Credit: Osservatorio Astronomico di Bologna. |
La traiettoria dell’oggetto è stata ricostruita con precisione e sappiamo che orbitava intorno alla Terra lungo un’orbita che lo portava oltre la Luna. Dalla sua luminosità, che varia periodicamente, sappiamo anche che è piccolo (qualche metro di diametro) e ruota su se stesso ogni due ore e mezza circa. Cosa più interessante, sappiamo si tratta di un oggetto artificiale perché ha una densità media molto bassa, come se si trattasse di un oggetto cavo, e il suo colore è molto chiaro, tipico dei relitti spaziali (gli asteroidi naturali sono normalmente molto scuri).
Questi dati hanno fatto pensare che si tratti di un detrito spaziale di qualche missione lunare, e ad alcuni ricercatori è venuto in mente un “detrito” molto particolare: la cabina del Modulo Lunare della missione Apollo 10, che a maggio del 1969 fece una prova generale dell’allunaggio. Dopo l’uso, la cabina (più precisamente, lo stadio di risalita o ascent stage) del Modulo Lunare fu abbandonata nello spazio e se ne persero le tracce. L’ipotesi è intrigante, ma non è affatto certa come titolano alcuni giornali: ci sono molti altri possibili relitti spaziali candidati.
Per quanto riguarda l’origine del suo nome, l’Agenzia Spaziale Europea spiega bene, tramite un articolo dello scopritore dell’oggetto, Eric Christensen, che non c’era alcun intento comico di rispecchiare nella sigla le perplessità degli scienziati sulla natura dell’oggetto: semplicemente, la W è la lettera progressiva che indica l’anno di scoperta (il 2015), la T indica la metà del mese di scoperta (le prime due settimane o le seconde due del mese di calendario), la cifra 1 identifica l’osservatorio che ha individuato l’oggetto, e i quattro caratteri successivi sono un contatore progressivo esadecimale. Il risultato è che quest’asteroide non è stato il solo ad avere un identificativo che richiama il classico WTF.
Aspettiamo qualche ora e vediamo se ci sono state osservazioni. Qui c'è un mini-blog (in tedesco) che segue uno dei voli osservativi appositi, citati anche da Nature.
2015/11/14
Un avvistamento dal Regno Unito, pubblicato da Peter Birtwhistle e realizzato 44 minuti prima dell’impatto, mostra molto bene la variazione periodica di luminosità che indica una rapida rotazione dell’oggetto.
Qualche immagine del rientro è pubblicata in questo video.
2016/01/14
Secondo una ricerca pubblicata su Nature, WT1190F sarebbe quel che resta della sonda lunare statunitense Lunar Prospector, lanciata nel 1998.
Fonti aggiuntive: ASI, Slate.
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