Questo articolo vi arriva gratuitamente grazie alle donazioni dei lettori. Se vi piace, potete farne una per incoraggiarmi a scrivere ancora (anche con un microabbonamento). Ultimo aggiornamento: 2016/10/09 18:40.
Ricordate i tempi in cui i complottisti disseminavano le “prove” di un complotto per insabbiare le automobili elettriche? Come sembrano lontani. Eppure sono passati solo sei anni. Mi piacerebbe vedere che scuse hanno, questi indomiti cercatori delle verità nascoste. Probabilmente si stanno affrettando a riciclarsi come complottisti che dimostreranno il piano di Big Electrica per ucciderci tutti con gli elettroni sintetici al posto di quelli naturali e far sparire le auto a benzina e diesel, così ecologiche.
Come sono cambiate in fretta le cose. Secondo Der Spiegel, il Bundesrat, la camera alta del parlamento tedesco preme per eliminare la vendita di auto a benzina o diesel entro il 2030, ossia fra quattordici anni. Si tratta di una proposta, non di una legge, ma dà l’idea di quanta strada è stata compiuta dalle propulsioni alternative. E i politici in Olanda e Norvegia stanno discutendo se anticipare il divieto di vendita delle auto a carburante fossile al 2025. Anche l’India sta valutando se convertire alla trazione elettrica tutto il proprio parco auto.
Il caso della Norvegia è particolarmente significativo. In questo paese un quarto delle nuove immatricolazioni è costituito da auto elettriche (la più grande quota di mercato del mondo), nonostante il clima rigido penalizzi la capacità delle batterie e nonostante la Norvegia sia uno dei più grandi esportatori di petrolio.
So che un aneddoto non fa statistica, ma durante uno dei convegni ai quali ho partecipato di recente come giornalista, uno di quelli affollati di persone che occupano posti di potere in governi e aziende, mi è capitato di notare nelle chiacchierate informali, quelle in cui gli uomini si misurano fra loro confrontando telefonini e automobili, un tema di fondo: chi ha una grossa auto diesel (tipicamente Mercedes e BMW) ha già capito che la sua prossima auto non potrà essere diesel, perché avrà un valore di rivendita prossimo allo zero: non la vorrà nessuno. Per chi vive di auto di lusso e di rappresentanza, il diesel è già morto. Il Dieselgate è una mazzata ulteriore, e il crollo delle vendite europee di auto diesel ad agosto è emblematico. E ovviamente molti di questi alti papaveri si stavano orientando specificamente su un’auto elettrica, citando in particolare Tesla (pronta da subito a soddisfare questa fetta di mercato) e i progetti di Porsche, BMW, Mercedes e altre marche.
Nel giro di sei anni, per l’opinione pubblica l’auto “alternativa” è passata dall’essere un miraggio mortificante, osteggiato da Big Oil, a un’opzione realistica, “cool”, lussuosa e ad altissime prestazioni (almeno per chi se la può permettere, l’accelerazione più veloce del mondo per un’auto di serie è un primato della Tesla Model S P100D, che fa da 0 a 100 in 2,5 secondi). E offre quell’aura di ecologia che oggi le aziende inseguono disperatamente per sembrare pulite almeno sulla facciata. E tutti i principali produttori si stanno affrettando a mettere in catalogo o ad annunciare almeno un esemplare elettrico.
Il 2020 – fra soli quattro anni – sembra essere la data prevista da tutti per la grande svolta, ma già adesso la rosa di offerte è ampia e non è più fantascienza. Qualche cifra:
– Maserati tenterà di debuttare con un’auto elettrica entro il 2019-20.
– Mercedes ha presentato l’iniziativa Generation EQ per una gamma di auto elettriche da commercializzare intorno al 2020.
– Volkswagen ha annunciato la ID, auto elettrica a grande autonomia (fino a 600 km) al prezzo di una Golf e intende produrre fino a 3 milioni di auto interamente elettriche entro il 2025.
– Audi vuole mettere in vendita un SUV elettrico entro il 2018.
– Porsche vuole iniziare la produzione della sua Mission-E elettrica entro il 2020.
– la nuova Smart elettrica (160 km di autonomia, 22.000 euro) è prevista per il 2017.
– General Motors ha già lanciato la Chevrolet Bolt negli Stati Uniti e si appresta a commercializzarla come Opel Ampera-E in Europa (500 km di autonomia, in vendita dal 2017.
– Renault ha portato l’autonomia della Zoe a 400 chilometri (disponibile subito).
– Nissan farà debuttare nei primi mesi del 2017 una Leaf con batteria migliorata.
– BMW offre ora una i3 con 300 chilometri di autonomia.
– Kia offre già ora una Soul elettrica: 160 km di autonomia.
– Intanto Tesla sforna già adesso 2000 auto elettriche alla settimana, ossia circa 104.000 l’anno.
In pratica, l’industria dell’auto elettrica è nelle stesse condizioni nelle quali si trovava quella della telefonia mobile al suo esordio: prodotti costosi, con notevoli limitazioni d’uso, destinati a una fascia di utenti di lusso. Poi la tecnologia è migliorata, la produzione di massa ha fatto crollare i prezzi, e oggi abbiamo tutti un telefonino in tasca. L’auto elettrica potrebbe seguire lo stesso schema.
Non so voi, ma ho la sensazione piacevole di trovarmi ad assistere (e a partecipare) a una delle grandi trasformazioni del mondo. Una volta tanto, una trasformazione in meglio.
Nessun commento:
Posta un commento
Se vuoi commentare tramite Disqus (consigliato), vai alla versione per schermi grandi. I commenti immessi qui potrebbero non comparire su Disqus.