2018/12/01

Spazio, il tormentone complottista delle fasce di Van Allen sbugiardato già 50 anni fa

I biscottini sono per ammansire i lunacomplottisti
che arriveranno inevitabilmente anche qui.
Secondo tanti lunacomplottisti, le fasce di Van Allen sarebbero una barriera mortale e invalicabile che renderebbe impossibili i viaggi verso la Luna e quindi dimostrerebbe che gli allunaggi furono una messinscena. Molti di questi aspiranti geni non sanno neanche come si scrive correttamente il nome di queste fasce e le chiamano fasce di Van Halen, confondendole con il celeberrimo gruppo rock, e già questo rivela il calibro della loro sapienza, ma lasciamo stare.

Un altro errore ricorrente di questi lunacomplottisti è dimenticare che prima degli allunaggi ci furono due altre missioni con equipaggi che attraversarono queste fasce: Apollo 8 e Apollo 10. Il cinquantenario di Apollo 8 è ormai imminente e per ricordarla e riscoprirla ho chiesto l’aiuto dell’amico e collezionista di cose spaziali Gianluca Atti per creare Apollo 8 Timeline: una cronologia della missione, raccontata in tempo reale, corredata dalle immagini dell’epoca e dalle scansioni dei giornali e delle riviste italiane di quegli anni.

Nell’articolo di oggi, che presenta un servizio pubblicato dal settimanale Epoca, c’è proprio la risposta ai lunacomplottisti, data prima ancora che le fasce di Van Allen diventassero uno dei loro ottusi tormentoni. Il rischio era già noto, valutato e risolto ancor prima degli allunaggi, appunto con la missione Apollo 8. Sono cinquant’anni che la risposta è davanti al naso dei complottisti e ancora non l’hanno capita. Ecco come Franco Bertarelli descrive la questione su Epoca:

Le fasce di Van Allen: una specie di ponte minato

Il secondo punto critico, così drammaticamente esaltato da Bernard Lovell [sir Bernard Lovell, nessuna parentela con l’astronauta Jim Lovell di Apollo 8, era un notissimo astronomo britannico che all'epoca dirigeva l’osservatorio radioastronomico di Jodrell Bank ed è considerato il fondatore della radioastronomia], è quello delle pericolose radiazioni cui gli astronauti sarebbero esposti durante il viaggio di andata e ritorno, quando dovranno, per forza, traversare le cosiddette fasce di Van Allen.

Si tratta, come mostra il disegno schematico pubblicato in queste pagine, di due cinture fortemente radioattive che circondano la Terra, una più bassa (a circa 3200 chilometri) e l’altra più alta (a circa 16 mila chilometri), dentro le quali il campo magnetico terrestre ha catturato -- e mantiene -- particelle cosmiche provenienti dal Sole ed anche dalle Stelle. Sarà come traversare un oceano tempestoso, come varcare un ponte minato: ma -- ce lo conferma anche il professor Kaminski [Heinz Kaminski, ingegnere chimico e ricercatore spaziale tedesco, fondatore dell’osservatorio di Bochum che captò i segnali radio delle sonde sovietiche e degli astronauti Apollo] -- si tratta di affrontare un pericolo conosciuto, protetti da mezzi di difesa (scudi antiradiazioni) di ben studiata efficacia.

Certo, nessun uomo ha mai traversato le fasce di Van Allen: ma gli esperimenti compiuti recentemente con gli esseri viventi posti a bordo della sonda sovietica Zond 5, lanciata intorno alla Luna il 15 settembre e recuperata intatta nell’oceano Indiano, non sono tali da giustificare il pessimismo del radioastronomo inglese. Le tartarughe, i moscerini e i microrganismi racchiusi nei contenitori biologici della Zond non hanno riportato guai seri, se si eccettua qualche disturbo al fegato e alla milza delle tartarughe, ed una loro piuttosto strana perdita di peso.

Soprattutto su questo punto, la tesi del professor Kaminski sembra ineccepibile: poiché la quantità e la natura delle radiazioni nocive che gli astronauti dell’Apollo 8 dovranno affrontare è nota, diventa ingiurioso per la scienza americana supporre che non siano stati approntati ineccepibili sistemi di difesa.

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