Quest’anno il Web compirà trent’anni. L’invenzione di Tim Berners-Lee e di Robert Cailliau risale infatti al 1989. Non fu subito un successo travolgente: la proposta originale di Berners-Lee, che all’epoca lavorava al CERN di Ginevra, fu valutata dal suo capo, Mike Sendall, con tre sole parole: “vaga ma stimolante”.
L’idea era semplice e pratica: collegare tra loro i tanti documenti che popolavano l’Internet di allora, che era principalmente dedicata alla comunicazione scientifica, e permettere agli utenti di consultare questi documenti più rapidamente cliccando su una parola sullo schermo invece di dover digitare manualmente un indirizzo complicato ogni volta.
Nel 1990 Berners-Lee creò quindi un programma per sfogliare rapidamente questa ragnatela interconnessa di documenti sparsi per il mondo: fu il primo browser, antenato degli attuali Firefox, Chrome, Safari o Edge. Creò anche il programma che forniva i documenti al browser: quello che oggi chiamiamo il server Web. Cailliau, da parte sua, creò il primo browser per Mac e progettò il logo del Web: tre lettere W sovrapposte e sfalsate, che erano le iniziali di World Wide Web, ossia “ragnatela mondiale”. È per questo che ancora oggi gli indirizzi di molti siti cominciano con “www”.
Il resto, come si suol dire, è storia. L’uso di Internet e in particolare del Web esplose e nel giro di pochi anni divenne un motore economico formidabile, trasformando completamente le telecomunicazioni.
L’Internet primitiva di allora era molto differente da quella di oggi: se vi interessa rivederla, andate a worldwideweb.cern.ch e cliccate sul pulsante azzurro. Si avvierà una replica moderna di quel primo browser creato da Berners-Lee, realizzata di recente proprio per commemorare il trentennale.
Noterete subito che è tutto in bianco e nero e non ci sono immagini. All’epoca erano pochissimi i computer in grado di mostrare grafica e colori e le connessioni erano lente, per cui si andava al sodo: c’era solo testo, e nel testo mancavano quasi tutte le lettere accentate. La prima immagine fotografica comparve sul Web solo nel 1992: era una foto promozionale di una band musicale semiseria, amica di Berners-Lee. Per contro, non c’erano invadenti animazioni pubblicitarie.
In questa replica del primissimo browser manca anche l’ormai consueta casella degli indirizzi: per visitare un sito bisognava cliccare su un menu per farla comparire. L’altra grande differenza è che bisognava fare doppio clic sui link invece di cliccare una sola volta come si fa oggi. La ragione di questa differenza è importante: un clic singolo, infatti, permetteva di modificare le pagine Web di cui si era proprietari e di crearne delle nuove. Il nonno di tutti i browser, insomma, non serviva solo a consultare passivamente, come oggi, ma era anche uno strumento per creare contenuti.
Ovviamente molte pagine dei siti di oggi, concepite per i browser moderni, sono quasi illeggibili, ma è interessante e utile poter vedere quanta strada è stata fatta da quegli inizi “vaghi ma stimolanti” e quante cose dell’Internet attuale consideriamo scontate e invece sono frutto di tanto lavoro oggi dimenticato ma decisamente da riscoprire.
Note
La procedura per aprire un sito con il browser ricostruito di Berners-Lee è Document - Open from full document reference. Ricordatevi di digitare http:// prima del nome del sito.Alcuni dei siti più antichi di Internet sono citati su Thoughtcatalog e InterestingEngineering.
Divertitevi con il mio primo resoconto del WWW nel mio libro Internet per tutti, uscito nel 1994. Preistoria della Rete.
La band semiseria si chiamava Les Horribles Cernettes: qui sotto trovate il loro video Surfing on the Web, datato 1993. La loro prima foto è questa.
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