2018/08/19

Un altro caso di complottismo convertito

La pubblicazione della lettera aperta di conversione di un complottista ha stimolato altre persone a condividere la propria esperienza analoga. Pubblico qui un altro caso, in forma anonimizzata, con il permesso di chi me l’ha mandata.

Non sono sicura di essere stata una complottista, e certamente non mi definivo così, anche perché dieci anni fa non conoscevo questa terminologia; penso che la definizione corretta di ciò che ero sia believer.

Credevo nel sovrannaturale, negli alieni che costruivano cose, nei fantasmi, nelle ESP, tutto il solito repertorio.

Certo, una simile scelta di campo si estendeva anche alle questioni importanti, 11 settembre, allunaggio, Big Pharma, etc, ma davvero con pochissimo impegno: tendevo solo a credere (e a dire) che ci fosse altro, che Bush quantomeno sapesse cosa stava per succedere e che la NASA non ci avesse raccontato proprio tutto.

Avevo sposato questa corrente di pensiero da adolescente, in contrapposizione con la razionalità estrema del mio mondo d'origine (da adolescente vivi di contrapposizione, no?), e poi non ci avevo più badato particolarmente: quelle blande convinzioni stavano lì, erano divertenti, mi facevano sentire più sveglia di chi invece si accontentava di un banale mondo a un solo livello. Quando le vocine razionali provavano ad alzare un ditino, non era difficile liquidarle con i soliti argomenti: ricordo che una volta lessi il libro di Polidoro sulla maledizione del Titanic e dissi letteralmente qualcosa come "ha spiegato molti casi, ma non tutti, questo come lo spieghi?"

Le cose cambiarono circa 10 anni fa. La vocina razionale aveva già avuto modo di farsi più strada, grazie anche alla neopassione per le scienze forensi (diamo la colpa a CSI, sí :)), e l'approccio razionale cominciava a sembrarmi un modo sano di provare a dare un senso a ciò che ci accade tutt'intorno.

Poi, un giorno, non ricordo perché, cercavo in Rete la storia dei dipendenti della Odigo e atterrai su undicisettembre [un blog di debunking sull'11/9; la Odigo era un’azienda che sembrava aver ricevuto un preavvertimento degli attentati]. Fu come prendere uno schiaffo in faccia.

Capii che fino a quel momento le mie opinioni si erano fondate su due informazioni striminzite su cui avevo costruito trilogie in sei volumi più le appendici, riducendo un discorso di enorme complessità a una battuta casuale.

Ignoravo tutto ma mi ero sentita parte dell'intellighenzia che conoscevo la verità nascosta.

Passai i giorni successivi a leggere ogni singola riga di undicisettembre e dei siti amici, mi costrinsi a guardare ogni singola foto e video, ad ascoltare ogni audio, arrivando alle immaginu dei corpi bruciati nell'aereo del Pentagono e dei jumpers che forse erano gli stessi affacciati dallo squarcio della Torre fino a poco prima.

Persone vere, reali, morte in maniera orribile e diretta mondiale, davanti ai miei stessi occhi che quel pomeriggio, come tutti, ero davanti alla tv. Persone sulla cui sorte avevo fatto battute superficiali, credendo a buchi di cinque metri, signori, cinque metri senza mai mettere in discussione niente, perché era più fico essere fra gli alternativi.

Cercai materiale anche sulle altre mie credenze, e il castello crollò in pochissimo tempo: sei mesi dopo ero iscritta al CICAP.

Oggi sono un'attivista scettica, e in questi dieci anni ho imparato tantissimo, metodi di indagine, approcci alla riflessione, capacità di coltivare il dubbio e di riconoscere quel modo di (non) ragionare negli altri.

Continuo a sapere pochissimo (per lo più mi sono specializzata in scemate), ma ora ho l'umiltà di esserne consapevole e la capacità di scegliere e accedere alle fonti giuste. E se posso, se me lo chiedono, quel poco che so lo passo ad altri dubbiosi, con cui cerco sempre di non andare a conflitto, perché l'esperienza mi ha insegnato che molti, tantissimi, non sono complottisti o believer nel profondo, ma solo gente che - come facevo io - si è fermata al primo rigo di informazioni. Ed è questo che rende oggi più che mai essenziale il debunking e la divulgazione, per dare a tutti la possibilità di scegliere consapevolmente da che parte stare.

Ecco, solo questo. Niente di originalissimo, ma mi ha portata dove sono ora e di questo sono decisamente felice :-)

Scusa la prolissità e grazie per aver voluto ascoltare questa storia.

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