Questo articolo vi arriva grazie alla gentile donazione di “michele.gel*” ed è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.
La sonda robotica Curiosity ha usato per la prima volta un trapano su Marte, scavando un foro di prova profondo un paio di centimetri e largo un centimetro e mezzo in una roccia per estrarne l'interno ed esaminarlo. I dettagli tecnici della prova e le ragioni della scelta di questa roccia specifica sono qui su Nasa.gov.
Una visuale più ampia della roccia presa di mira è disponibile in questa foto:
Potete riconoscere la zona trapanata in basso a sinistra in questo autoritratto, disponibile anche come panoramica ad altissima risoluzione:
Se volete sapere come fa Curiosity a farsi questi autoscatti senza includere il braccio che regge la fotocamera, c'è un video esplicativo delle manovre necessarie e un bell'articolo con le singole foto prima dell'elaborazione per combinarle in una panoramica.
Tutto questo, non dimentichiamolo, sta succedendo adesso su Marte. Su un mondo alieno a 345 milioni di chilometri dalla Terra c'è un robot che
oggi ha iniziato a trapanare le rocce alla ricerca di tracce di vita. Ce
lo abbiamo messo noi umani. E possiamo vedere le immagini del suo
lavoro, scattate poche ore fa su un altro pianeta, senza aspettare che
qualche emittente televisiva decida se siano più degne d'attenzione
dell'ennesima stronzata detta dall'ennesima starlette o dall'ennesimo politico
megalomane.
Ciliegina sulla torta, questo è Curiosity visto dallo spazio, in un'inquadratura che include il punto di atterraggio (la chiazza chiara circondata da un alone scuro, in basso) e le tracce delle ruote del robot. Se neanche questo v'incanta, mi arrendo!
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