Dopo una partenza traballante che aveva rivelato molte falle di sicurezza, con incursioni imbarazzanti e offensive nelle videoconferenze, Zoom sta migliorando a grandi passi. Il lavoro dei suoi sviluppatori per renderla all’altezza del compito importante di aiutarci durante una pandemia va riconosciuto.
Zoom ha smesso da tempo di condividere dati con Facebook anche se l’utente non ha un account Facebook, e soprattutto ha annunciato l’introduzione della crittografia end-to-end (E2E) per tutti: in parole povere, Zoom non potrà conoscere il contenuto delle videoconferenze.
A differenza di quanto previsto inizialmente, la crittografia E2E sarà disponibile sia per gli utenti paganti, sia per quelli gratuiti. Nel caso degli account gratuiti, verranno autenticati tramite un SMS inviato al telefonino dell’utente.
Ci sono anche altri piccoli ritocchi che facilitano l’uso sicuro di Zoom, specialmente per le sessioni con numerosi partecipanti: per esempio, si può autorizzare automaticamente l’ingresso degli utenti provenienti da uno specifico dominio (per esempio quelli di un’azienda) senza doverli parcheggiare in sala d’attesa e approvare uno per uno, e l’amministratore di una sessione può attivare il microfono a tutti con un solo clic (su Unmute All), con un limite di 200 persone.
Insomma, a questo punto le perplessità iniziali sull’uso di Zoom per conversazioni professionali o personali delicate si riducono moltissimo. Se avevate rinviato l’installazione di quest’app in attesa che migliorasse e avete preferito usare la versione web, ora è il momento di installarla. Noterete un netto miglioramento delle prestazioni dell’app rispetto alla versione web.
Maggiori dettagli sono su Punto Informatico.
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