2018/10/26

Avete volato con Cathay Pacific? Forse hanno preso il volo anche i vostri dati, insieme a quelli di oltre 9 milioni di altre persone

Dopo la mail errata del sondaggio Sheraton, ecco un altro esempio di scarsa custodia dei nostri dati personali e di ancora più scarsa diligenza nel segnalarne il furto. La compagnia aerea Cathay Pacific ha annunciato due giorni fa che si è fatta rubare i dati di circa 9,4 milioni di passeggeri.

O meglio, per dirla nel modo obliquo in cui l‘ha detta l’azienda, ha annunciato “un evento di sicurezza dei dati che ha effetto sui dati dei clienti”. Ci vuole un po’ di attenzione per capire che vuol dire “ci siamo fatti fregare”.

Sono stati sottratti nomi e cognomi, nazionalità, date di nascita, numeri di telefono, indirizzi di mail, indirizzi postali, numeri di passaporto e di carte d’identità, cronologie dei viaggi e molto altro ancora: tutto il necessario per organizzare truffe e furti di identità.

Come se non bastasse, il furto è avvenuto a maggio scorso ma è stato reso pubblico solo ora. Le normative come il GDPR, però, prevedono che violazioni di questo genere vengano comunicate entro 72 ore. E il GDPR ha effetto in tutto il mondo, se i cittadini colpiti dalla violazione sono europei.

La compagnia aerea ha dichiarato che sta contattando i passeggeri colpiti, ma questo paradossalmente potrebbe complicare le cose: non ci vuole molta originalità per immaginare bande di truffatori che lanciano una campagna di phishing spacciandosi per funzionari della Cathay Pacific che vogliono aiutare le vittime del furto informatico.

Prudenza, quindi, se sospettate di essere coinvolti in questo incidente informatico. Per saperne di più, consultate direttamente l’indirizzo infosecurity.cathaypacific.com.


Fonti: Tripwire, The Register.

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