2022/12/22

Megamulta a Epic Games: cosa sono i “dark pattern” di Fortnite

Questo articolo è disponibile in versione audio nel podcast Il Disinformatico del 23 dicembre 2022.

La Federal Trade Commission, un organo governativo statunitense di protezione dei consumatori, ha raggiunto un accordo con Epic Games, la casa produttrice di Fortnite, ordinandole di pagare ben 520 milioni di dollari di risarcimenti per aver violato le norme sulla protezione dei minori e per aver usato i cosiddetti dark pattern per indurre milioni di giocatori a fare acquisti involontari.

La megamulta è divisa in due parti: la prima, di 275 milioni, riguarda il fatto che Epic Games ha raccolto informazioni personali su bambini al di sotto dei 13 anni, senza il consenso dei loro genitori, mentre giocavano a Fortnite e sapendo benissimo che si trattava di minori protetti dalle leggi salvaprivacy statunitensi, in particolare il Children’s Online Privacy Protection Act.

La casa produttrice del gioco è anche accusata di aver obbligato i genitori a seguire un percorso a ostacoli per ottenere la cancellazione dei dati dei propri figli, e di aver usato impostazioni predefinite troppo pericolose, come per esempio l’attivazione automatica delle conversazioni testuali e a voce, che ha portato molti minori a essere esposti ad adulti online che li hanno aggrediti e molestati via Internet.

Epic Games, in un comunicato stampa, ha accettato l’accordo, dice, per “essere in prima linea nella protezione dei consumatori e per dare ai nostri giocatori l’esperienza migliore”.

La seconda parte della megamulta, pari a 245 milioni, è costituita da rimborsi agli utenti che secondo la Federal Trade Commission sono stati ingannati dai dark pattern, ossia da pulsanti disposti in modo confuso e contraddittorio allo scopo di far fare acquisti indesiderati ai giocatori.

Per esempio, dice la FTC, bastava premere un singolo pulsante per trovarsi degli addebiti durante una schermata di caricamento o mentre si riavviava il gioco dopo averlo messo in pausa, e fino al 2018 i bambini potevano spendere soldi reali per acquistare i V-Buck, la valuta interna del gioco, senza dover chiedere il consenso dei genitori, che a fine mese si trovavano con centinaia di dollari di spese.

Nel loro complesso, questi trucchi hanno causato addebiti per centinaia di milioni di dollari, ed Epic Games era perfettamente consapevole della loro esistenza, tanto da aver ignorato oltre un milione di lamentele degli utenti e aver addirittura nascosto intenzionalmente le funzioni di rimborso, oltretutto bloccando i conti delle carte di credito di chi contestava gli addebiti, afferma la FTC.

L’azienda ha promesso di evitare in futuro questi dark pattern e di rendere più chiaro ed esplicito il procedimento di pagamento nel gioco. Ma il problema degli acquisti troppo facili da parte dei minori a insaputa dei genitori è molto diffuso: la FTC nota infatti che ha già contestato comportamenti analoghi ad Amazon, Apple e Google per i cosiddetti acquisti in-app involontari, che sono già costati milioni ai consumatori.

Se avete figli videogiocatori, insomma, è il caso di controllare bene se hanno accesso a opzioni di acquisto troppo facili e di valutare se limitarle o bloccarle. Il metodo più semplice, di solito, è immettere nel gioco i dati di una carta di credito prepagata, che fissa automaticamente un limite di spesa, oppure quelli delle apposite carte di pagamento associate ai vari giochi.

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