Questa sera (24/1) il programma Storie della Radiotelevisione Svizzera ha ripresentato la vicenda di Pier Fortunato Zanfretta, una persona che da decenni afferma di aver subìto incontri e rapimenti da parte di extraterrestri.
Non entro nel merito della trasmissione, che esplora in buona parte il lato umano della vicenda, ma ci sono alcuni aspetti della storia di Zanfretta che andrebbero conosciuti per comprenderla meglio.
Sia ben chiaro: non dubito della buona fede di Zanfretta. Lui è convinto che
quello che ricorda e racconta sia vero. Ma questo non vuol dire che sia
successo realmente.
Zanfretta afferma di avere un macchinario, datogli dagli alieni, che gli permette di comunicare con loro. Lo ha dichiarato anche nel programma di questa sera (da 39:20), e lo ha descritto estesamente. Ma non l’ha mai mostrato. Basterebbe che lo facesse per levare tutti i dubbi. Se non lo fa...
Non c’è bisogno che Zanfretta si sottoponga a ipnosi regressiva (che è una corbelleria inattendibile che genera falsi ricordi) o a “sieri della verità”. Vuole essere creduto? Mostri il macchinario. Quello è concreto, tangibile, verificabile. Ma non lo fa. Non lo fa perché gli alieni, dice, gliel’hanno proibito.
Il documentario ricostruisce così la descrizione dell’oggetto:
Questo è invece il disegno dell’oggetto che fu mostrato (il disegno, intendo) al convegno ufologico di Lugano nel 2009, come ho raccontato qui. Starebbe in una caverna segreta. La foto è mia: ero in sala.
La vicenda fu raccontata in quell'occasione da Giorgio Pattera. Disse che gli alieni avevano dato l’oggetto a Zanfretta affinché lo consegnasse a "Heineken". Disse proprio così.
Dopo la risata fragorosa del pubblico, si rese conto di quello che aveva detto. Non c’entrava la marca di birra. Gli alieni volevano che il macchinario fosse dato a Hynek. Nel senso di J. Allen Hynek, uno degli ufologi seri più famosi al mondo dell’epoca. Heineken, Hynek, che vuoi che sia.
Perché gli alieni dovessero affidare a un metronotte ligure un macchinario importantissimo destinato a un ufologo americano, invece di recapitarglielo direttamente, resta un mistero.
Non solo: Zanfretta, nel programma di stasera, ha mostrato (da 1:01:20) che
c'è un punto preciso di un’autorimessa dove gli appare ancora adesso un
portale alieno nel quale lui entra. E questo portale gli appare spesso.
Il
punto preciso è il posto 102 del’autorimessa: nel documentario viene chiaramente mostrato il
cartello che reca il numero del posto e la dicitura
“Ideato e creato dal Laboratorio Educativo ‘Le Perle di Don Orione’”. Non dovrebbe essere difficile localizzarlo.
Nessuno che abbia pensato semplicemente di mettere una telecamerina a sorvegliare e registrare queste apparizioni? Con duecento euro ci si porterebbe a casa lo scoop del secolo e la prova definitiva delle visite aliene, o perlomeno ci si leverebbe una volta per tutte il dubbio invece di parlarne per quarant’anni. Il vero mistero è perché nessuno lo faccia.
Il programma è disponibile online qui sotto (il documentario vero e proprio inizia a 7:30):
Ripeto: rispetto la vicenda umana di Zanfretta. Ma che gli ufologi non si
siano mai degnati di fare il proprio dovere, ossia investigare e
raccogliere prove, è imbarazzante. Per gli ufologi.
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