gratuitamente e senza pubblicità grazie alla gentile donazione di giovanni.ga*. Se vi piace, potete incoraggiarmi a scrivere ancora (anche con un microabbonamento, come ha fatto cavez86.
Ricordate le auto della Fiat Chrysler alle quali era possibile per esempio sabotare i freni attraverso la loro connessione a Internet? 1,4 milioni di auto da richiamare e una figuraccia epica. Sembrava che l'idea spettacolarmente stupida di collegare il sistema di intrattenimento di bordo (connesso a Internet) con i sistemi di guida fosse limitata a quei veicoli, ma adesso salta fuori che anche le Jeep Renegade dotate di uno specifico sistema di intrattenimento sono vulnerabili.
FCA ha infatti richiamato 7810 Jeep Renegade vendute negli Stati Uniti per un difetto software analogo che però riguarda un tipo di autoradio diverso da quello già noto come vulnerabile. Circa metà degli esemplari è ancora presso i concessionari; i proprietari delle auto già vendute riceveranno una chiavetta USB, simile a quella mostrata qui sopra (riguardante la falla precedente), che dovranno usare per aggiornare il software dell'auto.
Ebbene sì: i geni della sicurezza di FCA, quelli che hanno avuto la pensata di collegare a Internet i sistemi vitali delle auto, adesso hanno “risolto” questo difetto spettacolare di progettazione mandando una chiavetta USB per posta. Sono solo io a vedere la falla fondamentale di sicurezza in questo approccio? L'idea che qualcuno potrebbe mandare ai clienti lettere false contenenti chiavette con software per infettare le auto è, presumo, ovvia per chiunque sia abituato a ricevere (e cestinare) le solite mail del finto supporto tecnico di Windows che invitano a cliccare per scaricare un “importante aggiornamento di sicurezza”. A quanto pare non è ovvia per FCA. Fossi un proprietario di un'auto attaccabile via Internet, l'ultima cosa che farei è installarci su roba ricevuta su una chiavetta per posta: butterei via la chiavetta e andrei dal concessionario a farmi fare l'aggiornamento (opzione peraltro prevista da FCA nella lettera).
Episodi come questo dimostrano che l'industria dell'Internet delle Cose deve ancora imparare le lezioni fondamentali di sicurezza che la comunità informatica ha capito a furia di bastonate e scottature. Solo che qui il rischio non è di trovarsi col computer impallato, ma di trovarsi con l'auto senza freni in discesa.
Fra l'altro, se siete curiosi di sapere cosa c'è su una chiavetta di questo genere, qualcuno ha caricato su Dropbox una sua immagine ISO, ovviamente da non usare per fare aggiornamenti di auto. Buono studio, e prudenza.
Fonti aggiuntive: Mikko Hypponen, The Register.
Nessun commento:
Posta un commento
Se vuoi commentare tramite Disqus (consigliato), vai alla versione per schermi grandi. I commenti immessi qui potrebbero non comparire su Disqus.