La “purga”, per citare il termine usato da Musk (“We’re purging accounts that have had no activity at all for several years, so you will probably see follower count drop”), è già in corso, e stando ad alcuni tweet di Elon Musk risalenti a dicembre 2022 potrebbe riguardare addirittura un miliardo e mezzo di account che per anni non hanno pubblicato tweet e non hanno fatto login (“Twitter will soon start freeing the name space of 1.5 billion accounts”; “These are obvious account deletions with no tweets & no log in for years”).
Ma questa decisione comporta dei problemi tecnici e umani notevoli. Utenti Twitter di spicco, come John Carmack, famosissimo sviluppatore di videogiochi fondamentali come Wolfenstein 3D, Doom e Quake, hanno chiesto a Musk di ripensarci:
I may be reading this incorrectly, but if you are actually deleting inactive accounts and all their historic tweets, I would STRONGLY urge you to reconsider.
Letting people know how many “active” followers they have is good information, but deleting the output of inactive accounts would be terrible. I still see people liking ten year old tweets I made, but the threads are already often fragmented with deleted or unavailable tweets. Don’t make it worse!
Some may scoff at any allusion between Twitter and ancient libraries, but while the burning of the library of Alexandria was a tragedy, scrolls and books that were tossed in the trash just because nobody wanted to keep them are kind of worse.
Save it all!
Eliminare gli account che sono inattivi da diversi anni significa infatti cancellare interi pezzi di storia di Internet, rendendo illeggibili tante conversazioni importanti fatte su Twitter negli anni scorsi. Significa anche che gli account Twitter delle persone decedute verranno brutalmente cancellati, privando i familiari del ricordo delle parole scritte e delle immagini pubblicate da chi non c’è più. Rischiano di sparire anche tutti i contenuti pubblicati negli account delle persone famose non più in vita, con milioni di follower (Chadwick Boseman, per esempio).
Il problema è delicato anche per le aziende che non esistono più e per le tante persone famose ancora in vita che hanno smesso di usare Twitter negli anni scorsi e non vi scrivono più nulla: stando a quello che ha dichiarato Elon Musk, i loro account verrebbero eliminati e i loro nomi utente tornerebbero disponibili, con un evidentissimo rischio di furto di identità e di creazione di equivoci e di impostori molto credibili.
Twitter non ha pubblicato dettagli tecnici su come e in quanto tempo verrà effettuata questa eliminazione di massa: se si scrive all’indirizzo di mail riservato alla stampa, ossia press@twitter.com, da marzo scorso si ottiene come unica risposta automatica l’emoji dell’escremento. Cosa di cui Musk sembra andare orgoglioso, visto che ha annunciato l’introduzione di questo comportamento a marzo scorso con un apposito tweet (“press@twitter.com now auto responds with💩”).
Tutto quello che si sa, per ora, è che Musk ha dichiarato che “gli account verranno archiviati”, ma non si sa come verrà fatta questa archiviazione, se i tweet archiviati saranno consultabili e quali saranno gli effetti sui tweet incorporati o embeddati nelle pagine Web per citarli.
Musk ha inoltre aggiunto che “è importante liberare i nomi utente abbandonati” (gli handle o username sono i nomi utente, ossia quelli che iniziano con il simbolo della chiocciolina, e non vanno confusi con i display name). Si sa anche che pochi giorni fa sono cambiate in sordina le Norme sugli account inattivi di Twitter: prima dicevano che era necessario fare almeno un login ogni sei mesi, ma adesso dicono che bisogna “effettuare l'accesso almeno ogni 30 giorni”.
C’è insomma poca chiarezza, e la questione diventa particolarmente urgente per
i tanti casi in cui una persona è deceduta senza lasciare le credenziali di
accesso dell’account ai propri eredi, che quindi non possono neanche
effettuare un accesso periodico per tenere attivo quell’account in modo
fittizio e sottrarlo alla purga. Twitter per ora non ha annunciato nessuna opzione per
trasformare un account facendolo diventare commemorativo, come si fa da tempo
per esempio su
Facebook.
Se volete salvare dall’eliminazione un account Twitter inattivo, conviene che vi muoviate in fretta. Se avete i codici di accesso all’account, potete scaricarne una copia completa seguendo le istruzioni pubblicate sul sito di Twitter. Potete poi caricare questa copia su Archive.org oppure passare da Tweetarchivist.com o Tinysubversions.com per renderla pubblicamente consultabile.
Se invece non avete la password di un account, potete usare dei servizi a
pagamento, come
Twtdata, per scaricare
una copia di tutti i tweet pubblici di un utente, oppure immettere
twitter.com/nomeutente nella casella Wayback Machine di
Archive.org. Questo vi permetterà di sfogliare le copie archiviate automaticamente dei tweet pubblici
di quell’utente. Non è un rimedio perfetto, ma è meglio di niente.
Fonti aggiuntive: Il Post, Ars Technica,
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