Il Corriere della Sera ha pubblicato un libro di vignette realizzate da vari vignettisti in risposta all'attentato a Charlie Hebdo. Solo che l'ha pubblicato e messo in vendita senza pagare i diritti ai disegnatori. Persino un tipo pacato come Leo Ortolani (Rat-Man) s'è incazzato.
Leo_Ortolani Tanto per essere chiari e non confondere libertà di espressione con "brigittebbardò-bardò". http://t.co/ZLrSRbUBxQ 15/01/15 11:06 |
Altri vignettisti piratati dal Corriere hanno risposto ancora più vivacemente, come vedete qui accanto: “Cari ‘amici’ del Corriere... se volete ci mettiamo pure una ramazza in culo e vi puliamo la stanza!” scrive Rrobe qui. Wired.it ha pubblicato un elenco dei vignettisti coinvolti e ha raccolto le loro reazioni di disgusto.
Complimenti al Corriere, che come tanti giornali si erge a paladino del diritto d'autore e minaccia punizioni severe a chi osasse copiare uno dei suoi articoli, ma si sente in diritto di prendere le opere altrui e pubblicarle senza pagarle e senza neppure avere la cortesia di chiedere il permesso.
Giusto per chiarire un equivoco che confonde parecchia gente: il fatto di pubblicare su Facebook o Twitter una vignetta non significa rinunciare ai propri diritti d'autore. Le condizioni di contratto di questi social network concedono una licenza di pubblicazione al social network stesso. Non danno il permesso ad altri di rubare. Citare, sì; fare embedding, anche; ma non di prendere, stampare e vendere come ha fatto il Corriere della Sera.
Come se non bastasse, il Corriere pubblica a scrocco le vignette altrui in un libro “in difesa della libertà di stampa” ma censura le vignette che a suo parere possono offendere perché, dice, ci sono “sensibilità che vanno rispettate”. Fra queste, a quanto pare, non ci sono quelle dei vignettisti. Forse perché i vignettisti non irrompono nelle redazioni con la mitragliatrice in mano.
Non è finita. Il Corriere, di fronte alle proteste per questo suo atto di violazione del diritto d'autore, si difende scrivendo che “Aspettare di avere l’assenso formale di tutti gli autori, a nostro giudizio, avrebbe rallentato in maniera sensibile l’operazione”. Si vede che al Corriere usano ancora i piccioni viaggiatori e ignorano che esistono il telefono e le mail che permettono di contattare subito gli autori, come fanno nelle redazioni degli altri giornali all'estero.
E così viene distribuito nelle edicole d'Italia un libro pirata. Quale sarà la durissima reazione della SIAE di fronte a questo palese e sfrontato atto di violazione del copyright?
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