2021/06/16

Storie di Scienza 17: Catastrofisti, a cuccia. Betelgeuse non cambia luminosità perché sta per esplodere. C’è un altro motivo

Qualche giorno fa vi avevo preannunciato la risoluzione di un mistero astronomico che avrebbe smontato i catastrofisti: ora l’embargo alla notizia (adottato come consueto per coordinare l’uscita mediatica) è terminato e posso quindi spiegare di cosa si tratta (avevo lasciato indizi enigmistici già nel preannuncio, ma non sembra averli colti nessuno).

Ricordate il panico periodico per la stella Betelgeuse, che secondo i giornali generalisti (tipo il Corriere della sera) minaccia di esplodere tanto violentemente che la Terra potrebbe essere “illuminata e riscaldata” da “due soli nel cielo”? Sì, questa stupidaggine la scriveva davvero il Corriere nel 2011. 

Ne avevo scritto anch’io nel 2010, quando era emerso lo stesso allarme. Ogni tanto questa storiella riaffiora e va, come al solito, smentita e spiegata per l’ennesima volta.

Betelgeuse è una stella gigante che dalla Terra è visibile a occhio nudo nella costellazione di Orione: è indicata dalla freccia nell’immagine qui sopra, tratta da Wikipedia. Ha una massa venti volte maggiore del nostro Sole e un diametro circa mille volte più grande: se si trovasse al posto del Sole, la Terra e Marte sarebbero al suo interno. È una delle pochissime stelle di cui i nostri attuali telescopi riescono a scorgere qualche dettaglio della superficie. Oltre a essere immensa, è anche molto luminosa: circa centomila volte più del Sole, tanto che è fra le dieci stelle più brillanti nel nostro cielo nonostante si trovi a circa 640 anni luce di distanza (circa 6 x 1015 chilometri) da noi.

Questa stella ha una particolarità: ogni tanto cambia luminosità abbastanza di colpo. La variazione è talmente marcata che è rilevabile a occhio. A fine 2019 e all’inizio del 2020 Betelgeuse ha avuto uno di questi repentini, inspiegati cali di luminosità, per poi tornare alla brillantezza consueta ad aprile 2020. Ma stavolta gli astronomi hanno usato il telescopio VLT dell’ESO (European Southern Observatory), in Cile, per esaminare in dettaglio la situazione.

La superficie di Betelgeuse prima e durante il grande affievolimento del 2019-2020: da sinistra, gennaio 2019, dicembre 2019, gennaio 2020, marzo 2020. Immagine ottenuta dal telescopio VLT. Credit: ESO/M. Montargès et al.

L’astronomo Miguel Montargès (Observatoire de Paris e KU Leuven) e i suoi colleghi hanno cominciato ad acquisire immagini e hanno visto che la superficie di Betelgeuse era significativamente più scura, specialmente nella sua regione meridionale. Le immagini hanno mostrato un cambiamento rapidissimo, nel giro di qualche settimana, assolutamente straordinario per un oggetto celeste di dimensioni così colossali.

Le immagini pubblicate oggi sono le uniche che documentano questa variazione di luminosità in così grande dettaglio. Qui sotto potete vedere un video che mostra la variazione di Betelgeuse.


I ricercatori coordinati da Montargès hanno pubblicato su Nature i risultati delle loro indagini: l’offuscamento misterioso è causato da un velo di polvere causato da un calo della temperatura superficiale della stella.

La superficie di Betelgeuse, spiegano i ricercatori, cambia quando delle enormi bolle di gas si spostano o cambiano dimensioni al suo interno, e la stella ha espulso una di queste bolle giganti poco prima dell’affievolimento del 2019-2020. La superficie si è poi raffreddata (relativamente parlando) e questo calo ha consentito al gas espulso di condensarsi e formare polvere solida, come si vede nell’animazione seguente.

 

Questo evento ha consentito di osservare la nascita della polvere stellare e ha dimostrato che avviene molto rapidamente e nelle immediate vicinanze delle stelle stesse (“vicinanze” su scala cosmica: un paio di miliardi di chilometri). Questa polvere contiene gli elementi dai quali si formano i pianeti e, in ultima analisi, la vita.

La spiegazione degli astronomi mette a tacere le teorie secondo le quali il calo di luminosità era un’avvisaglia della morte imminente di Betelgeuse in una spettacolare esplosione (supernova).

Le future osservazioni della stella, in particolare con l’Extremely Large Telescope (ELT) dell’ESO, permetteranno di vedere direttamente Betelgeuse in notevole dettaglio e di approfondire la nostra conoscenza del fenomeno. Ma già adesso abbiamo avuto, a occhio nudo, la dimostrazione che il firmamento non è così fisso come molti pensano.

La vicenda di Betelgeuse, il catastrofismo mediatico e la sua risoluzione scientifica sono un ottimo esempio della differenza fondamentale fra inspiegabile e inspiegato. Moltissimi fenomeni vengono definiti troppo disinvoltamente “inspiegabili”, quando in realtà sono spiegabilissimi se si riescono a ottenere informazioni sufficienti. Restano inspiegati, ma non inspiegabili, se queste informazioni non emergono. Tutto qui. Qualunque riferimento alla recente mania per gli avvistamenti militari di UFO “inspiegabili” è assolutamente intenzionale.

La ricerca di Montargès e colleghi è pubblicata su Nature con il titolo A dusty veil shading Betelgeuse during its Great Dimming (https://doi.org/10.1038/s41586-021-03546-8).

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