Un paio di settimane fa ho raccontato la storia del suono Sosumi del Mac e del suo compagno, il suono d’avvio, entrambi creati da Jim Reekes facendo uno slalom fra gli ostacoli legali. Il suono d’avvio, nella sua attuale tonalità, è in uso dal 1998: un tempo lunghissimo in informatica. Dal 2012, questo suono di avvio è anche un marchio registrato che identifica i prodotti Apple.
Ma ho parlato troppo presto: è di pochi giorni fa la notizia che i nuovi portatili Macbook Pro di Apple non faranno più “bong” all’avvio e saranno completamente muti. La scoperta è stata fatta confrontando le istruzioni di reset della NVRAM dei nuovi computer con quelli della versione precedente. Questi nuovi laptop, infatti, si accendono automaticamente quando vengono aperti sollevando lo schermo, e sarebbe spiacevole avere un “bong” inatteso per esempio nel mezzo di una riunione.
Inoltre, grazie ai dischi rigidi a stato solido (SSD), l’avvio è praticamente indistinguibile da una ripresa dopo una sospensione, per cui i tre secondi della durata del suono di avvio finiscono per pesare non poco sul tempo che ci mette un laptop ad essere pronto per l’uso. In pratica i MacBook Pro diventano sempre più simili a degli smartphone, concepiti per restare sempre accesi e in standby.
Il suono di avvio mancherà ai nostalgici dei Mac, ma avrà anche una conseguenza importante per i bambini del futuro: non sapranno che il suono di avvio di WALL-E è quello di un Mac e quindi non capiranno il riferimento umoristico.
Fonti aggiuntive: 9 to 5 Mac.
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