2022/08/31

Alla Radio Svizzera abbiamo parlato di Artemis

La puntata di stamattina del programma Millevoci della Rete Uno della Radiotelevisione Svizzera, condotta dal collega Nicola Colotti, è stata dedicata al tentativo di lancio di debutto del vettore gigante SLS. Sono intervenuti Piero Bianucci, giornalista, scrittore, divulgatore scientifico e docente al Master di Comunicazione scientifica all’Università di Padova; Cristina Lorenzetti, direttrice dei Programmi Operativi di Beyond Gravity; Bruno Storni, ingegnere elettronico, docente all’EPFL, esperto di tecnologia spaziale; e il sottoscritto.

Se volete, potete scaricarla o ascoltarla in streaming qui:

L’astronauta Thomas Pesquet perde la pazienza e parla contro il complottismo lunare

Ultimo aggiornamento: 2022/09/01 16:15.

L’astronauta ESA Thomas Pesquet (a destra nella foto qui accanto, insieme al collega Luca Parmitano) si trova a Cocoa Beach, vicino al Centro Spaziale Kennedy, per assistere al lancio del nuovo vettore gigante lunare SLS, e ha scritto una serie di tweet nei quali mette bene in chiaro la propria posizione a proposito del complottismo lunare, dopo essere stato tirato in ballo dall’ennesimo complottista che ha manipolato una sua dichiarazione televisiva (come spiegato qui).

I tweet di Pesquet sono in francese; provo a tradurli, ma non è la mia lingua primaria e quindi vi chiedo di controllarla se siete francofoni e segnalarmi eventuali errori e migliorie. Grazie.

Ma perché dobbiamo perdere tempo prezioso ancora una volta su questa cosa? Ma certo che sì, degli esseri umani sono andati sulla Luna durante le missioni Apollo. E ci stiamo per tornare.

Mais pourquoi doit-on perdre un temps précieux avec ça une fois de plus : bien sûr que oui, l’humain est allé sur la lune pendant les missions Apollo. Et on va y retourner.

E sì, le mie emozioni importano poco, ma mi addolora, dopo tutto quello che ho fatto per dieci anni, dopo le mie due missioni, le migliaia di ore supplementari a sgobbare per condividerle e per spiegare la scienza e la tecnologia, dover fare oggi questo tweet.

Et oui peu importent mes émotions mais ça me fait de la peine, après tout ce que j’ai fait depuis 10 ans, mes deux missions, les milliers d’heures de boulot en plus pour les partager et expliquer la science et la technologie, d’avoir à faire ce tweet aujourd’hui.

Mi preoccupa enormemente anche vedere fino a che punto alcuni si divertono a confondere la verità e altri ci cascano. Fatevi seriamente questa domanda: chi ci guadagna in tutto questo? Non la NASA, no, ma i manipolatori che vi raccontano che è tutto falso.

Ça m’inquiète aussi énormément de voir à quel point certains s’amusent à brouiller la vérité et d’autres se font avoir. Sérieux posez-vous la question : qui y gagne à tout ça ? Pas la NASA non, mais les manipulateurs qui vous racontent que tout est faux

E no, non intendo dimostrare qui che gli allunaggi sono realmente avvenuti, perché questo è stato fatto MILIONI di volte, è ovunque sul web, e la gente non ascolta comunque, parla di verità ma sceglie quello che le fa comodo e ignora il resto.

Et non on ne va pas démontrer ici que les alunissages ont bien eu lieu, parce que ça a déjà été fait des MILLIONS de fois, c’est partout sur le web, et les mecs n’écoutent pas de toute façon, ils parlent de vérité mais choisissent des trucs qui les arrangent et ignorent le reste.

Sinceramente mi fa imbestialire scrivere tutto questo. Non dovrebbe, e dovrei essere più paziente, ma fa infuriare. Questi tizi che vi dicono “vi stanno mentendo, guardate, la verità è qui, io non ti sto mentendo, certo”, non vi sembra un po’ facile? Hanno tutto da guadagnarci.

En vrai ca me saoule d’écrire tout ca. Ça ne devrait pas et je devrais être plus patient, mais c’est rageant. Les mecs qui vous disent « on vous ment, regardez, la vérité est ici, moi je ne vous mens pas, bien sûr », ca ne paraît pas un peu facile ? Ils ont tout à y gagner

E soprattutto nega tutto il lavoro (reale) incredibile che migliaia di persone svolgono in tutto il mondo per le missioni spaziali (fra le altre cose). Queste persone meritano di meglio. Per non parlare delle persone che hanno oltretutto rischiato la propria vita per queste missioni...

Et surtout ça nie tout le (vrai) boulot incroyable que des milliers de gens font dans le monde pour les missions spatiales (entre autres). Ils/elles méritent mieux que ça. Et on ne parle même pas des gens qui ont en plus risqué leur vie pour ces missions…

Perché certo, da un lato ci sono quelli che sgobbano, che inventano, che costruiscono, che si adoperano ogni giorno, per esempio, per mettere un razzo incredibilmente complesso in grado di compiere la propria missione. È bello, è positivo, è utile. Ma è MEGA difficile.

Parce que oui à côté, tu as ceux qui font le boulot, qui inventent, qui construisent, qui travaillent tous les jours pour mettre, par exemple, une fusée incroyablement complexe en position de remplir sa mission. C’est beau, c’est positif, c’est utile. Mais c’est HYPER difficile.

Dall’altro non c’è niente di più facile per un tizio che farsi avanti, nascosto dietro la propria tastiera, e raccontare delle cose perché gli fa comodo che voi lo ascoltiate. Questo non richiede nessuna fatica.

Alors qu’il n’y a rien de plus facile pour un type que d’arriver planqué derrière son clavier et de raconter des trucs parce que ça l’arrange que vous l’écoutiez. Ça ne demande pas vraiment d’effort.

Quindi fate davvero attenzione: so che questi tizi sanno sembrare credibili. Criticano gli scienziati veri, ma si ammantano di titoli (spesso falsi) per fare colpo su di voi.

Alors en vrai faites attention, je sais que les mecs font en sorte que ça ait l’air vrai. Ils critiquent les vrais scientifiques, mais ils se bardent de diplômes (souvent faux) pour vous impressionner.

Da un lato ci sono persone che spiegano le cose come stanno realmente, come @gourmaud_jamy e centinaia di altri, e dall’altro ci sono persone che stanno soltanto cercando di creare il caos facendo sembrare che diano spiegazioni. Bisogna sapere vedere la differenza nelle intenzioni e nei metodi.

Il y a d’un côté des gens qui expliquent les choses pour de vrai, comme @gourmaud_jamy et des centaines d’autres, et de l’autre des gens qui essaient juste de créer du chaos en ayant l’air d’expliquer. Il faut voir la différence dans les intentions et dans les méthodes.

Se siete coinvolti in tutto questo in buona fede, sono cose che succedono: uscite da Twitter e cercate di trovare informazioni per esempio nei libri. È più sicuro.

Si vous êtes pris là-dedans de bonne foi, ça arrive : sortez de Twitter et essayez par exemple de trouver l’info dans les livres. C’est plus sûr.

In breve, è tutto su questo argomento, perché non è il mio campo e ho molto lavoro. Stiamo per tornare a dedicare tutto il nostro tempo e tutte le nostre energie per realizzare cose come la ISS e Artemis, perché è bene per l’umanità. Che piacciano o meno a certa gente.

Bref c’est tout sur ce sujet parce que c’est pas mon domaine et j’ai plein de boulot. On va retourner passer tout notre temps et toute notre énergie pour faire en sorte que des trucs comme l’ISS et Artemis arrivent, parce que c’est bien pour l’humanité. N’en déplaise à certains.

Appuntamento sulla Luna tra qualche anno 😉😎 

Rendez-vous sur la lune dans quelques années 😉😎

Alberto Contri, ex direttore di Pubblicità Progresso, docente IULM, annuncia uno “studio” sui debunker, manifesta complottismi a pioggia. Poi cancella (quasi) tutto

Il 29 agosto scorso Alberto Contri, docente IULM al Dipartimento di Comunicazione, arti e media ed ex direttore di Pubblicità Progresso, ha scritto questo tweet:

“Quando uscirà lo studio che ho fatto sui debunker a livello internazionale con un gruppo di masterizzandi svegli, resterete di merda. Anche se Henry Miller aveva detto che "il segreto del successo è mai vergognarsi".”, linkando un tweet del collega David Puente.

Gli ho risposto pubblicamente: Grazie, mi avvisi quando esce, così finalmente scoprirò chi mi paga e gli potrò mandare il sollecito, qui non arriva un soldo.

Si è avviata una discussione pubblica, della quale Contri ha successivamente cancellato o nascosto buona parte dei suoi tweet, rendendo impossibile comprendere la conversazione. Li ho salvati e li ripubblico qui, dato che le opinioni e i metodi comunicativi di un docente che tiene un corso di laurea in comunicazione d’impresa e relazioni pubbliche sono di ampio interesse. Specialmente se poi vengono cancellati.

Gli ho chiesto (15:48): Sbaglio o lei era al tavolo della stampa con me e gli altri rappresentanti della stampa durante gli incontri "Bastabufale" organizzati da Laura Boldrini? Mi spiace che lei sia sceso a questi toni.

Io (15:51): Fra l'altro, dovrebbe decidere quale sia la sua tesi. O i "debunker a livello internazionale" sono pericolosi tanto da meritare rivelazioni, oppure non contano niente.

Io (15:52): "Anche se Henry Miller aveva detto che "il segreto del successo è mai vergognarsi"." Allora dormo tranquillo.

Contri (19:40): Non, non ero io. Quali toni?

In effetti, per amor di precisione, Contri non era al tavolo, ma era intervenuto durante una sessione a Montecitorio alla quale ero intervenuto anch’io, nel 2017. Contri aveva parlato in favore dell’iniziativa Bastabufale. Come si cambia.

Io (19:42): Allora ricordo male. Quali toni? Questi: "Quando uscirà lo studio che ho fatto sui debunker a livello internazionale con un gruppo di masterizzandi svegli, resterete di merda."

Contri (19:42): Dal punto di vista della comunicazione fanno danni. Generalmente sono eterodiretti e finanziati per uno scopo.

Contri (19:58): Mi scuso. Dovevo scrivere di m….È che hanno scassato talmente i cabbasisi (cit. Camilleri, si puó?) che si resterà sorpresi nelli scorire che non sono esattamente dei benefattori dell’umanità.

Io (19:59): "Sui debunker"? A tappeto? TUTTI i debunker "non sono esattamente dei benefattori dell’umanità"? Accusa piuttosto generica e pesante. Io sono un debunker.

Contri (20:07): Interessante. Non credo di aver detto "tutti". Nello studio ci sono i più noti. Curiosità: Lo fa per divertimento? Volontario? Altrimenti, come si finanzia? [allega immagine di pagina doppia de La Verità]


Ingrandimento della doppia pagina citata da Contri.

Io (20:12): Beh, "sui debunker" presuppone "tutti". Altrimenti avrebbe precisato "alcuni". Ma ho chiesto proprio per chiarire. E quali sono "i più noti"? Lo faccio per divertimento e per lavoro. Quasi sempre volontariato, a volte su richiesta di radio o TV. Mi mantengo facendo altro.

Io (20:14): Ora le faccio io una domanda per curiosità: a che titolo ospita e fa parlare un incompetente documentato come Massimo Mazzucco? Uno che sostiene che la Terra sia cava e noi viviamo al suo interno? 

Contri (20:15): Quindi con committenti che hanno uno scopo.

Io (20:18): Certo che c'è uno scopo, sarebbero stupidi a chiedermelo se non ci fosse: le redazioni vogliono sapere se una certa notizia/foto è vera o falsa e io offro gli strumenti per farlo. RadioTV svizzera, Rai, Mediaset, SkyTG24, Nove, eccetera.

Io (20:24): A volte, invece, faccio le indagini perché l'argomento mi interessa. Tipo questo articolo di ciarlataneria pseudoscientifica. Un'intera pagina dedicata a uno che dice di viaggiare nel tempo [immagine di pagina de La Verità].

Io (20:29): Per chiarezza: "altro* significa che faccio il giornalista come collaboratore della RSI e di altre testate, e in più scrivo e traduco testi e libri tecnici e faccio consulenze informatiche.

Contri (20:42): E1 un personaggio interessante, con le sue idee, che però fa dei video molto ben documentati. Stando alla fisica quantistica, la storia della terra potrebbe pure essere. Potrebbe. Le sue teorie su 11 sett. non sono campate in aria. V. perizia dei pompieri uscita 18 anni dopo.

Io: (20:46): Mi scusi ma *video ben documentati" riferito a Mazzucco fa sorridere. L'elenco delle castronerie tecniche nei suoi video è infinito ed è l'unica cosa ben documentata. "Stando alla fisica quantistica"? Ha provato a chiederlo a un fisico invece che a un ex regista? :-)

Io (20:51): Scusi se insisto, ma è lei l'Alberto Contri citato in questo video? Io vedo un Alberto Contri a Bastabufale. Me lo ricordo da qui: https://t.co/LiSLBThikK [il link più specifico è https://attivissimo.blogspot.com/2017/05/bastabufale-il-testo-del-mio-intervento.html]


Contri (20:51): Tipica risposta. il cherry picking è la principale attività dei debunker. Comunque basterebbe la relazione dei pompieri sopravvissuti, pubblicata 18 anni dopo : "Scappando per le scale, abbiamo sentito le esplosioni cadenzate piano per piano". È un doc ufficiale

Io (20:55): "il cherry picking è la principale attività dei debunker." Mi scusi ma è esattamente il contrario. Il debunker fornisce le fonti integrali e precise. Lei ha una fonte per la "relazione" di cui lei parla? Qual è di preciso questo "doc ufficiale"?

Io (21:01): Tenga presente che io e altri colleghi abbiamo intervistato direttamente i vigili del fuoco di NY. Nessuno, ma proprio nessuno, sostiene la teoria delle esplosioni. Che oltretutto è assurda per ragioni fisiche: delle esplosioni in grado di distruggere un edificio... /
(21:04) ...avrebbero creato un'onda di pressione tale da spaccare _tutti_ i vetri degli edifici adiacenti e rendere permanentemente sordi i presenti, cosa che non è successa. Lo abbiamo chiesto a demolitori professionisti. /
(21:05) Dan Potter, FDNY:"[le teorie di esplosivi sono] False, semplicemente false. Non hanno alcun valore e tutti noi che eravamo lì conosciamo la verità. I Capitani dei Pompieri hanno visto il primo e il secondo aereo colpire i palazzi. Semplicemente false." (link) /

(21:09) Frank Papalia, FDNY: "I was there and I saw things happening. I was standing in the building next to 7 and the whole bottom was gouged out from being hit by the other building. The whole building was on fire, the windows were popping out.... " /

(21:09) "...Buildings aren't made to be on fire like that, because if there's a fire they are designed to have sprinklers system that is supposed to put it out, so they are not meant to burn indefinitely. If they do steel softens. Steel softens at about 950 F. " (link) /

(21:12) Larry Monachelli, FDNY: "I didn't notice any explosions. And it wasn't fast as I expected it to be. We could here all the floors coming down, each one on the next, and we had time to run." (link) /

" So there were no explosions but only the noise of each floor coming down on the other," dice Monachelli. Queste testimonianze Mazzucco stranamente non le cita. Cherry picking, appunto. /
(21:15) John Picarello: "... si poteva proprio sentire che ogni piano crollava sul successivo. Era come “pa-pa-pa-pa-pa”. Ho sentito che alcuni miei amici lo descrissero come delle esplosioni ma credo che sia normale durante un crollo con la pressione e il fumo che vengono spinti fuori." /
(21:16) Intervista integrale: https://undicisettembre.blogspot.com/2012/09/world-trade-center-intervista-con-il.html Questa Mazzucco gliel'ha raccontata? /

Contri (21:08): I pompieri? Quali? Quanti? Un tempo la relazione l'ho letta, forse in rete si trova. E allora mi spiega come ha potuto collassare cosí l'edificio vicino? I pareri dei demolitori...ah! E allora il parere dell'associazione degli ingegneri e degli architetti con tutti i loro dubbi?

Contri (21:10): Non è vero per niente. Le esplosioni sono programmate per avere efficacia limitata a dove sono posti gli esplosivi.

Contri (21:12): Adesso però non ho tempo. Un'alyra volta mi spieghi il piccolo buco nel Pentagono. I resti dell'aereo dove sono? Tutte le telecamere spente? Da qui e altro si vede che i debunker indagano solo in un senso...

Io (21:17): "I pompieri? Quali? Quanti?" Glieli sto elencando. Li legga, credo che saranno illuminanti. "la relazione l'ho letta, forse in rete si trova" In altre parole, non ha la minima idea della fonte di quello che cita. Non è un buon metodo giornalistico.

Io (21:17): "mi spiega come ha potuto collassare cosí l'edificio vicino?" Sì, ma glielo faccio spiegare direttamente dai vigili di NY, di cui le ho già citato le parole.

Io (21:20): "il parere dell'associazione degli ingegneri e degli architetti" ... associazione che "dimostra" le proprie tesi usando scatole di cartone. Serissimi. Questo è il loro capo, Richard Gage. [foto di Gage che brandisce due scatole di cartone per simulare le Torri Gemelle]

Io (21:23): Ma parliamo di questa associazione. Sa che una volta hanno accettato l'iscrizione di uno che si chiama "Massimo dell'Affidabilità"? Ero io. Controlli ZERO. [screenshot dell’iscrizione]

Io (21:24): Sa cosa dicono alcuni membri di questa associazione? Paul Robert Kenyon dice che è possibile che si sia trattato di raggi laser o "radiazioni ad alta frequenza" /
(21:25) Charles Pegelow, presentato come ingegnere strutturista, sostiene che le Torri Gemelle furono distrutte mediante bombe atomiche che fecero evaporare 100.000 tonnellate d'acciaio /
(21:28) Come si può vedere, una volta che si va alle fonti dirette si scopre come stanno realmente le cose. Questo è quello che fanno i debunker. Lei, per contro, mi parla di un Mazzucco ex regista e di un "rapporto" di cui non sa dare dettagli.

Io (21:30): Potremmo anche parlare di Mazzucco che rimonta le parole dei testimoni al Pentagono per manipolarle. [link al video che lo documenta]

Io (21:32): Potremmo parlare anche di Mazzucco che nega gli allunaggi. Lei è d'accordo con queste sue tesi?

Io (21:36): Mi scusi ma le suggerisco di parlare con un esplosivista. Danilo Coppe, dell'IRE, per esempio. Le spiegherà come funziona realmente una demolizione. Un concetto semplice: le esplosioni fanno boati PRIMA del crollo. Al WTC non accadde. /
(21:36) Un altro concetto semplice: gli esplosivi devono essere piazzati. Come farlo in un palazzo abitato, senza che se ne accorgesse nessuno, piano per piano, colonna per colonna? /

Io (21:39): "Un'alyra volta mi spieghi il piccolo buco nel Pentagono" La breccia era larga 35 metri. Documentata dalle foto pre-crollo della facciata. Mi perdoni, ma lei si abbevera solo a fonti complottiste? Il Pentagon Building Performance Report l'ha mai letto? Questa foto la conosce? [Foto della breccia d’impatto al Pentagono]

Io (21:40): Ma poi scusi, ragioniamo un attimo: chi sarebbe così cretino da organizzare un complotto che lasciasse un buco troppo piccolo per poi dire che ci è passato un aereo di linea? :-)

Io (21:41): I resti dell'aereo erano dentro il Pentagono. È quello che succede quando un aereo penetra in un edificio. /

Io (21:43): "Tutte le telecamere spente?" No, le telecamere erano accese e i video sono pubblici. Mi sembra proprio che lei non si sia documentato sui fatti tecnici. E con o senza telecamere, ci sono oltre 50 testimoni oculari. /

Io (21:44): "Adesso però non ho tempo. " Questa, sinceramente, è la cosa più triste di tutte. Lei lancia accuse, formula teorie infamanti, e poi quando qualcuno le chiede le prove risponde "non ho tempo". Direi che è una bella illustrazione del suo approccio alla realtà /

Io (21:46): E meno male che saremmo noi debunker quelli che "indagano solo in un senso." Noi portiamo le prove, le fonti, i dati. Diamo pieno accesso a tutto. Lei ha portato solo chiacchiere e dicerie, ma accusa noi. E poi fugge alla richiesta di prove. Direi che questo dice tutto.

Contri (22:26): Ah davvero? Cosa ci dicono del resto dell'aereo?

Io (22:28): Ci dicono che hanno visto l'aereo, l'hanno riconosciuto come aereo di linea della American Airlines, e l'hanno visto schiantarsi dentro la facciata. I soccorritori hanno trovato i resti dei passeggeri, le loro valigie, i pezzi dell'aereo. Le posso indicare nomi e fonti, ma... /

Io (22:30): ... visto che lei dice di non avere tempo e di non poter dare la fonte delle sue citazioni sul presunto "rapporto" dei VdF di NY, non le sembra di chiedere senza dare?

Contri (22:27): Ahahahahahah con tutte le ali vero? 40 metri di ali sono entrate tutte in un foro di pochi metri senza lasciare un detrito?

Contri (22:31): Io vedo solo una cosa: voi avete in testa un obiettivo da raggiungere, quello che interessa alla vostra committenza. Sull'11 settembre ci sono montagne di documenti, prove, film, testimonianze, che suscitano seri dubbi. Per voi è tutto chiaro, avete una risposta per tutto.

Io (22:33): Signor Contri, lei sta sghignazzando della morte di quasi duecento persone. Abbia un po' di rispetto. E sì, i detriti li hanno lasciati. Sono ampiamente documentati. />

Io (22:34): "Per voi è tutto chiaro, avete una risposta per tutto." No. Semplicemente abbiamo verificato le tesi dei complottisti e sono risultate false. Tutto qui. Lei, putroppo, non sembra aver fatto nessun lavoro di verifica e pare credere a ogni fantasia dei complottisti. Pecccato.

Io (22:37): "voi avete in testa un obiettivo da raggiungere, quello che interessa alla vostra committenza." Quando non si riesce a controbattere con i fatti, si ricorre al classico "chi ti paga". Davvero triste e basso da parte sua cercare di infangare me, i miei colleghi e i VdF di NY.

Io (22:39): Per chiarezza: quando io e i miei colleghi abbiamo rilevato lacune ed errori nei rapporti tecnici 11/9, li abbiamo segnalati pubblicamente. Non abbiamo "committenti", ma capisco che per lei possa essere difficile credere che qualcuno abbia l'integrità di essere indipendente.

Io (22:43): Qualora lei volesse informarsi sui fatti puramente tecnici e scoprire quante fandonie le hanno raccontato i complottisti, può sfogliare Undicisettembre.info, dove troverà nomi e cognomi, testimonianze, fonti tecniche, immagini, documenti e interviste. /

Io (22:46): Se poi volesse informarsi anche sulle falsità tecniche dichiarate sugli allunaggi dal signor Mazzucco e colleghi, potrà partire da questa sintesi: Luna1969.info È gratis. Scritto per passione, non per committenza. [immagine della copertina di Luna? Sì, ci siamo andati!]

2022/08/30

Un tributo spaziale a Nichelle Nichols, Uhura di Star Trek

Oggi Samantha Cristoforetti ha commemorato la recente scomparsa di Nichelle Nichols, la mitica tenente Uhura della Serie Classica di Star Trek, con una sua foto nella Cupola della Stazione Spaziale Internazionale.

Il tempismo è perfetto, non solo per il mese esatto passato dalla morte di Nichelle Nichols, ma anche perché oggi è l’anniversario dell’arrivo in orbita, nel 1983 con lo Shuttle Challenger, del primo astronauta americano di colore, Guion Bluford, che era stato reclutato proprio da Nichelle. 

Dopo il successo di Star Trek, l’attrice aveva infatti assunto il ruolo di comunicatrice per la NASA, con il preciso compito di avvicinare al programma spaziale persone di colore, donne e altri gruppi che erano rimasti esclusi dalle prime selezioni di astronauti.

2022/08/29

Oggi primo tentativo di lancio di Artemis I, dalle 14.33 ora italiana (aggiornamento: annullato)

Credit: NASA.

Dopo una gestazione infinita (undici anni) e innumerevoli rinvii (la data di lancio iniziale era dicembre 2016), oggi il razzo gigante SLS (Space Launch System) tenterà il primo volo, partendo dalla rampa 39B del Kennedy Space Center, in Florida, per la prima missione del programma lunare Artemis

La finestra di lancio di Artemis I si apre alle 14.33 e termina alle 16 (ora italiana). Il lancio potrà essere seguito in diretta su RaiNews24 dalle 14:20, su Nasa.gov e su Asi.it (dalle 14:15). Io parteciperò alle dirette streaming di Astrospace.it (dalle 13) e di Tesla Owners Italia (dalle 13).

È sempre interessante ed emozionante vedere un razzo partire per lo spazio, e questo è sicuramente uno dei più grandi razzi lanciati negli ultimi decenni. Ma contrariamente a quello che sentirete probabilmente dire da molti oggi, non è il più potente (questo primato spetta all’N-1 sovietico), non è il più alto (il Saturn V lo supera; questa versione Block 1 di SLS è più bassa), però è il più largo di diametro (fonte). E a questi costi (circa un miliardo di dollari a lancio), con questa cadenza di lancio lentissima (uno all’anno se tutto va bene) e con questo spreco di componenti (motori Shuttle riutilizzabili che vengono invece buttati via insieme a quasi tutto il vettore) non si va lontano. 

Il volo di Artemis I prevede una traiettoria che porterà la capsula Orion ben oltre la Luna per un volo di circa 40 giorni. Trovate tutti i dettagli sui siti della NASA e dell’ESA.

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14:53. Il tentativo di lancio è stato annullato poco fa a causa di un problema con uno dei motori a propellente liquido. Si ritenta il 2 settembre.



Stamattina farò un volo elettrico! (aggiornamento: FATTO!)

Ultimo aggiornamento: 2022/08/30 9:25.

Qualche giorno fa ho segnalato la sperimentazione degli idrovolanti a propulsione elettrica in Canada e molti di voi mi hanno fatto notare che proprio a due passi dal Maniero Digitale c’è una scuola di volo, Avilu, che offre voli su un aereo elettrico, un Pipistrel Velis Electro (HB-SYG HB-SYK), presso l’aeroporto di Agno.

Era tanto tempo che sognavo di provarlo, e grazie alle vostre segnalazioni sono stato contattato dalla scuola di volo e stamattina intorno alle 10 effettuerò un volo elettrico, rigorosamente come passeggero, insieme a un istruttore. Se siete da queste parti e non sentite un aereo a elica che vi vola sopra la testa, potrei essere io.

Se mi seguite su Twitter, segnalerò le coordinate per monitorare il volo su Flightradar24. Porterò con me GoPro e telecamera standard per documentare l’avventuretta in aereo elettrico.

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Il Velis Electro è il primo aereo elettrico con certificato EASA, che in sostanza attesta che l’aereo è conforme agli standard di sicurezza dell’Unione Europea, lo distingue dagli aerei sperimentali e ne consente l’uso per attività commerciali; ha un singolo motore elettrico che ha una potenza di picco di 57,6 kW ed è alimentato da due batterie al litio, collegate in parallelo. da poco più di 11 kWh ciascuna (24,8 kWh nominali, praticamente poco più di ELSA, la mia piccola Peugeot iOn) raffreddate a liquido. Ciascuna batteria è in grado di alimentare da sola l’aereo e pesa 70 kg.

Il Velis Electro ha un peso massimo al decollo di 600 kg (428 kg di aereo e 172 kg di carico) e una quota di tangenza di 12.000 piedi (circa 3600 metri). La sua velocità massima di crociera (VNO) è 98 nodi (circa 180 km/h). 

Secondo i dati pubblicati sul sito del fabbricante, l’azienda slovena Pipistrel, la rumorosità è 60 dBa e la durata dei componenti del propulsore del Velis Electro è il doppio di quella degli aerei equivalenti con motore a pistoni: il motore ha un intervallo di revisione (TBO, time between overhaul) di 2000 ore. Questo, insieme al costo di ricarica (circa 5 euro o franchi per un “pieno”) molto inferiore a quello del carburante equivalente, riduce fortemente i costi operativi (fino al 70% per i costi di addestramento ab initio dei piloti) e l’inquinamento acustico a terra e in volo, rendendone più accettabile l’uso vicino ai centri abitati. Inoltre non ha bisogno di un periodo di riscaldamento del motore prima del decollo.

L’autonomia di volo massima è 50 minuti, più la riserva VFR. L’autonomia non viene indicata in termini di distanza, perché l’uso normale di questo aereo è per l’addestramento e quindi con punto di arrivo uguale al punto di partenza, ma spannometricamente 50 minuti alla velocità massima di crociera sarebbero circa 150 km. Questo è un calcolo mio alla buona, che non tiene conto dei consumi di salita in quota e del fatto che è improbabile tenere sempre la velocità massima, per cui la distanza reale è presumibilmente inferiore: Agno-Malpensa (43 km in linea d’aria) o Agno-Linate (67 km) sarebbero probabilmente fattibili.

Il tempo di ricarica è di circa due ore per un “pieno” (dal 30 al 100%); la carica normale dal 35% al 95% richiede fino a 80 minuti. La ricarica avviene normalmente su presa trifase da 380 V ma può anche essere effettuata con una normale presa elettrica da 240 V monofase, che però richiede varie ore. Il connettore è un GB/T 20234 (simile a un Tipo 2 per auto), tuttavia l’aereo è caricabile solo con un apposito dispositivo portatile o con una apposita colonnina.

Pipistrel sta lavorando a un cosiddetto miniliner o microfeeder, ossia un aereo da 19 posti che colleghi i piccoli aeroporti fra loro (miniliner) o con quelli più grandi (microfeeder) senza causare inquinamento acustico o emissivo grazie alla propulsione elettrica o a idrogeno. 

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Post-volo. È stata un’esperienza bellissima! Una giornata splendida di sole e con pochissimo vento ci ha permesso un volo morbidissimo, con un decollo estremamente vivace (l’accelerazione degli aerei elettrici è come quella delle auto elettriche) e una silenziosità di bordo e soprattutto esterna davvero impressionante. Ho potuto prenderne i comandi per qualche semplice manovra in quota e il Velis Electro fa proprio venir voglia di imparare a volare: agile, stabile, senza sorprese. Ho anche fatto un paio di tweet e una piccola diretta radio sulla Rete Tre della RSI mentre eravamo in volo, annunciando il sorvolo di Lugano da parte del nostro aereo elettrico, e alcuni amici in giro mi hanno detto che hanno visto un po’ di gente con gli occhi al cielo per vederci grazie alla segnalazione in diretta.

Marc, il pilota e istruttore che mi ha portato in quota, mi ha illustrato moltissimi dettagli che spero di potervi raccontare e mostrare in video nei prossimi giorni. Nel frattempo, ecco qualche foto.

Siamo sul tabellone delle partenze dell’aeroporto di Lugano-Agno (la terza partenza dall’alto, alle 11:00).
Ecco il Velis Electro sotto carica, attaccato al suo apposito caricatore trasportabile (che va collegato a una presa trifase da 32 A).
Il vano di ispezione della batteria posteriore, situata dietro l’abitacolo. Il tubicino colorato di rosa è un indicatore dello stato del liquido di raffreddamento della batteria.
Il vano di ispezione della batteria anteriore, situata nel muso, con un analogo tubo rosa di monitoraggio del liquido di raffreddamento. Scusate il dito in alto a sinistra, stavo riparando il telefonino dal sole.
L’ubicazione dello sportello di ispezione della batteria anteriore. Il motore vero e proprio è piccolissimo.
Il connettore di ricarica (simile a un Tipo 2 per auto) sul lato destro del muso.
Il caricatore trasportabile.
Quel pernetto è il meccanismo di blocco e sblocco dello sportello di ricarica. Tutto è ridotto al minimo per contenere il peso. Sono state sacrificate anche le carenature aerodinamiche delle ruote, che sono invece presenti nella versione con motore a carburante.
Sull’asfalto, dopo averlo estratto (a mano!) dall’hangar.
Manovre di piazzamento pre-volo.
In volo. Il cruscotto è ben dotato, con ampie informazioni sullo stato del motore e delle batterie.
Marc è concentrato nel pilotaggio mentre il bambino alla sua sinistra si diverte :-).
Credit: Jethosting.ch.

Le comunicazioni con la torre di controllo erano ascoltabili online presso LiveATC.net. Questo è il percorso del volo, tracciato da Flightradar24:

2022/08/28

Pranzo dei Disinformatici 2022 il 18 settembre alle 13, sono aperte le iscrizioni

Come preannunciato a maggio, anche quest’anno la Rituale Cena dei Disinformatici, annuale raduno mangereccio di innocui facinorosi, scettici allegri, rettiliani, piccole creature pelose di Alfa Centauri ed esponenti occulti del Nuovo Ordine Mondiale sarà in realtà un Pranzo e si svolgerà domenica 18 settembre alle 13 a Milano, nello stesso Luogo Segreto degli anni passati.

Il Supremo Maestro di Cerimonie, Martino, coordina le iscrizioni, che sono aperte da oggi. Il costo di partecipazione è di 35 euro a persona. Chi volesse partecipare, contatti Martino precisando nickname e provenienza e scrivendogli a martinobri chiocciola outlook.it.

Come consueto, per la foto di gruppo a fine Pranzo (di cui allego un esempio) verranno distribuiti dei sofisticati filtri anticomplottisti, che bloccano il riconoscimento facciale: gli ormai collaudatissimi Censurex® 3000, disponibili dall’anno scorso anche in versione con nervature stimolanti.

 Ci vediamo!

2022/08/25

Intelligenze artificiali generano illustrazioni partendo da una descrizione testuale. Gli artisti tremano

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Hanno nomi strani, come DALL-E, Imagen, Jasper, Starryai, Wombo, Midjourney, NightCafe, e stanno togliendo il sonno agli artisti e agli illustratori. Sono i generatori di illustrazioni basati sull’intelligenza artificiale: scrivete una descrizione in inglese di quello che vorreste vedere raffigurato, per esempio “Giulio Verne che atterra sulla Luna in un’astronave steampunk”, e in una manciata di minuti ottenete una serie di illustrazioni pronte per l’uso. Gratuite, originali ed esenti dal diritto d’autore.

Immagine generata da Jim Clyde Mange con Midjourney (fonte: Geekflare).

Questi generatori automatici attingono a un enorme archivio di immagini accuratamente etichettate (come LAION), ne estraggono le relazioni e le combinano per creare nuove illustrazioni o fotografie. Non è un semplice collage, perché i vari elementi vengono integrati in modo coerente, scontornandoli e distorcendoli per adattarli al contesto, con funzioni di ritocco sofisticate come l’inpainting, ossia la sostituzione di sfondi e la ricostruzione di parti mancanti di un’immagine.

Fotografi e illustratori sono comprensibilmente preoccupati, perché questo genere di produzione automatica rischia di rendere quasi inutile il loro lavoro. A giugno scorso, la rivista Cosmopolitan ha creato la propria copertina usando, DALL-E in venti secondi, al posto di un illustratore. Midjourney genera immagini artistiche oniriche di bellezza sconcertante. Perché pagare qualcuno per illustrare una notizia di cronaca o andare sul posto a documentarla, quando è sufficiente dare una descrizione a un software?

Per esempio, ho provato a chiedere a uno di questi software, chiamato Stable Diffusion, di generare un’illustrazione della recente notizia delle donne che pubblicano online proprie foto scattate mentre ballano in segno di solidarietà con il primo ministro finlandese Sanna Marin, colpita da una polemica per alcune sue immagini ritenute troppo festaiole, e ho ottenuto subito qualcosa di utilizzabile: donne che ballano in strada tenendo bandiere finlandesi. O perlomeno ho ottenuto qualcosa che a prima vista sembrava una serie di immagini di donne, ma guardando bene mi sono accorto che tutte avevano volti mostruosamente distorti.

Questa distorsione dei volti sembra essere una caratteristica ricorrente dei generatori di immagini. Ho chiesto sempre a Stable Diffusion di generarmi un’immagine del regista Stanley Kubrick che dirige il filmato dello sbarco sulla Luna, per prendere in giro i complottisti, e ho ottenuto delle foto in bianco e nero inquietantemente realistiche, che mostravano una persona che somigliava a Kubrick ma non era lui.

Un’altra funzione affascinante dei generatori di immagini è l’imitazione degli stili. Si può chiedere, per esempio, un ritratto di una persona famosa fatto con lo stile di un certo artista. Marilyn Monroe come l’avrebbe raffigurata Andy Warhol? Fatto. Sempre Marilyn, ma nello stile di Vincent van Gogh? Idem. E tutto è esente da problemi di copyright, perché solo le persone hanno diritti d’autore, i software no.


I generatori di immagini stanno spopolando su Internet perché sono ovviamente una fabbrica incessante e inesauribile di memi e di illustrazioni comiche e satiriche, ma hanno anche un lato oscuro. Possono ovviamente essere usati per creare falsi fotografici e pornografia virtuale di qualunque genere, senza limiti di età o identità delle persone raffigurate.

Per evitare questi abusi, i principali generatori hanno dei filtri appositi, ma non funzionano perfettamente. E poi c’è anche il problema dei pregiudizi culturali involontari di chi li crea. Per esempio, il termine inglese secretary (segretario o segretaria) non indica se si tratti di una donna o di un uomo, ma quando ho chiesto a Stable Diffusion di crearmi delle immagini di secretary con capelli rossi in bicicletta, mi ha mostrato tre donne, come se il lavoro di segreteria fosse esclusivamente femminile.

L’unico fattore limitante, per ora, di questi generatori di immagini è che le loro versioni più potenti sono disponibili soltanto a un numero limitato di utenti o sono a pagamento o richiedono un’installazione piuttosto complessa su computer molto potenti. Ma è solo questione di tempo e anche questi limiti spariranno. Nel frattempo, se volete provarne uno senza impegno, Stable Diffusion, quello che ho usato per raccontarvi questa storia, è disponibile liberamente online presso Huggingface.co.

Zoom vulnerabile sui Mac, aggiornatelo. Poi aggiornate l’aggiornamento

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Se usate Zoom su un computer Apple, aggiornatelo. E se l’avete appena aggiornato, fatelo di nuovo. Lo so, la sicurezza informatica a volte sa essere esasperante. Al recente raduno di esperti di sicurezza informatica Def Con, uno di questi esperti, Patrick Wardle, ha dimostrato una falla del sistema di aggiornamento automatico di Zoom per macOS che avrebbe consentito a un aggressore di “elevare in modo banale i propri privilegi fino a diventare root”. In altre parole, fino a prendere pieno controllo del computer della vittima.

Il trucco era in effetti semplice: era possibile scavalcare la verifica di autenticità degli aggiornamenti scaricati e quindi indurre lo scaricamento di una versione vecchia e meno protetta di Zoom, oppure forzare l’installazione di qualunque altra app ostile, dandole accesso completo al sistema operativo.

La falla era sfruttabile soltanto localmente da un utente non privilegiato, per cui il rischio era concreto solo in alcuni scenari abbastanza particolari, come per esempio un Mac condiviso in ambiente scolastico o lavorativo, ma visto che fra i milioni di utenti di Zoom ci sono appunto molte scuole e aziende in tutto il mondo, la società informatica omonima che gestisce l’app Zoom ha aggiornato molto rapidamente il proprio prodotto per eliminare questa falla. La notizia della grave vulnerabilità si è diffusa rapidamente e così gli utenti diligenti si sono precipitati ad aggiornare Zoom alla versione 5.11.5.

Ma poi è arrivato un altro ricercatore di sicurezza, Csaba Fitzl, che si è accorto che l’aggiornamento correttivo diffuso da Zoom era a sua volta difettoso e che quindi era possibile aggirarlo e continuare a sfruttare la vulnerabilità scoperta dal collega. E così Zoom ha dovuto rilasciare un aggiornamento di sicurezza per correggere il proprio aggiornamento di sicurezza rilasciato appena quattro giorni prima (i bollettini di sicurezza di Zoom sono qui).

Se vi sentite disorientati e volete semplicemente usare Zoom in santa pace, il consiglio degli esperti è di scaricare manualmente la versione più recente di Zoom, che al momento in cui pubblico questo podcast è la 5.11.9, senza attendere che Zoom faccia i suoi consueti aggiornamenti automatici. Per farlo è sufficiente andare a Zoom.us/download e scegliere la versione per il proprio sistema operativo. 

Come sempre, si consiglia di non cliccare su eventuali link di invito ad aggiornarsi ricevuti via mail o tramite messaggi e di digitare manualmente questo indirizzo per evitare truffe e attacchi informatici.

Fonti aggiuntive: MemeBurn, BitDefender.

Genitori mandano ai medici foto dei figli malati, finiscono indagati per molestie su minori. Li ha denunciati Google

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Immaginate che vostro figlio piccolo abbia un problema alla pelle, come può capitare per mille ragioni, e che il vostro medico vi chieda di mandargli una foto della zona affetta per fare un consulto rapido e partire subito con la terapia in attesa della visita di persona. È una richiesta comune, soprattutto in questo periodo di contatti sociali necessariamente ridotti e con lo sviluppo dei servizi di telemedicina.

Ora immaginate che questo semplice, banale gesto possa farvi bloccare tutti i servizi di Google, dalla mail all’agenda all’archivio delle foto e dei video di famiglia, e addirittura farvi mettere sotto indagine da parte della polizia.

È esattamente quello che è successo realmente a due genitori a febbraio 2021 negli Stati Uniti. La loro unica colpa è stata aver scattato le foto in questione con uno smartphone associato a un account Google. 

Come racconta il New York Times, che ha scoperto questi incidenti, le fotografie inviate ai rispettivi medici ritraevano la zona genitale dei figli, ed erano state copiate automaticamente ai server di Google, dove erano state etichettate dai sistemi automatici con una sigla terribile ma poco conosciuta: CSAM. Sono le iniziali di child sexual abuse material, ossia “materiale relativo ad abusi sessuali su bambini”. I due genitori (uomini di due famiglie distinte), erano stati classificati automaticamente come pedopornografi, e segnalati da Google alla polizia locale, che aveva avviato le indagini del caso.

Il loro incubo è durato alcuni mesi: in entrambi i casi la polizia ha confermato che non era stato commesso alcun reato, ma Google è stato irremovibile e non ha ripristinato gli account delle due vittime del suo eccesso di zelo.

Queste due vicende, nota un articolo della Electronic Frontier Foundation, un’importante associazione per la difesa dei diritti digitali dei cittadini, dimostrano nella maniera peggiore il fatto che i messaggi privati, i file e le fotografie di comuni cittadini vengono esaminati sempre più spesso dalle grandi aziende informatiche a titolo preventivo, senza ci sia alcun sospetto o mandato di inquirenti. 

Sistemi automatici come PhotoDNA di Microsoft e Content Safety API e CSAI Match di Google, usati da tutti i principali fornitori di servizi digitali, da Facebook a Reddit, identificano ogni anno milioni di immagini di questo genere e producono centinaia di migliaia di segnalazioni in tutto il mondo. Ma lo fanno compiendo l’equivalente digitale di una perquisizione a tappeto. E ogni tanto sbagliano.

Il traffico di immagini di abusi su minori è un problema gravissimo, che per molte persone e in molti ordinamenti giuridici giustifica questo tipo di perquisizione digitale di massa; lo giustifica per esempio, appunto, negli Stati Uniti, con il cosiddetto EARN IT Act, e probabilmente lo giustificherà prossimamente anche nell’Unione Europea, stando a una proposta in corso di valutazione.

Ma anche i casi di falsi positivi, come quelli descritti dal New York Times, sono problematici, perché mostrano che i grandi nomi di Internet svolgono questo importantissimo pattugliamento affidandosi troppo a questi filtri automatici e a esaminatori umani inadeguati, senza offrire a chi viene infamato per errore la possibilità di contattare un essere umano che valuti la situazione, e senza accettare neppure un rapporto di polizia che scagioni chi è stato accusato ingiustamente. I grandi nomi di Internet sono insomma investigatori, giudici ed esecutori delle proprie sentenze inappellabili. Il New York Times ha contattato Google in merito a questi due genitori accusati e condannati ingiustamente, ma non è servito a nulla. E non si sa quante volte accadano questi falsi positivi o quante persone danneggino.

Il problema, nota ancora la Electronic Frontier Foundation, non è tecnico: i sistemi di riconoscimento delle immagini hanno un tasso di errore molto basso, come confermano gli addetti ai lavori che hanno il compito non invidiabile di controllare tutto quello che viene segnalato da questi software. Il problema è organizzativo: qui ha fallito il processo umano di riesame dei singoli casi e hanno fallito le procedure decise da Google che prevedono il blocco permanente dei dati, senza appello.

E va detto che anche il tasso di errore migliore del mondo, se viene applicato a miliardi di foto, produrrà milioni di falsi positivi. La EFF segnala uno studio di Facebook su 150 account segnalati alle autorità per presunto contenuto relativo ad abusi su minori, che ha scoperto che il 75% di questi account era innocente. La stessa Foundation nota che LinkedIn ha segnalato alle autorità dell’Unione Europea 75 account nell’ultimo semestre del 2021, ma solo 31 di questi sono stati confermati come colpevoli da un riesame manuale.

Un celebre caso di errore di riconoscimento dei filtri di Facebook nel 2012.

La vigilanza contro questi reati terribili è chiaramente indispensabile, ma va fatta con gli strumenti giusti e con procedure che garantiscano che non ci vadano di mezzo degli innocenti.

Per il momento, la vicenda dei due genitori additati senza colpa sottolinea una cosa che dimentichiamo molto spesso: tutto quello che salviamo nel cloud può essere letto, e quasi sicuramente verrà letto, dai grandi fornitori di questi servizi, e potrebbe essere capito male. Teniamolo presente quando scriviamo online delle confidenze o dei documenti sensibili. Facciamo una copia di scorta locale, perché potremmo perdere tutto quello che abbiamo online senza preavviso. E se abbiamo bisogno di scattare foto che potrebbero essere fraintese da un filtro automatico troppo zelante, lasciamo stare cloud e smartphone e procuriamoci una normale macchina fotografica. Digitale, per carità, ma che non vada su Internet.

2022/08/23

Aerei elettrici, primi passi

A Vancouver, in Canada, si fa sperimentazione di aerei a propulsione elettrica. Visto che le batterie pesano molto più del carburante, l’idea di un aeroplano elettrico può sembrare impraticabile, ma per tratte brevi e frequenti come quella descritta in questo video di Fully Charged emergono i vantaggi dell’elettrico: costi minori di rifornimento, maggiore affidabilità, manutenzione drasticamente ridotta, emissioni inquinanti minime e (non ultima) silenziosità.

Si tratta di voli brevi (20-30 minuti) che collegano comunità sparse nel territorio e altrimenti inaccessibili, gestiti dalla Harbour Air con un idrovolante De Havilland Beaver che ha ben 62 anni sulle spalle ed è stato convertito dalla propulsione a pistoni a quella elettrica. Le sue batterie hanno un’autonomia di circa 20 minuti, ma con altri 20 minuti di riserva di energia.

Il 18 agosto scorso è stato completato il primo volo di prova diretto punto-punto interamente elettrico, partendo dal Fraser River e ammarando a Pat Bay, coprendo in tutto 72 chilometri in 24 minuti.

Maggiori informazioni su questi voli sperimentali sono qui sul sito della Harbour Air.

2022/08/22

È uscito LibreOffice 7.4, compatibilità migliorata e tanti altri affinamenti per la suite gratuita e libera

Ultimo aggiornamento: 2022/08/26 23:30. Questo articolo è disponibile anche in versione podcast audio.

Microsoft Office e Google Docs sono i dominatori praticamente incontrastati nel mercato delle cosiddette suite per ufficio, ossia le applicazioni per la scrittura di testi, la creazione di fogli di calcolo e la produzione di presentazioni. Ma questi dominatori hanno ANCHE alcune limitazioni che in certi casi possono essere un problema.

Per esempio, Microsoft Office richiede una licenza, che va pagata e soprattutto gestita quando si passa da un computer a un altro, e non è disponibile per Linux se non in versione online tramite browser. Google Docs, invece, è usabile solo quando si è connessi a Internet, se non si fanno acrobazie preventive, e comunque implica la possibilità che Google legga quello che si scrive (“Accediamo ai tuoi contenuti privati soltanto se abbiamo la tua autorizzazione o se siamo obbligati per legge”, dice Google), con ovvie implicazioni di riservatezza personale e professionale.

Una soluzione a questi problemi è LibreOffice, una suite libera e gratuita realizzata dalla Document Foundation, che pochi giorni fa ha rilasciato la sua nuova versione 7.4 Community. LibreOffice permette di creare testi, fogli di calcolo, presentazioni e database salvandoli nel formato standard aperto OpenDocument ed è in grado di leggere e scrivere nei formati Microsoft Office.

LibreOffice è da sempre gratuito, anche se accetta donazioni, ed è open source per consentire la massima trasparenza e flessibilità. Evita i costi e le complicazioni delle licenze commerciali, è disponibile in oltre 120 lingue, compreso naturalmente l’italiano, e su tutti i principali sistemi operativi e da oltre vent’anni viene sviluppato da una vasta comunità internazionale di informatici appassionati.

Io lo uso quotidianamente ormai da un paio di decenni per tutti i miei documenti digitali, compresi quelli di lavoro, e trovo imbattibile la sua semplicità di uso e di installazione: fa tutto quello che mi serve su tutti i computer che uso e non mi assilla con scadenze e rinnovi di licenze. La compatibilità con i documenti Microsoft Office non è perfetta, specialmente per le formattazioni più complesse, ma in molti casi è assolutamente accettabile, e se si usa il suo formato normale, ossia OpenDocument, che è uno standard ISO, si ha la garanzia di poter leggere i propri documenti anche a grandissima distanza di tempo.

Se volete provarlo, LibreOffice è disponibile subito presso www.libreoffice.org/download in versioni per Windows, macOS e Linux. Ha un altro vantaggio importante rispetto alla concorrenza: funziona anche su sistemi operativi molto vecchi (da Microsoft Windows 7 SP1 in su e da macOS 10.12 in su) e offre anche alcuni prodotti per Android e iOS. La versione per macOS è disponibile sia per computer dotati dei recenti processori Apple Silicon, sia per quelli con processori tradizionali di Intel.

Insomma, se vi serve scrivere testi o creare fogli di calcolo o presentazioni e non volete spendere o complicarvi la vita, mantenendo il controllo e la riservatezza dei vostri documenti digitali senza dipendere da nessuno, LibreOffice può essere una buona soluzione. Provarla non costa nulla.

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Le novità più significative di questa major release sono le seguenti, tratte dal comunicato stampa:

GENERALI
    • Supporto per immagini WebP e file EMZ/WMZ
    • Pagine di aiuto per la libreria di scripting ScriptForge
    • Campo di ricerca per l'Extension Manager
    • Miglioramenti delle prestazioni e della compatibilità

WRITER
    • Migliore tracciamento delle modifiche nell'area delle note a piè di pagina
    • Gli elenchi modificati mostrano i numeri originali nel tracciamento delle modifiche
    • Nuove impostazioni tipografiche per la sillabazione

CALC
    • Supporto per 16.384 colonne nei fogli di calcolo
    • Funzioni extra nel widget AutoSum a discesa
    • Nuova voce di menu per la ricerca dei nomi dei fogli

IMPRESS
    • Nuovo supporto per i temi dei documenti

Questo video riassume le principali novità di LibreOffice 7.4 Community (è disponibile anche su PeerTube):

Le note di rilascio descrivono in dettaglio tutte le novità.

Per chi stesse valutando di installare LibreOffice in azienda come sostituto o complemento della suite Microsoft, segnalo queste note importanti della Document Foundation:

Per le implementazioni di livello aziendale, TDF raccomanda la famiglia di applicazioni LibreOffice Enterprise fornite dalle aziende dell'ecosistema - per desktop, mobile e cloud - con un gran numero di specifiche funzionalità a valore aggiunto e altri vantaggi come gli SLA (Service Level Agreement): https://www.libreoffice.org/download/libreoffice-in-business/.

Nonostante questa raccomandazione, un numero crescente di imprese utilizza la versione supportata dai volontari, invece di quella ottimizzata per le proprie esigenze e supportata dalle aziende dell'ecosistema. Nel tempo, questo rappresenta un problema per la sostenibilità del progetto LibreOffice, perché ne rallenta l'evoluzione. Infatti, ogni riga di codice sviluppata dalle aziende dell'ecosistema per i clienti aziendali viene condivisa con la comunità sul repository del codice master e migliora la piattaforma tecnologica LibreOffice.

I prodotti basati sulla tecnologia LibreOffice sono disponibili per i principali sistemi operativi desktop (Windows, macOS, Linux e Chrome OS), per le piattaforme mobili (Android e iOS) e per il cloud. Il rallentamento dello sviluppo della piattaforma danneggia gli utenti e il progetto LibreOffice - nel lungo periodo - potrebbe essere al di sotto delle aspettative degli utenti e delle sue possibilità.

Migrazioni a LibreOffice

La Document Foundation ha sviluppato un Protocollo di migrazione per supportare le imprese che passano dalle suite per ufficio proprietarie a LibreOffice, che si basa sulla distribuzione di una versione LTS della famiglia LibreOffice Enterprise, oltre alla consulenza e alla formazione per la migrazione fornita da professionisti certificati che offrono soluzioni a valore aggiunto in linea con le offerte proprietarie. Riferimento: https://www.libreoffice.org/get-help/professional-support/.

Infatti, LibreOffice - grazie alla sua base di codice matura, al ricco set di funzionalità, al forte supporto per gli standard aperti, all'eccellente compatibilità e alle opzioni LTS di partner certificati - è la soluzione ideale per le aziende che vogliono riprendere il controllo dei propri dati e liberarsi dal vendor lock-in.

Le informazioni e il press kit per la stampa sono qui.

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