2021/07/30

Un miliardo di rickroll

Il rickroll è una tradizione di Internet nata nell’ormai informaticamente lontano 2007: qualcuno annuncia qualcosa di clamoroso, desiderabile o sensazionale, linkando una fonte dove trovarla, e tutti i creduloni e curiosi cliccano sul link. 

Ma il link porta a un video di Rick Astley che canta Never Gonna Give You Up, un successo planetario del 1987. A volte al posto di Rick Astley si usa la canzone russa Trololo.

È una burla innocua, nonostante le sue origini nei bassifondi crudeli e feroci di Internet, nei forum di 4chan. Qualcuno ti chiede le foto sexy della celebrità del momento alla quale tiene esageratamente, o dove scaricare una versione craccata di un videogioco o un film attesissimo, e tu rispondi con il link a Rick Astley. Il rickroll ha tante forme: un codice QR su una finta multa, un malware dimostrativo per iPhone, o la versione per Zoom. Nel 2008 lo fece direttamente YouTube: il primo d’aprile, tutti i video nella prima pagina di YouTube portavano a Never Gonna Give You Up. Persino la Casa Bianca fece un rickroll, nel 2011.

Pochi giorni fa il video della canzone di Rick Astley che si usa per i rickroll (questo) ha raggiunto una tappa importante: un miliardo di visualizzazioni su YouTube. Molte saranno presumibilmente dovute alla tradizione del rickroll. 

Comprensibilmente, molti si chiedono se così tante visualizzazioni abbiano fruttato qualche soldo al cantante. Nel 2010, quando il video aveva “solo” alcuni milioni di visualizzazioni, aveva incassato da questo canale soltanto dodici dollari, perché non è l’autore della canzone e quindi riceve soltanto i diritti da esecutore o interprete, non quelli ben più sostanziosi che spettano ai compositori. Se i compensi da allora sono proporzionali, forse l’ex cantante può aver incassato una decina di migliaia di dollari. In un Ask Me Anything di Reddit del 2016 (grazie a @Tigro724791 per averlo trovato), Astley disse di non sapere con precisione quanto abbia ricevuto dal video in sé, ma aggiunge che grazie al rickroll è stato pagato dalla Virgin per fare uno spot e da altri per partecipare ad altri eventi, per cui qualcosina, insomma, questa strana forma di nuova notorietà gli ha fruttato.

La storia completa del rickroll è pubblicata su Melmagazine. Beh, quasi completa: manca un episodio minore, quello in cui io tentai un rickroll e andò in maniera terribilmente imbarazzante davanti alle telecamere.

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