Ovviamente a quell’epoca non c’era Internet e non esistevano i computer, ma la Francia aveva comunque già una propria rete di telecomunicazione nazionale, inaugurata addirittura nel 1794, in piena Rivoluzione Francese: era il telegrafo ottico, composto da catene di torri di segnalazione, piazzate a distanze da 8 a 10 chilometri l’una dall’altra e dotate di un braccio rotante che reggeva due bracci più piccoli alle estremità.
Questi bracci potevano essere orientati in vari modi per comporre un complesso codice di simboli, che venivano trasmessi da una torre all’altra con un sistema molto semplice: l’operatore della torre ricevente guardava con il cannocchiale i simboli mostrati dalla torre trasmittente e poi li ripeteva muovendo i bracci della propria torre. I suoi movimenti venivano visti dall’operatore della torre successiva, che li ripeteva a sua volta, e così via finché il messaggio arrivava a destinazione.
Con questo sistema i messaggi viaggiavano a circa 500 chilometri l’ora, coprendo per esempio la distanza fra Parigi e Lille (230 km) in una mezz’oretta, in un’epoca nella quale l’alternativa più celere, un corriere a cavallo, avrebbe impiegato almeno trenta ore. La Francia costruì una rete di 556 stazioni semaforiche che coprivano circa 4800 chilometri, e altri paesi europei realizzarono reti analoghe.
Visti i vantaggi strategici delle comunicazioni rapide, il telegrafo ottico era riservato ad usi governativi e militari. Napoleone Bonaparte portava sempre un telegrafo ottico portatile nel proprio quartier generale e fece estendere la linea da Parigi a Milano, Torino e Venezia.
Per tutelare la riservatezza dei messaggi veniva usata una forma di cifratura, per cui i telegrafisti non conoscevano il contenuto dei messaggi che ripetevano. Soltanto chi inviava un messaggio e chi lo riceveva potevano decodificarlo. In altre parole, il telegrafo ottico aveva la crittografia end-to-end come ce l’ha oggi WhatsApp. Era Internet in versione steampunk.
By Jeunamateur - Own work d'après "La télégraphie Chappe", FNHAR, 1993, CC BY-SA 3.0, Wikimedia. |
Se vi interessano i dettagli tecnici e la storia del sistema, su Difesa.it (tramite Archive.org) trovate un ricchissimo approfondimento (PDF) del professor Francesco Frasca. Altre informazioni sono su Wikipedia e su Posta e società.
Ma come fu possibile “hackerare” un sistema di telecomunicazione militare cifrato, e soprattutto perché? E chi furono questi proto-hacker?
Hacker nel 1834
È qui che entrano in scena i fratelli François e Joseph Blanc, due banchieri che operavano sulla borsa di Bordeaux. Assoldarono a Parigi un collaboratore che teneva sotto osservazione la borsa parigina, la più importante e influente di Francia, e passava informazioni sugli andamenti più significativi a un operatore del telegrafo ottico a Tours, sulla linea che trasmetteva i dati fino a Bordeaux.
Siccome la rete telegrafica era solo per uso governativo e un messaggio non autorizzato sarebbe stato immediatamente evidente a tutti, i fratelli Blanc trovarono il modo di annidare i propri messaggi dentro quelli autorizzati: usarono i simboli adoperati per indicare le correzioni.
I due corruppero l’operatore telegrafico a Tours, dandogli istruzioni di commettere degli errori molto specifici nelle trasmissioni, lasciando che si propagassero lungo la linea, e poi di correggerli poco dopo. Gli errori rappresentavano in codice gli andamenti di borsa a Parigi. Un complice che viveva vicino all’ultima stazione lungo la linea, vicino a Bordeaux, prendeva nota degli errori e li riferiva ai fratelli Blanc. In termini moderni, i Blanc usavano la steganografia.
Il sistema consentì ai fratelli Blanc di conoscere gli andamenti parigini (e i loro effetti sulla borsa di Bordeaux) cinque giorni prima dei propri concorrenti locali, visto che la posta da Parigi ci metteva appunto cinque giorni ad arrivare a Bordeaux tramite carrozze trainate da cavalli, e così i fratelli guadagnarono giocando d’anticipo.
Riuscirono a farla franca per due anni, fino a quando il loro operatore complice si ammalò e rivelò tutto il meccanismo a un amico dal quale sperava di farsi sostituire. Ma quando i fratelli Blanc furono smascherati, le autorità si accorsero che non c’erano leggi che vietavano specificamente l’iniezione di messaggi privati nella rete del telegrafo ottico e quindi i due rimasero a piede libero.
Morale della storia: le intrusioni nelle reti restano spesso invisibili a lungo, perché gli intrusi non hanno interesse a farsi notare; l’elemento più fragile della catena della sicurezza è quello umano, per cui pensare alla sicurezza solo in termini di tecnologia è sbagliato; e c’è sempre un modo per abusare di qualunque sistema, specialmente se c’è un incentivo economico per farlo. La storia dei fratelli Blanc dimostra che queste sono regole senza tempo.
Fonte aggiuntiva: Inc.com.
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