1998/12/22

[IxT] Internet via satellite in Italia (22 dicembre 1998)

Giusto una dritta veloce se siete in vena di esperimenti: presso www.saturno.it potete trovare un kit per collegarsi a Internet via satellite. I dati da inviare alla rete viaggiano come al solito sulla linea telefonica, ma i dati di ritorno (di solito molto più abbondanti) arrivano via satellite.

Il kit costa circa un milione e si paga il traffico ricevuto, a tariffe che variano fra 950 e 1450 lire al megabyte.

[Fonte: Commercio Online, Sole 24 Ore, pag. 265]

 

Questo articolo è una ripubblicazione della newsletter Internet per tutti che gestivo via mail all’epoca. L’orario di questa ripubblicazione non corrisponde necessariamente a quello di invio della newsletter originale. Molti link saranno probabilmente obsoleti.

1998/12/15

[IxT] 100 link al mese (15 dicembre 1998)

Vi segnalo un'ottima mailing list, intitolata "100 Links al mese", creata e gestita da Davide Ruda.

E' una semplice ma accurata lista commentata di siti dedicati di volta in volta a un tema specifico. Trovate i dettagli di come iscrivervi (gratuitamente) presso

http://www.100links.com/

oppure mandando un e-mail a Davide Ruda presso davide@100links.com

Emulatori di telecomandi cercansi

Un recente articolo di Cnet (www.cnet.com) conferma quello che sospettavo: è effettivamente possibile emulare qualsiasi telecomando a infrarossi usando la porta a infrarossi di cui sono dotati molti PC e organizer come il PalmPilot e Cassiopea.

Ci sono usi legali e meno legali di questa tecnologia. Ad esempio un mio amico ha aperto una Renault 5 semplicemente intercettando il codice emesso dal telecomando. Per fortuna la Renault 5 era la mia (che da allora ho cambiato!) e da allora i costruttori di automobili si sono fatti un po' più furbi.

Su un versante meno ladresco e più pratico, il PC può diventare il telecomando di riserva per gli elettrodomestici di casa.

Ora che anche gli impianti stereo hanno il telecomando, quando si guasta o si perde uno di questi aggeggi è una tragedia.

Certo, ci sono i telecomandi universali, ma sono macchinosi e in più se si scaricano le batterie avete perso tutto.

Faccio il mio caso di collezione di telecomandi:

-- lo stereo

-- due televisori

-- due videoregistratori

-- due ricevitori TV satellitari

Insomma, sette telecomandi, molti dei quali non reperibili sul mercato (apparecchi vecchi o introvabili). Procurarsi un telecomando universale per ciascuno di questi aggeggi mi costerebbe una cifra e programmare ogni singola funzione richiederebbe una vita.

Allora domando e dico: qualcuno conosce un sito Internet dove trovare un buon programma di emulazione di telecomandi? L'ideale sarebbe un programma che memorizza e salva su disco le varie funzioni di un telecomando.

Fra l'altro, creare un database con i comandi di tutte le marche non dovrebbe essere un problema per un ambiente collaborativo come Internet. Pensate alla comodità di avere tutti i comandi già memorizzati e prelevabili da Internet....

Inoltre un programma di questo genere potrebbe espandere le funzioni dell'elettrodomestico. Si potrebbero creare macro di comandi (accenditi, sintonizzati su Italia Uno, registra Aldo, Giovanni e Giacomo, poi alle 24.00 accendi il satellitare, sintonizzalo sulla BBC, accendi il videoregistratore e commutalo sulla Scart 2; intanto accendi il microonde, scalda l'abitacolo della macchina e spegni l'antifurto in casa...).

Se qualcuno ha informazioni in merito, le girerò volentieri agli altri lettori.

 

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[IxT] Come sarà Internet dopo Natale? Intasata! (15 dicembre 1998)

Chi usa Internet per lavoro si era già posto il dubbio: con tutte queste martellanti campagne pubblicitarie per rifilare Internet a chiunque, non è che poi ci saranno troppi utenti rispetto alle risorse di rete di Telecom e soci? Riusciremo ancora a navigare dopo l'arrivo della nuova orda di utenti?

La risposta e', come avrete intuito, che ci sarà un massiccio rallentamento di Internet dopo Natale. Il servizio clienti TIN sarà sovraccarico -- e ben gli sta, così imparano a pubblicizzare l'accesso a Internet come "facile".

Sto menando gramo? Beh, è una congettura basata sul buon senso e sull'esperienza. Vedremo se ho visto giusto. E poi sono confortato nelle mie previsioni da uno studio pubblicato nei giorni scorsi da Price Waterhouse Coopers LLP [fonte: CNN] e intitolato "Technology Forecast: 1999". al ritmo attuale di crescita di Internet, al quale il traffico _raddoppia_ ogni 100 giorni (pazzesco), il volume del traffico dati supererà quello del traffico voce entro due anni.

Questa non è la solita previsione sull'imminente morte di Internet, perché lo studio riguarda anche le strutture delle società di televisione via cavo e quelle di telecomunicazione. Sono tutte prossime alla saturazione e trovo difficile immaginare che nuove tecniche di compressione riescano a gestire un ritmo di crescita come quello indicato.

Buon divertimento!

 

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1998/12/14

[IxT] Ancora musica MP3 legale (14 dicembre 1998)

In genere la tecnologia di compressione MP3 (MPEG Audio Layer 3) viene utilizzata per creare copie pirata di brani musicali. Ma non è sempre così. Servirà a cambiare il modo di comperare musica e darà calci nelle parti molli alle grandi case discografiche.

Il sito MP3.com, ad esempio offre musica in formato MP3 con una formula che la rende legale e consente di rispettare le leggi sul diritto d'autore. Michael Robertson, il gestore del sito, sta diventando una figura di rilievo nel mondo musicale perché combatte il monopolio di fatto delle sei principali case discografiche nel campo della distribuzione planetaria della musica.

Il suo caso mostra con quale velocità le nuove tecnologie e Internet possono scuotere le fondamenta delle attività imprenditoriali apparentemente più solide e radicate.

Credo che troverete condivisibili le parole di Robertson: "i fan sono stufi di pagare 15 dollari [da noi 32.000 lire e passa] per un CD che contiene una sola canzone decente. Gli interpreti sono stufi di firmare contratti capestro che li legano a vita e li lasciano pieni di debiti".

Chi visita il sito mp3.com può prelevare (e comperare) campioni di nuovi brani offerti da oltre 400 interpreti indipendenti, che hanno firmato per la casa discografica "virtuale" di Robertson, la Digital Automatic Music label.

Digital Automatic Music offre circa il doppio di royalty rispetto alle grandi case discografiche, però non ha i loro fondi per il marketing e la promozione. Anche Dionne Warwick ha aderito alla DAM.

Staremo a vedere come finirà questa battaglia sui diritti e contro i monopoli musicali. Nel frattempo tutto il putiferio nato intorno all'MP3 porta a una considerazione di base (che non è mia ma non so chi me l'ha passata): l'album è morto.

La nuova generazione di consumatori di musica, abituata all'MP3 e a scegliersi solo le canzoni che gli piacciono, tollera poco un album con un paio di canzoni carine seguite da fuffa. Si crea la propria compilation e butta via il resto.

Questo è completamente contro il modello economico delle grandi case discografiche, basato sulla vendita di un album contenente 12 o più brani, da prendere in blocco o lasciare.

Quindi o un artista impara a sfornare un intero album di belle canzoni, o si vedrà relegato a comprimario di una compilation.

 

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1998/12/09

[IxT] Tourbus - Shopping telematico: motori di confronto (9 dicembre 1998)

Dall'Internet Tourbus di Patrick Douglas Crispen e Bob Rankin traggo, traduco e riassumo (con l'autorizzazione degli autori).

E' una stagione di boom per gli acquisti via Internet [soprattutto negli USA]. Si evitano la ressa e le code, si sta al calduccio in casa propria e spesso i negozi offrono sconti per gli acquisti effettuati via Internet.

Ma c'e' di meglio: la possibilità di confrontare prezzi fra negozi diversi. Ad esempio, i prezzi per un lettore DVD Sony variano da 389 a 596 dollari, secondo i risultati di una ricerca che potete effettuare tramite MySimon (http://www.MySimon.com).

E' solo uno di una vasta serie di motori di confronto o "agenti intelligenti", che scandagliano i listini prezzi dei negozi online e, in tempo reale, trovano l'offerta migliore.

Un altro esempio è il Product Finder di Excite, presso http://www.excite.com/shopping.

Ma è sicuro lo shopping telematico? Anche se la maggior parte dei browser offre da tempo funzioni per la gestione delle transazioni commerciali sicure, ci sono molti utenti della Rete che tuttora esitano a usare online la propria carta di credito.

Temono che il rivenditore sia disonesto o che qualche hacker si impossessi del loro numero di carta di credito.

Per certi versi si tratta di timori giusti e sensati, ma potete fare acquisti via Internet a mente serena se tenete presente le seguenti raccomandazioni.

-- Prima di includere il vostro numero di carta di credito in un e-mail, pensateci due volte. L'e-mail è sicura quanto una cartolina postale ed è quindi facile per un dipendente di un provider Internet (non necessariamente il vostro ma uno qualsiasi di quelli che veicolano il messaggio) sbirciarne il contenuto.

-- Fate acquisti solo presso siti Web "sicuri". Potete sapere se un sito è sicuro guardando il lucchetto nella zona inferiore della finestra del vostro browser: se è chiuso, siete ben protetti.

Inoltre l'indirizzo deve iniziare con HTTPS al posto di HTTP: in questo modo viene utilizzata una tecnologia di crittografia chiamata SSL (Secure Sockets Layer) la cui efficacia è stata dimostrata ampiamente. Spesso si dice che lo shopping online tramite SSL è sicuro come affidare la propria carta di credito al cameriere del ristorante dove avete mangiato.

-- Non comperate mai nulla da uno "spammer" (quelli che pensano di farsi pubblicità mandandovi messaggi via e-mail o intromettendosi nei newsgroup). La gente che abusa di Internet e scoccia milioni di utenti deve ricevere il vostro disprezzo, non il vostro denaro.

Se questa gente ignora disinvoltamente le regole di comportamento di Internet, è assai probabile che siano altrettanto disinvolti con le leggi del mondo reale.

 

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[IxT] Il mouse compie 30 anni (9 dicembre 1998)

Secondo CNN, il mouse ha compiuto 30 anni il 9 dicembre 1998. Fu presentato nel 1968 ad una conferenza d'informatica, anche se entrò a far parte del corredo comune dei personal computer soltanto verso la metà degli anni 80.

Dettagli in inglese presso

http://cnn.com/cnn/TECH/computing/9812/09/mouse.turns30.ap/index.html

 

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1998/12/08

[IxT] JFAX sbarca in Italia: come ricevere i fax via Internet (8 dicembre 1998)

Ho già parlato del servizio JFAX in un articolo sulla Gazzetta Sportiva: è un convertitore da fax a email. In sostanza, consente di acquistare un numero telefonico in qualsiasi paese d'Europa e negli USA e ricevere, su quel numero, fax e messaggi vocali che vengono poi ritrasmessi gratuitamente alla vostra casella di posta elettronica, ovunque nel mondo.

Ritorno sull'argomento per un motivo fondamentale: il servizio Jfax è finalmente disponibile anche in Italia, con numeri a Roma e Milano.

Il grandissimo vantaggio di questo servizio è che vi consente di avere a basso costo (12 dollari e mezzo al mese) una linea fax, senza dare soldi alla Telecom per l'installazione e il canone di una seconda linea e senza comperare un fax o tenere permanentemente acceso il PC da usare come fax.

Ancora più importante è il fatto che i fax inviati al vostro numero telefonico Jfax vengono inviati alla vostra casella di e-mail senza ulteriori costi. Questo vi consente, ad esempio, di ricevere in Italia e farveli ritrasmettere gratuitamente in un altro paese (come capita spesso a me), oppure di aprire un recapito "virtuale" in un altro paese e ricevere i fax in Italia. In generale, Jfax elimina le spese telefoniche di trasmissione per i fax internazionali. Due società possono scambiarsi fax internazionali spendendo la tariffa urbana se ciascuna apre un numero Jfax nella città dell'altra.

C'e' forte convenienza anche a livello nazionale. Io, ad esempio, ho molti contatti di lavoro a Milano. Invece di farmi spedire i fax in interurbana a massima distanza (e conseguente massima tariffa), ho aperto un numero Jfax a Milano. Così i miei clienti mi mandano i fax a tariffa urbana (2600 lire l'ora contro 13.800 nella fascia oraria in cui sono aperti gli uffici) e risparmiano.

Il servizio Jfax fa anche da segreteria vocale: la voce di chi vi chiama viene trasmessa sotto forma di allegato e-mail come file audio.

Jfax fornisce gratuitamente tutto il software necessario e le spese di attivazione sono modeste (meno di venti dollari una tantum). Il servizio è abilitato entro mezz'ora dalla richiesta.

Unico neo: Jfax parla soltanto inglese. L'assistenza tecnica (a volte necessaria quando si fa l'ordine via Web) parla americano stretto e non mi risulta ci siano disponibili altre lingue.

A parte questo, Jfax è ottimo, affidabile e una delle migliori idee per l'uso pratico di Internet al posto della telefonia tradizionale. I fax arrivano in forma digitale e si possono stampare e archiviare con grande facilità. Come utente di due linee Jfax non posso che dirmi soddisfatto del servizio.

Mi resta solo da indicarvi l'indirizzo Internet: http://jfax.com.

 

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1998/12/03

[IxT] Una buona idea per tutelare i minori in Rete (3 dicembre 1998)

A me l'idea che ogni singolo utente debba dotarsi di un programma per proteggersi (o proteggere i propri figli) dalla pornografia, dalle idee devianti e dalle altre stravaganze presenti in Rete non è mai andata giù. E' inefficiente.

Per queste cose ci vuole una competenza informatica che la maggior parte dei genitori non ha (e non è giusto che sia tenuto ad averla) e che invece la maggior parte dei giovani ha o sa come procurarsi. Insomma, programmi come CyberSitter o NetNanny sono difficili da manutenere (richiedono di prelevare periodicamente i file di aggiornamento con la lista dei siti da "censurare") e facili da scavalcare.

Non prendetemi per bacchettone: il materiale che credo sia meglio non presentare ai bambini non è una banale questione di donne nude, contro le quali non ho nulla da obiettare, eccetto che tutta la perfezione plastica che si vede in fotografia rischia di preparare una gran delusione quando si iniziano le esperienze reali.

Però ci sono idee molto estreme, in Rete, che richiedono una mente matura per essere affrontate e sopportate con serenità. ammetto che dopo aver visto alcune delle cose che ho visto in Rete, come le teorie sulla superiorità della razza di turno e i manuali per l'automutilazione genitale corredati di fotografie, la mia opinione sul genere umano è scesa paurosamente (non era molto alta in partenza, OK, ma questa è un'altra storia).

Il buon senso suggerirebbe che a proteggere i minori in Rete debba essere il loro provider, creando abbonamenti con accesso sorvegliato per i minori e abbonamenti senza limitazioni per gli utenti adulti. E' relativamente facile mettere sui server un filtro di questo tipo. Non sarà a prova di bomba, ma è senz'altro più semplice da usare per l'utente (la manutenzione della lista dei siti censurati la fa il provider).

Il provider Split! di Genova (http://www.split.it) ha usato appunto il buon senso e ora offre una formula, chiamata Kid's Line, dedicata ai minori. Collegandosi a Split con un abbonamento assegnato a un minore, i siti pericolosi risultano semplicemente inesistenti. Collegandosi con un abbonamento normale, invece, si può vedere tutto quel che si vuole. Semplice, pratico e facile.

I server di Split si appoggiano alla "lista nera" di pagine Web giudicate inadatte che viene compilata e aggiornata continuamente dalla RSAC (Recreational Software Advisory Council), che ha un'ottima reputazione in questo campo.

[fonte: Corriere Multimedia, 23/11/1998, pag. 16]

 

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1998/12/02

[IxT] MP3: IBM, Sony, Warner offrono musica via Internet (2 dicembre 1998)

Se non puoi batterti, unisciti a loro, dice il proverbio. Vale nella vita reale come su Internet.

Visto il dilagare della pirateria musicale via Internet, grazie al formato MP3, a programmi come Audiograbber e ai masterizzatori che consentono di duplicare interi CD e diffonderli in rete in forma compressa, e visto che non esiste alcun metodo pratico per frenare il fenomeno, IBM ha costituito un'alleanza con le maggiori case discografiche per distribuire musica via Internet in modo legale.

Il Madison Project, questo il nome dell'associazione, è stato costituito in forma definitiva a fine novembre 1998 da IBM insieme con Sony, Warner, Emi, Universal e altre case discografiche più piccole.

Il punto forte di quest'iniziativa è che IBM ha messo a punto un sistema di distribuzione, catalogazione e fatturazione che consentirà di ordinare e ricevere via PC un qualsiasi brano presente negli archivi o addirittura di riceverlo a casa su CD.

Le case discografiche sono interessatissime perché Internet consentirebbe loro di scavalcare tutti gli intermediari (cui va gran parte di quelle 35-40.000 lire che sono il prezzo di vendita al pubblico di un CD recente) e raggiungere mercati altrimenti inaccessibili (ad esempio, quanti italiani in America non hanno accesso alla musica italiana? Tower Records a New York vende qualcosina di Eros Ramazzotti e Sanremo, ma il resto è nebbia).

Il primo esperimento pilota avverrà all'inizio dell'anno prossimo, e staremo a vedere: io personalmente ho qualche riserva, perché non vedo come si possa impedire a qualcuno di comperare un brano musicale e poi farne tante belle copie digitali per amici, parenti e utenti della Rete.

[alcune informazioni tratte dal Sole 24 Ore del 27/11/98, pagina 34]

 

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1998/12/01

[IxT] Sciopero anti-TUT: le cifre (1 dicembre 1998)

Si è fatto un gran parlare, e soprattutto un gran passaparola nelle signature degli utenti via e-mail e nei newsgroup, della protesta contro la TUT.

Ho già scritto qui la mia modesta opinione, cioe' che protestare per una cosa che costa 23 lire al minuto a tariffa ridotta e 42 in quella di punta (costi entrambi dimezzati con gli sconti per Internet) è quanto meno un comportamento da bambini viziati, soprattutto considerato che gli utenti in interurbana pagano cifre enormemente superiori e che per loro non si fa niente (a parte l'offerta di accesso a tariffa urbana di TIN tramite numeri 147).

Sinceramente non capisco perché usare Internet sia considerato un "diritto", tanto da esigere che tutti vi abbiano accesso gratis. In cosa si differenzia Internet dagli altri servizi come acqua, telefono, luce?

Vogliamo allora lanciare una campagna "no-ENEL", perché tutti abbiamo il "diritto" di avere gratis la luce elettrica in casa? O una campagna "anti-acquedotti", perché il diritto a bere è insindacabile?

chiudo l'argomento con le cifre dell'ultimo "sciopero", più precisamente un "netstrike" (il tentativo di intasare un server, in particolare quello di TIN), comunicate dalla mailing list Notut (http://www.egroups.com/list/notut/), in particolare da Maurizio Marrocco (ondudtq@tin.it) in un messaggio pubblico.

--begin quote----

E' giusto rendere pubblici i dati del netstrike tenutosi il 27-11: hanno partecipato fra le 500 e le 700 persone, su un totale di 2300...

--end quote---

Detto questo, possiamo ora dedicarci a cose più costruttive?

 

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1998/11/21

[IxT] Diritti digitali (21 novembre 1998)

Come si difende il diritto d'autore nell'era di Internet, quando immagini, suoni, testi sono duplicabili in modo incredibilmente facile?

Quanto varrebbe la Gioconda se ne esistesse un milione di copie identiche, tutte indistiguibili dall'originale anche all'occhio più esperto?

La Cisac (confederazione internazionale delle società di gestione dei diritti d'autore) ha pubblicato un documento in cui si affronta a livello pratico la difesa del diritto d'autore.

Il documento propone una soluzione tecnologica chiamata Common Information System che consente di identificare e catalogare in modo non modificabile (questa è tutta da vedere) testi, suoni, immagini, filmati) in modo che ogni copia sia contrassegnata dai dati dell'autore, facilitando la riscossione delle royalty.

A me sembra una teoria un po' campata per aria (e' impensabile far causa singolarmente a ogni persona che detiene una copia pirata), ma siccome pare che sia gente seria e competente, vi propongo il loro indirizzo. Il documento è in inglese.

http://www.doi.org/workshop/minutes/CISoverview/index.htm

Fonte: il Sole 24 Ore, 13/11/1998, pagina 38.

 

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[IxT] Windows 98 ritirato dal mercato entro 90 giorni? (21 novembre 1998)

Prendetela con le pinze. La notizia è autentica al di là di ogni ragionevole dubbio, visto che ne parlano CNN e Reuters (e non solo), ma la botta è così grossa che è meglio aspettare e vedere che succede.

In sostanza, Windows 98 potrebbe essere ritirato dal mercato entro 90 giorni per ordine di un giudice federale USA.

Trovate i dettagli in inglese presso ad esempio

http://www.techweb.com/wire/story/reuters/REU19981117S0007

Il giudice distrettuale federale statunitense Ronald Whyte ha intimato a Microsoft di rimuovere ogni funzione Java nonstandard da Windows 98 entro 90 giorni o di toglierlo dal mercato.

Si tratta di una "preliminary injunction" il cui valore finale è tutto da vedere (io non sono un esperto in legge USA), ma è comunque chiaro che Microsoft ha modificato Java in modo da renderlo compatibile soltanto con Windows (esattamente il contrario dello scopo di Java, che consiste nel consentire di creare programmi universali che funzionino in _qualsiasi_ sistema operativo). Le funzioni Java sono integrate in elementi vitali di Windows 98 come Internet Explorer 4.0.

Questa intimazione non fa parte del ben più pubblicizzato processo antitrust contro Microsoft ma di una causa molto tecnica fra Sun e Microsoft. Esiste un accordo fra Sun e Microsoft, siglato nel 1996, che consente a Microsoft di usare il linguaggio Java inventato da Sun a condizione di non introdurre varianti o strumenti di sviluppo non conformi ai test di compatibilità di Sun.

Un portavoce di Microsoft, Jim Cullinan, ha dichiarato che Microsoft era delusa dalla decisione del giudice ma che avrebbe "compiuto i passi necessari per adeguarsi alla decisione".

Cosa cambia per noi utenti? Per ora niente: chi ha Windows 98 se lo tiene e può continuare legalmente a usarlo. In ogni caso la decisione del giudice USA ha efficacia, direi, soltanto in USA.

Ma la cosa interessante è che finalmente qualcuno è riuscito a fermare la strategia di Microsoft, che sarà improntata finché si vuole alle dure leggi della concorrenza, ma che sta danneggiando sempre più l'utente finale.

Java è il Sacro Graal dell'informatica: un linguaggio che funziona su qualsiasi computer semplicemente usando un microinterprete al posto del sistema operativo (addio, quindi, Windows e soci).

Invece di avere programmi per Mac, programmi per Windows, per Unix e quant'altro, ci sono solo programmi.

E' comprensibile che a Microsoft non piaccia Java, ma agli utenti invece piace tantissimo (libertà di scelta, maggiore standardizzazione, minori costi hardware e software).

Qui si tratta di decidere quali sono gli interessi che devono prevalere.

 

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1998/11/19

[IxT] Internet è un covo di pedofili? Cifre e commenti (19 novembre 1998)

I giornali e i telegiornali si sono accaniti contro Internet come covo di pedofili. Ogni volta che si parla di Internet in TV, è perché è stato scoperto un ennesimo immenso giro di pedofili che si scambiano immagini e indirizzi "utili" via Internet.

La legge 269 del 3/8/98 (Norme contro lo sfruttamento della prostituzione, della pornografia, del turismo sessuale in danno ai minori, quali nuove forme di riduzione in schiavitù") è nata principalmente con l'obiettivo di reagire al presunto dilagare della pedofilia telematica.

Come avrete probabilmente già intuito se state leggendo queste righe in Rete, le cose non stanno proprio così. Io, ad esempio, non sono un pedofilo anche se frequento Internet. Presumibilmente non lo siete neanche voi, e quindi siamo almeno in due.

Ho alcune cifre, tratte da un'indagine del Censis (citata dall'inserto comunicazione del Sole 24 Ore dell'1/11/98, pagina 38), che possono esservi utili se vi capita di discutere dell'argomento.

I risultati sono sorprendenti.

Il dato fondamentale: il 90% degi casi di abuso verso minori avviene all'interno della famiglia. Un altro 8% avviene nell'ambiente extrafamigliare ad opera di persone _conosciute_ dal minore.

Soltanto il 2% restante degli abusi è causato da persone che il minore non conosceva prima dell'abuso. Ed è in questo 2% che si collocano le presunte "colpe" di Internet.

Insomma, se ci si scaglia contro Internet perché facilita il triste "lavoro" dei pedofili, ci si dovrebbe scagliare ben più violentemente contro la famiglia, che più di ogni altra è l'istituzione che facilita (omertosamente) la pedofilia.

Consiglio a tutti, se volete documentarvi, il documento "Pedofilia e Internet: vecchie ossessioni e nuove crociate", reperibile presso http://www.agora.it/pedofilia-internet/. Ne emerge chiaramente che Internet è soltanto un canale per un fenomeno che purtroppo esiste da sempre e che si limita a sfruttare ogni canale che riesce a trovare. Quello che molti non sanno è che Internet _facilita_ l'identificazione dei pedofili, perché ogni comunicazione è registrata ed è facile risalire al suo autore.

E' un po' come prendersela con i cavalcavia perché qualcuno ci butta le pietre, con le poste perché altri spediscono pacchi bomba, o con i marciapiedi perché li usano le prostitute e i viados.

La cosa allarmante della legge italiana, per chi in Internet ci lavora, è che assegna responsabilità penalmente perseguibili anche ai provider, il cui mestiere è fornire accesso a Internet e non certo sorvegliare cosa fanno i suoi abbonati.

E' come se la Telecom fosse penalmente perseguibile perché consente ai maniaci ansimanti di telefonare alle loro vittime.

 

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1998/11/17

[IxT] Ma allora quanti siamo _davvero_ in Italia? (17 novembre 1998)

[modesty mode OFF]

Si confermano sempre più azzeccate le mie parole di qualche tempo fa a proposito del numero di utenti Internet in Italia: Di preciso non lo sa nessuno. Anzi, neanche "di preciso"...

[modesty mode ON]

Beh, io vi propongo le cifre "ufficiali", ma sono così diverse l'una dall'altra che lascio a voi giudicare se siano attendibili o meno.

Databank Consulting è la fonte citata dal Sole 24 Ore del 13/11/98, pagina II dell'inserto Informatica e Telecomunicazioni. Questa fonte ha intervistato i primi 15 provider Internet italiani e, in base alle loro dichiarazioni, segnala che a fine 1998 vi sono 506.000 abbonati residenziali, senza partita IVA (presumo voglia dire "privati") e 223.380 abbonati di natura aziendale (comprese le microimprese e i professionisti).

Totale: 729.380 utenti.

Ma se questi signori sono così bravi nel fare queste ricerche, perché i loro dati non corrispondo a quelli fatti da altri signori che presumo siano altrettanto bravi?

Considerate infatti questi altri dati:

Secondo l'osservatorio statistico Alchera, già a settembre 1997 gli utenti erano 2.348.000. Una notevole differenza. Si sono dis-abbonati tutti in massa? Dati di Telecom dello stesso periodo indicano invece un totale di 400.000 utenti privati, più 125.000 utenti aziendali, per un totale di 625.000 utenti. Questo è già un dato più vicino a quello di Databank Consulting.

Pare insomma di poter concludere che gli internettisti in Italia sono meno di un milione. Siamo, insomma, marginali.

E per questo possiamo considerarci pionieri.

 

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1998/11/16

[IxT] I piani futuri di Bill Gates (16 novembre 1998)

Stufi di dover imparare versioni sempre nuove dei vostri programmi?

Volete sapere quanto tempo dureranno le vostre nozioni faticosamente apprese a proposito di Windows 98? Allora leggetevi le prossime righe, che riassumo dal Sole 24 Ore del 13/11/98, pagina V dell'inserto Informatica e Telecomunicazioni.

Windows 98 sarà abbandonato entro il 2000. L'intera offerta della Microsoft ruoterà intorno a versioni più o meno complesse di Windows NT, che però all'epoca non si chiamerà più NT 5.0 ma Windows 2000.

Sui singoli PC girerà una versione "semplificata" chiamata Windows 2000 Professional, che sarà in sostanza Windows NT 5.0 Workstation con una nuova etichetta.

Sui piccoli server delle mini-reti aziendali girerà Windows 2000 Server, in grado di gestire i sistemi biprocessore.

Per i server delle reti più grandi ci sarà Windows 2000 Advanced Server, su misura per macchine quadriprocessore, gestione di fino a 64 gigabyte di memoria centrale.

Per le grandissime applicazioni, infine, ci sarà Windows 2000 Datacenter Server, in grado di gestire una macchina con fino a 16 processori.

Windows CE, la versione per gli organizer e i computer palmari, resterà invece sostanzialmente immutata almeno fino al 2000.

Fine del riassunto. Permettetemi due considerazioni.

Innanzi tutto, _nessuno_ di questi sistemi operativi sarà in grado, per stessa ammissione di Microsoft nel medesimo articolo, di gestire i processori Merced di Intel, la cui uscita è prevista per il 2000. Si tratta di processori a 64 bit, mentre tutti i Windows 2000 saranno inizialmente a 32 bit come quelli attuali.

Potreste sospettare che in questo modo Windows venderà prima un Windows 2000 a 32 bit per poi chiedere altri soldi per la "nuova" versione dello stesso Windows a 64 bit, nell'ambito di una bieca strategia commerciale.

E farà bene. Se la gente è gonza e abbocca alle "novità" proposte dal venditore di turno, è giusto che aziende come Microsoft ne approfittino. Nonostante gli ammonimenti che venivano da tutte le fonti autorevoli ed esperte, la gente ha fatto a cazzotti davanti ai negozi per _comperare_ Windows 98 (pur sapendo che l'avrebbero trovato gratis nel loro prossimo PC). Ben gli sta.

Seconda considerazione. Windows non rappresenta l'intero universo dell'informatica. A parte i sistemi Apple, c'e' un concorrente agguerrito che si sta facendo strada. Il suo pregio fondamentale per l'utente competente è che è stabile, affidabile, modificabile e adatto sin d'ora per _qualsiasi_ computer a 32 o 64 bit.

Il suo pregio fondamentale per l'utente meno competente è che è gratis. Giuro. Non costa una lira.

Lo usano molti provider Internet per far girare le loro macchine, che _devono_ funzionare 24 ore su 24 e non possono permettersi i reset continui e frequenti di Windows 95/98/NT.

La Cisco, la società che produce i più diffusi router (i centralini di smistamento di Internet), lo usa al posto di Windows NT per la gestione di buona parte dei suoi servizi "mission critical", cioe' vitali per la sopravvivenza dell'azienda.

E' l'unico altro sistema operativo, oltre a Windows, ad essere numericamente in crescita. A ottobre 1998 è stato trafugato e diffuso un documento interno Microsoft, il cosiddetto rapporto "Halloween", che è stato riconosciuto autentico da Microsoft e che delinea le strategie che Microsoft sta considerando per eliminare la grave minaccia posta da questo sistema operativo concorrente.

Molti di voi avranno già capito che sto parlando di Linux.

I dettagli? Prossimamente sui vostri schermi....

 

Questo articolo è una ripubblicazione della newsletter Internet per tutti che gestivo via mail all’epoca. L’orario di questa ripubblicazione non corrisponde necessariamente a quello di invio della newsletter originale. Molti link saranno probabilmente obsoleti.

1998/11/14

[IxT] Cosa regalarmi per Natale (14 novembre 1998)

Sto redigendo la lista dei regali per Babbo Natale e leggendo Fortune (9/11/98, pag. 67) mi è caduta l'occhio su questa notizia, che spero sia della serie "ti cambia la vita". Cito (traducendo):

Nei prossimi sei mesi, due aziende, la Replay Networks di Palo Alto e la TiVo a Sunnyvale (California), commercializzeranno un videoregistratore digitale. Costituito da poco più che qualche circuito integrato, un alimentatore e un enorme disco rigido da molti gigabyte, il videoregistratore digitale renderà obsoleto quello a cassette.

Prezzo stimato: intorno ai 1000 dollari.

Il fatto è che i videoregistratori a cassette sono troppo macchinosi da usare e programmare, per cui finisce che pochi li usano per registrare i programmi e vederli "in differita", cosa che invece molti vorrebbero fare.

[E' il mio caso, ad esempio, per Paperissima. Non sopporto Columbro e la Cuccarini -- niente di personale, sono i loro sketch da decerebrati che non mi vanno giù -- ma i filmati mi piacciono. Così registro il programma e lo rivedo la sera stessa in venticinque minuti, saltando pubblicità e scempiaggini. Ma mi piacerebbe farlo anche per UFO, trasmesso alle TRE del mattino dalla Rai. Carogne.]

Un videoregistratore digitale, invece, si occupa di tutto il processo di autoprogrammazione. Ditegli che siete fan di [inserire attore/attrice preferito/a] e registrerà automaticamente tutti i programmi e film che interpreta. Dopo un po' che "osserva" i vostri gusti, il videoregistratore digitale comincerà a consigliarvi programmi che potrebbero piacervi e non conoscevate.

Può anche registrare più programmi simultaneamente.

[La tecnologia è relativamente semplice. Ci sono database online, almeno negli USA, dedicati alla programmazione televisiva. Una sorta di Sorrisi e Canzoni in forma elettronica non dovrebbe essere impossibile in Italia.

Qualcuno si offre?

Dal punto di vista hardware, queste cose si possono già fare, con qualche limitazione facilmente superabile con un po' di buon software, con un buon PC dotato di scheda TV e di un disco rigido _molto_ capiente (un'ora di TV occupa circa 600 MB), tipo i 14 GB che vedo in vendita sotto il milione di lire].

Le implicazioni sono affascinanti. La televisione diverrà sempre più simile al Web (una biblioteca di pagine dalle quali scaricare, anziché immagini o suoni, un intero film o un programma).

Il concetto stesso di "canale" televisivo è quindi sostanzialmente obsoleto. Addio televisione "sincrona", in cui tutti guardano lo stesso programma alla stessa ora dello stesso giorno (a parte gli eventi sportivi o le dirette). Il futuro è oggi, e oggi è un giorno interessante da vivere.

 

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1998/11/13

[IxT] Euro e IMac (13 novembre 1998)

In un articolo che dovrebbe uscire tra breve sulla Gazzetta Sportiva (versione domenicale della Gazzetta dello Sport) parlo di come aggiungere il tasto Euro a Windows 95 e all'ambiente Macintosh. Con l'occasione ho accennato al verde-blu trasparente dell'iMac, che sicuramente vi sta affliggendo in questi giorni con i suoi spot pubblicitari diffusissimi.

Beh, giusto per dirvi quanto sono eccentrici quelli della Apple, riporto un paio di informazioni che ho tratto dalla stessa fonte dalla quale ho prelevato quella stravagante citata nell'articolo (cioè che l'iMac non ha un drive per floppy).

La fonte è Fortune magazine del 9/11/98, pagina 29.

Il design dell'iMac è opera di Jonathan Ive, ex progettista e designer di vasche da bagno (giuro). Ive ha consultato fabbricanti di caramelle trasparenti per trovare l'esatta semitrasparenza che desiderava. Siccome anche il mouse è semitrasparente, la pallina è blu e bianca perche così ci si può divertire a guardarla rotolare. Il colore verde-blu si chiama ufficialmente "Bondi blue" e prende nome da un paradiso dei surfisti in Australia.

Spero solo che abbiano trovato anche il tempo di metterci dentro, oltre a queste stravaganze estetiche, anche un po' di tecnologia che funziona (tuttava le prime recensioni dicono che l'iMac non è malvagio, ma neppure niente di eccezionale come prestazioni).

 

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1998/11/12

[IxT] Sciopero anti-TUT: aggiornamento (12 novembre 1998)

Il 20 ottobre c'e' stato uno "sciopero" organizzato dal movimento "Notut" che propone di abolire la tariffa urbana a tempo per facilitare la diffusione di Internet in Italia.

Gli aderenti, secondo i dati fornitimi dal movimento in una comunicazione personale (come tutti gli altri che cito qui), sono stimati in 5.000.

Non credo che una partecipazione di questo livello possa considerarsi un "successo". Sui circa 2 milioni di utenti italiani, significa un'adesione dello 0,25%. Ha aderito un utente su 400.

A proposito del mio sospetto di sfruttamento commerciale del clamore intorno alla manifestazione, dovuto alla presenza dei banner pubblicitari di Microsoft sul sito Notut, gli organizzatori dichiarano che servono soltanto per rientrare delle "spese".

Quali sono le "spese" per un'iniziativa del genere, se avviata con intenti amatoriali? Le pagine Web sono gratuite. Non vedo la necessità di avere sponsor (anche per una questione di stile).

Il movimento conferma di _non_ avere in programma per ora iniziative a favore dei "veri sfigati" di Internet in Italia, che non sono certo quelli che si collegano a tariffa urbana (e che invece sarebbero agevolati ulteriormente se fossero accettate le proposte anti-TUT), ma sono coloro che si devono collegare in interurbana.

Per metterla in altre parole: il movimento Notut mira esplicitamente a favorire gli utenti già favoriti e ignora quelli più danneggiati.

Un utente Internet in rete urbana paga al massimo 2500 lire l'ora, un utente in interurbana fino a _25.000_.

Inoltre il movimento Notut, che sostiene di avere delle spese per la propria campagna, evidentemente spende male i propri fondi, dato che piglia delle cantonate mica male.

[OK, anch'io le prendo, per mia stessa ammissione, ma la mia mailing list è _gratuita_. Il tempo che dedico alla mailing list "Internet per tutti" è tempo che tolgo al lavoro e alla famiglia. Non sono pagato per quello che faccio; loro sì. Mi pare una differenza fondamentale]

Infatti in un messaggio pubblico del 9 novembre della mailing list Notut leggo:

[begin quote]

Ma l'aumento del 22% è stato fatto o no? alcuni di voi mi hanno posto questa domanda, cui rispondo qui perché credo sia una questione di interesse generale. al 90% la risposta è negativa, perché telefonando, ad esempio, al 1400 della Telecom (il servizio di informazioni automatico) il costo dello scatto è ancora dato a 127 lire IVA esclusa. Tuttavia non mi sento di dare un'assicurazione totale in merito, perché visto che si tratta di Telecom sarebbe un suicidio.

[end quote]

Ma scusate, fate una campagna (sponsorizzata e remunerata) contro la TUT e poi chiedete informazioni ai lettori su una cosa fondamentale come il costo dello scatto? Mi sembra quanto meno dilettantesco.

Peggio ancora, nel resto del messaggio si insinua che Telecom possa aver introdotto "di nascosto" l'aumento del costo dello scatto. Questo è terrorismo giornalistico.

Privatizzazione o meno, le tariffe Telecom sono ancora decise dal governo. Se non vengono pubblicate in Gazzetta Ufficiale, non possono essere adottate. Questo lo sa chiunque si occupi seriamente di telefonia.

In ogni caso basta fare un giro in Rete e sfogliare i giornali: il Sole 24 Ore (30/10 13:45) dice che il parere sull'aumento proposto da Telecom per le chiamate urbane verrà dato dall'autorità per le telecomunicazioni "entro il 20 novembre". Solo dopo questo parere, ammesso che sia favorevole, si può pensare alla pubblicazione in Gazzetta, e solo dopo la pubblicazione in GU si può applicare la tariffa.

Punto e basta.

Inoltre Repubblica, presso

http://www.repubblica.it/online/tecnologie/interurb/cheli/cheli.html

l'11 novembre 1998 dice:

Ferme le telefonate urbane; sconto su interurbane e internazionali. La manovra tariffaria dell'Authority per le comunicazioni sarà all'insegna del buonismo nei confronti degli utenti. La prima tappa del ribilanciamento - che scatterà a fine mese ma entrerà in vigore all'inizio del 1999 - vedrà quindi scendere un piatto della bilancia (il prezzo delle chiamate di lunga distanza) senza per ora far salire l'altro piatto (quello con le chiamate locali). Il rincaro delle urbane è però soltanto rimandato: nelle prossime due tappe del ribilanciamento, a febbraio e a luglio del 1999, infatti, l'Authority avrà a disposizione maggiori elementi per decidere di quanto far lievitare le urbane, che rappresentano i tre quarti del traffico totale di Telecom.

Chiaro, non vi pare?

Seconda cantonata: sempre il 9 novembre e sempre nella mailing list Notut, il movimento si scusa perché nel testo del messaggio da mandare al "ministero delle Telecomunicazioni" c'e' il nome di Maccanico, che tutti sanno non essere più ministro.

Il nuovo ministro si chiama Cardinale. Basterebbe leggere i giornali per evitare questi semplici errori. Mi sembra ancora più dilettantesco.

Insomma, per finirla con la storia della Notut: come tante cose in Italia, un concetto nobile (ridurre i costi di accesso a Internet per facilitarne la diffusione e mettere l'Italia su un piano competitivo rispetto agli altri paesi europei) viene gestito maldestramente, traviato e distorto.

Il risultato è che il concetto finisce per essere considerato ridicolo dall'opinione pubblica perché è ridicolo il comportamento di chi lo promuove.

A proposito di facilitare Internet: la TIN ora offre l'accesso a tariffa urbana su tutto il territorio nazionale grazie ai numeri 147-8 (lo stesso può fare, se lo vuole, qualsiasi altro provider). Quindi parte delle mie proposte, citate nel mio precedente articolo sull'argomento, è già realtà.

Maggiori informazioni presso http://pop.tin.it.

 

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1998/11/10

[IxT] MP3: ho preso una cantonata (10 novembre 1998)

In tutta sincerità: mi sono fidato troppo e ho preso una cantonata.

Ho alcune attenuanti, ma devo rettificare un mio articolo precedente.

Mi scuso e spero che la mia esperienza negativa possa esservi utile.

Mi riferisco all'articolo sull'MPEG4 che ho pubblicato di recente. In sostanza avevo attinto a due fonti: una che ritenevo senza dubbio autorevole (il Sole 24 Ore) e una pescata nel mare di Internet (www.raum.com), che però aveva tutti i crismi della serietà e completezza. Ciononostante ho pubblicato delle informazioni sbagliate.

Ho detto che esiste uno standard MPEG3, ma in realtà questa è una denominazione errata, anche se parecchio diffusa. I file audio MP3 sono in realtà scritti secondo lo standard MPEG1 Audio Layer 3.

Di questa inesattezza ho colpa solo io.

Per quanto riguarda le prestazioni promesse da MPEG4, quello che ho scritto è tutto da ridimensionare. Sono stato contattato da un lettore molto competente che mi ha segnalato che ero stato tratto in inganno dalle mie fonti e mi ha consigliato fonti più affidabili, che vi giro volentieri:

http://www.cselt.it/mpeg 

http://www.mpeg.org/ 

http://garuda.imag.fr/MPEG4/

Anche la data di pubblicazione dello standard è da aggiornare: si parla di febbraio 1999 anziché novembre di quest'anno.

Il codice sorgente di cui parlavo, inoltre, è disponibile soltanto agli addetti ai lavori. Peccato.

In sintesi: MPEG4 sarà un'evoluzione nei sistemi di compressione audio-video, ma non offrirà quel salto di qualità che traspariva dal mio articolo. Salvo sorprese!

Come si prende una cantonata

Proprio io che vado raccomandando tutti il motto fondamentale di Internet ("Don't believe everything you read on the Net", non credere a tutto quello che leggi in Rete) abbocco a una bufala?

Sì. A parte il fatto che la mia qualifica ufficiale in Rete è "massimo inesperto di Internet", mica "so tutto io", quando raccolgo informazioni per un libro o per un articolo, è mia abitudine avere almeno due fonti indipendenti per ogni concetto. Anche stavolta ho seguito questa norma fondamentale, attingendo al Sole 24 Ore (che ha pubblicato un articolo che mi ha ispirato a compiere le mie ricerche sull'argomento) e cercando conferme in Rete.

Il sito www.raum.com, che è una biblioteca di software per MP3, mi è sembrato, per presentazione e contenuti, completo e affidabile. Purtroppo contenenva un miscuglio di informazioni vere e di stupidaggini clamorose. Non essendo un superesperto del settore, mi sono fidato.

Dato che il Sole 24 Ore ha pubblicato informazioni sostanzialmente simili alle mie e quelle di www.raum.com, si direbbe che il Sole 24 Ore abbia preso la mia stessa cantonata.

Il che mi consola non poco, visto che almeno ho un dignitoso compagno di sventura.

Per concludere: mi dispiace di aver contribuito al mare di inesattezze, incompetenze, bugie e stupidaggini che girano in Rete (non pensate che i giornali ne siano immuni, comunque -- ricordate il Batman erotico?) e non me ne vogliano i lettori che hanno diffuso il mio articolo ai newsgroup di settore.

Beh, l'articolo era firmato da me e la figuraccia la faccio io e soltanto io. Sorry!

 

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1998/10/28

[IxT] Ora legale: il seguito (28 ottobre 1998)

A proposito della funzione automatica di aggiornamento dell'ora legale di Windows 95/98, ecco un breve aggiornamento inviatomi da un lettore.

[I contributi dei lettori vengono "anonimizzati" salvo richiesta contraria in ossequio alla Netiquette. Insomma, se volete essere citati con nome, cognome e/o indirizzo Internet, _ditelo_!]

Se il vostro Windows sbaglia e cambia l'ora legale in una data diversa da quella giusta, un lettore mi segnala che c'e' un programmino della Microsoft chiamato Time Zone Editor che consente di impostare le caratteristiche dei fusi orari, fra cui le date di passaggio tra ora legale e solare.

Si trova presso

http://www.microsoft.com/italy/support/windows95/file&patch/download.htm

Il programmino dovrebbe servire soltanto per Windows 95 prima versione, dato che la seconda versione lo include già. Windows 98 italiano cambia già correttamente l'ora nel giorno giusto. Vale comunque la mia raccomandazione originale, che è quella di disattivare questo automatismo e passare al fuso invariabile di Greenwich.

 

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1998/10/25

[IxT] Accidenti all'ora legale (25 ottobre 1998)

E ci risiamo. Il solito coro di lamentele a proposito dell'ora legale parte, si smorza e poi si acquieta. Fino alla prossima volta.

Che c'entra con l'informatica? Beh, una delle principali scocciature del cambio d'ora, a parte il fatto che i miei gatti hanno fame un'ora prima e le mie bambine adesso si svegliano all'alba, è dover mettere a posto tutti gli orologi di casa.

Fra questi orologi ci sono, ovviamente, quelli dei computer. Almeno quest'incombenza, però, si può evitare.

Basta regolare l'orologio dei PC una volta per tutte su un'ora standard. Io, ad esempio, uso l'ora di Greenwich (GMT), e non la cambio mai su tutti i miei PC.

A parte evitare la modesta scocciatura dell'ora legale, questo trucchetto ha altri vantaggi: evita che gli automatismi di Windows 95 sbaglino a cambiare l'ora. Non lo sanno in molti, ma Windows 95/98 passa automaticamente dall'ora solare a quella legale e viceversa. Ma può prevedere i cambiamenti della data in cui avviene il passaggio?

Insomma, c'e' il rischio di trovarsi con l'orologio doppiamente sballato (la funzione è disattivabile, come "spiegato" nel manuale di Windows).

Inoltre per chi viaggia da un fuso orario all'altro questo riferimento temporale è preziosissimo. Consente, ad esempio, di prendere appuntamenti con la certezza di non sbagliare l'ora a causa dei fusi orari o dell'avvio dell'ora legale.

Sincronizzare due computer in luoghi diversi del mondo è più semplice se entrambi usano sempre il GMT.

Ciliegina sulla torta: il GMT è identico all'UTC, ossia il tempo universale degli astronomi. Se come me siete appassionati e vi state preparando per la pioggia di meteore delle Leonidi (17 novembre), avrete notato che tutti gli eventi astronomici sono indicati specificando l'ora alla quale avvengono nel formato UTC. Basta mettere il PC sull'ora di Greenwich e i programmi di astronomia come Skyglobe visualizzeranno la situazione esatta del cielo in tempo reale.

 

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[IxT] MP3 fuorilegge (sottotitolo: ecchissenefrega, tanto c'e' MP4) (25 ottobre 1998)

Vi ho già fatto una testa così con i file audio in formato MP3, che consentono di registrare 200 canzoni su un unico CD e di farsi un juke-box personale sul disco rigido del computer. Avevo promesso di non parlarne ancora, ma ci sono novità importanti.

Un lettore mi segnalato che l'algoritmo di compressione alla base del formato MP3 (o Mpeg-3) è tutelato da un brevetto del Fraunhofer Institut tedesco. Una ricerca in Rete mi ha confermato la segnalazione. cosa peggiore, il suddetto Institut ha deciso che vuole farsi pagare le royalty da tutti quelli che hanno scritto programmi che utilizzano il loro brevetto.

Quindi addio ai magnifici programmi shareware a basso costo che permettevano di creare file MP3. Ora sono tutti fuorilegge. Chi ce li ha, ovviamente, credo che se li terrà stretti lo stesso. Comunque non temete: la vostra collezione di musica in formato MP3 non è improvvisamente diventata illegale (a patto che l'abbiate tratta dai _vostri_ CD).

Al Fraunhofer Institut, però, qualcuno dovrà fare un corso accelerato su come si vive in Internet. Infatti la loro rivendicazione di soldi, moralmente fondata o meno che sia, è sostanzialmente inapplicabile. Il loro algoritmo è ormai diffuso in milioni di copie in tutta Internet, nei computer degli utenti e in infiniti altri posti.

Inutile chiudere il recinto dopo che i buoi (digitali) sono scappati.

Qualcuno di voi ricorderà un caso analogo: le immagini in formato GIF. Fu il primo formato compresso, che consentì un'immensa diffusione delle foto via Internet (potete immaginare quale era il soggetto principale di queste prime immagini). Poi si svegliò la società detentrice del brevetto e chiese cifre indecenti a chi usava il loro formato. La reazione dell'allora nascente comunità digitale fu pronta e immediata: cambiarono formato in favore dell'attuale JPEG, che è gratuito. Chi troppo vuole nulla stringe.

La stessa cosa sta fortunatamente per avvenire con il formato MP3.

Infatti il formato MPEG-4 Audio diverrà formalmente uno standard internazionale questo novembre (1998) e soppianterà presto l'MP3.

Ma per noi utenti, in concreto, cosa cambia? Tutto e ancora di più.

Tenetevi forte.

Immaginate un CD-ROM (non un DVD, un normale CD) in grado di contenere un intero film in alta qualità (Lo standard MPEG4 gestisce anche i video).

Immaginate di poter finalmente fare videoconferenza (direttamente o via Internet) su una _normale_ linea telefonica, con immagini nitide, a tutto schermo e non sgranate e a scatti come quelle attuali.

Immaginate di poter ricevere un film o un programma TV via telefono, senza costosi cablaggi speciali. Immaginate un numero tipo 144 per vedere i film di prima visione a pagamento.

Immaginate di poter vedere Star Trek e Voyager in originale direttamente dalla televisione inglese con una semplice telefonata.

Immaginate di poter mettere _mille_ brani musicali su un solo CD-ROM.

Immaginate di poter telefonare via Internet in modo affidabile anche quando la rete è intasata.

Interessati? Allora sorbitevi queste informazioni, che traggo in forma riassunta da http://www.raum.com/mpeg/.

Ci sono già adesso due implementazioni del "codec", cioe' del programma di compressione e decompressione, in formato MPEG4 per il video. Una, scritta in C, è fornita dal progetto europeo ACTS-MOMUSYS; l'altra è scritta in C++ ed è fornita da Microsoft.

Il codice sorgente è liberamente prelevabile (almeno per i membri del gruppo MPEG) presso il sito FTP del Motion Picture Experts Group (di cui però non ho l'indirizzo). Vale comunque il normale copyright, ma non si parla di royalty (insomma, niente soldi da pagare).

Mpeg4, rispetto all'Mpeg3, offre fondamentalmente una compressione molto più spinta senza alcuna perdita percepibile di qualità.

Un brano musicale in qualità CD, che ora occupa circa 5 mega, ne occupa circa 1 in Mpeg4.

Questa maggiore compressione rende di nuovo interessanti i lettori autonomi di musica MPx, che con l'MP3 erano limitati a un'ora di musica. Ora ne possono memorizzare cinque (a patto di cambiare il chip di decodifica).

Oltre al pregio fondamentale di offrire maggiore compressione (impressionante: 50 mega di CD audio normale diventano 1 mega). il formato Mpeg-4 consente il controllo della velocità di esecuzione (utilissimo per mixare i brani in discoteca...), la regolazione del "pitch" (tonalità) e la correzione degli errori.

La potenza di questo standard è tale da consentire di trasmettere un parlato comprensibile (telefonico) con soltanto 2 kbps (attualmente il minimo è 4,8). Questo consente di usare Internet Phone e soci anche quando il flusso di dati via Internet è molto lento (cioe' quasi sempre).

Se le compagnie telefoniche si danno da fare, l'uso di MP4 consentirà di convogliare un maggior numero di conversazioni lungo lo stesso cavo. Questo, almeno in teoria, farà crollare il prezzo delle comunicazioni telefoniche a voce nazionali e (soprattutto) internazionali.

Fra l'altro, l'Italia è in prima linea in questa nuova tecnologia: molto del lavoro di sviluppo dell'MP4 è stato svolto presso il cSELT di Torino.

Ne volete sapere di più? Ecco qualche indirizzo.

http://www.philips.com/sv/newtech/mpeg/ 

http://www.mpeg-empowered.com 

http://www.iis.fhg.de/audio/ 

ftp://ftp.fhg.de/pub/layer3/

Non mi piace parlare delle cose che non hanno ancora un uso pratico e concreto, ma stavolta faccio un'eccezione (anche perché novembre è vicino e ho comprato una Webcam, prossimamente sui vostri schermi).

Quando i vostri figli daranno per scontato il fatto di videotelefonare allo/a spasimato/a di turno, ricordate chi ve ne ha parlato per primo...

 

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1998/10/21

[IxT] Allarme cessato per ICQ (21 ottobre 1998)

Sulla Gazzetta Sportiva di domenica 20/10 è comparso il mio allarme a proposito della falla nella verifica delle password per l'uso di ICQ.

Un lettore mi segnala tempestivamente che la notizia non è più valida.

Nel tempo trascorso fra quando ho scritto l'articolo e quando la Gazzetta l'ha pubblicato, www.mirabilis.com, che gestisce il servizio ICQ, ha corretto la falla nella sua procedura di verifica delle password.

La falla consentiva a un client ICQ scritto in maniera imperfetta (e facilmente reperibile in Rete) di scavalcare il controllo delle password.

Quindi state tranquilli con ICQ! Rimane comunque valido il consiglio di non usare ICQ per scambiare informazioni _riservate_.

 

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1998/10/20

[IxT] Lo sciopero anti-TUT (20 ottobre 1998)

E così ieri c'e' stato lo "sciopero anti-TUT". Per chi non fosse stato già informato dal passaparola, è in corso un tentativo di indurre la Telecom ad abolire la Tariffa Urbana a Tempo (TUT, appunto) per consentire a tutti di navigare in rete senza i costi delle telefonate.

Il tentativo consiste in una serie di iniziative che coinvolgono i singoli utenti, come ad esempio l'astensione dal collegamento a Internet nella giornata di ieri. I dettagli sono disponibili presso http://notut.ml.org.

Per motivi che stento non poco a capire, dicono che la mia opinione conta su queste cose e sono in molti ad avermela chiesta. Sicché ve la rifilo. Però lo faccio a sciopero avvenuto, per non essere poi accusato di averne influenzato l'esito (ammesso che io sia così influente, cosa di cui dubito fortemente).

So di farmi un bel pacco-dono di nemici dicendolo, ma la campagna anti-TUT è un tentativo sciocco e futile. Ecco, l'ho detto: mandatemi pure insulti e mailbomb presso topone@pobox.com.

Mi spiego. Chi mi segue dai tempi della mia (ahime' defunta) mailing list sulla telefonia italiana e del libro "Il telefonino", sa benissimo che Telecom non mi stia affatto simpatica. Ciononostante non mi sento di appoggiare una campagna anti-TUT. Perlomeno non una come questa, dove ho anche un sospetto che ci sia di mezzo uno sfruttamento commerciale della buona fede degli utenti.

Internet costa già poco adesso

Un'ora di Internet in rete urbana costa _al massimo_ 2500 lire. Con gli sconti Telecom per Internet e navigando in fascia oraria economica, il costo scende a 700 lire.

OK, chi si collega in interurbana paga molto di più. Ma se si abolisse la TUT, le interurbane non verrebbero toccate. La campagna quindi non aiuta proprio chi ne ha più bisogno.

Dire che bisogna abolire la TUT perché questo favorirebbe lo sviluppo di Internet in Italia è una sciocchezza bella e buona. Chi vuole Internet ha problemi di spesa ben superiori.

Un computer, ad esempio, grazie alle astuzie di Microsoft _continua_ a costare due milioni nonostante i prezzi scendano dell'1% al mese (i prezzi scendono, ma le prestazioni necessarie per Windows aumentano).

Ma non vedo in giro campagne anti-Microsoft. Forse perché tanti praticano l'autoriduzione (tanto cara ai sessantottini) piratando Windows, mentre non lo possono fare cogli scatti telefonici?

[Sapete benissimo che anche Microsoft non mi sta simpatica e che trovo indecenti i prezzi di Windows 98. Ma esistono modi _legali_ per avere Windows a costo zero e quindi lagnarsi è superfluo]

In ogni caso, le tariffe telefoniche all'estero, almeno in Europa, sono più alte di quelle italiane, ma questo non impedisce a chi vuole di usare Internet. Parlo per esperienza personale (ho account in tre paesi europei). Le tariffe urbane di British Telecom, ad esempio, sono ben più salate di quelle agevolate per Internet di Telecom Italia, ma questo non ha impedito che in Inghilterra (con un numero di abitanti grosso modo pari all'Italia) ci siano _sei milioni_ di abbonati a Internet. Contro 1,7 milioni di italiani.

Ma vale la pena fare tanto casino per 2500 lire l'ora? Quanto costa una Marlboro, e quanto dura? Una pizza e una birra quanto costano? Andare in città in macchina quanto costa in benzina e parcheggi?

Ma per favore... Vedo gente che si lamenta piagnucolando che Internet è cara quando va in giro con una GT Turbo a benzina super, scuce cinquantamila senza fiatare per andare in discoteca e usa il telefonino per i motivi più futili.

Niente TUT, niente piccoli provider

Ma ammettiamo che si abolisse la TUT, almeno per le chiamate per collegarsi a Internet. Pensate veramente che questo condurrebbe a un miglioramento del servizio? Ripensateci.

Se non ci fosse la TUT, gli utenti potrebbero collegarsi per tutto il giorno senza spendere. Questo avviene già negli USA in molte zone, e sapete qual è il risultato? Che i modem dei provider sono permanentemente intasati dagli utenti che per non tribolare lasciano il PC costantemente collegato, impegnando la linea telefonica e i modem del provider per niente.

In sostanza, un ambiente senza TUT significa un maggior costo per i provider, che devono dotarsi di un maggior numero di linee e di un _enorme_ numero di modem per fronteggiare il fatto che ce ne vuole quasi uno per ogni utente, mentre adesso la TUT incentiva gli utenti a collegarsi solo quando serve, consentendo di utilizzare lo stesso modem per più utenti e contenere i costi di gestione.

Questo significa mettere in ginocchio i piccoli provider, che già annaspano. Un modem V.90 professionale costa mezzo milione.

Pensate che le vostre 200.000 lire l'anno di abbonamento possano coprire questa spesa?

E sapete a chi devono rivolgersi i piccoli provider per approvvigionarsi di linee telefoniche supplementari? a Telecom, ovviamente.

TIN, invece, non avrebbe questo problemino. Abolire la TUT, quindi favorirebbe la posizione già dominante di Telecom. Altro che favorire "il diritto alla cultura".

Una modesta proposta

Avrei due suggerimenti più pratici e concreti.

Primo: rendere gratuiti i primi (diciamo) cinque minuti delle telefonate urbane e poi passare alla TUT. In questo modo vengono premiate le telefonate brevi e scoraggiate quelle lunghe.

Questo consentirebbe di prelevare la posta quante volte si vuole (cinque minuti bastano e avanzano per scaricare e spedire la posta).

L'e-mail diverrebbe una forma di comunicazione praticamente immediata anziché fortemente differita come lo è adesso.

Un altro vantaggio è che i tanti scatti che attualmente vengono pagati inutilmente quando ci si collega e cade subito la linea non graverebbero sulla bolletta.

I furbi, che si collegherebbero per 4:59" per poi sganciare e ricominciare, sarebbero scoraggiati su due livelli. Il primo, molto pratico, è che dopo un po' ci si stufa di fare queste cose. Il secondo è che con l'implementazione del CLI (identificazione del chiamante) è facile impedire a un utente di richiamare un determinato numero in continuazione (questo già avviene in molti paesi).

Secondo: introdurre numeri a tariffa urbana a prescindere dalla distanza. In Inghilterra, ad esempio, molti provider hanno il prefisso 0345, che ha costi urbani indipendentemente dal luogo dal quale lo si chiama. Questo significa che il provider non ha bisogno di avere apparecchiature sparse su tutto il territorio nazionale: le tiene tutte in un unico sito, con risparmi colossali. Così anche i piccoli possono permettersi la copertura nazionale e non esistono zone penalizzate del paese.

Questo, a quanto mi risulta, è già allo studio da parte del Ministero delle Comunicazioni e di Telecom.

Un piccolo sospetto

Per finire, non trovo giusto che la campagna anti-TUT sia sponsorizzata, fra l'altro, da Microsoft. Infatti visitando il sito anti-TUT, alla pagina

http://notut.ml.org/netstrike.htm

mi sono trovato un bel banner di pubblicità a Hotmail, che come saprete è ora di proprietà Microsoft. Ci sono altri banner in tutto il sito.

Ora mi domando: quanti soldi ricevono quelli della campagna anti-TUT per queste pubblicità? Servono solo a coprire le spese, o c'e' qualcuno che ci lucra?

Lo so che è sgradevole dirlo, ma la sponsorizzazione commerciale mi fa sospettare che la campagna anti-TUT venga usata (anche) per attirare traffico sul sito anti-TUT e lucrare sulla buona fede degli utenti. Spero di sbagliarmi.

Sia come sia, fare i ribelli contro il monopolio Telecom per poi farsi sponsorizzare da un altro monopolio come Microsoft mi sembra perlomeno una caduta di stile.

Basta, non vi affliggo più con la storia anti-TUT.

Se ci saranno sviluppi seri, tornerò sull'argomento.

 

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1998/10/18

[IxT] E' morto Jon Postel, dio di Internet (18 ottobre 1998)

Jon Postel, un pioniere dell'informatica che ha influito immensamente sulo sviluppo degli aspetti tecnici di Internet, è morto il 17 ottobre in seguito a complicanze dopo un intervento chirurgico al cuore. Aveva 55 anni.

Poco conosciuto al di fuori dell'ambiente, Postel era direttore dell'Internet Assigned Numbers Authority. Per dire quanto contava Postel, l'IANA è l'agenzia che coordina gli indirizzi numerici di Internet con quelli letterali. Se non fosse per l'IANA, al posto di www.playboy.com digiteremmo 224.321.113.12 (faccio per dire). E lui era il capo dell'IANA.

Nel primo semestre di quest'anno, Postel aveva dimostrato la fragilità e al tempo stesso la flessibilità di Internet, oltre che il proprio potere personale (tanto che l'Economist lo aveva soprannominato "dio" di Internet) dirottando al proprio computer metà del traffico dei dodici computer che gestiscono la corrispondenza fra indirizzi letterali e indirizzi numerici, causando il caos totale nella Rete a livello planetario.

E' come se qualcuno avesse il potere di scambiare fra loro tutti i numeri di telefono di tutti gli abbonati del mondo. Immaginatevi il disastro. Eppure Internet poggia tuttora su fondamenta così fragili.

La Rete funziona lo stesso, in assenza di comitati di controllo, semplicemente perché la gente che la fa funzionare è gente seria ed eticamente irreprensibile. Se non ci fosse quest'autodisciplina, servirebbero comitati di controllo, commissioni di sorveglianza, e un sacco di burocrazia per poi combinare comunque poco o nulla. a quest'ora, se tutto dipendesse dai comitati, staremmo ancora aspettando nelle nostre caverne per sapere se fare le ruote rotonde o quadrate.

I governi di tutto il mondo (Italia in particolare) potrebbero trarre una lezione dal metodo di "governo" della Rete, ma credo siano troppo impegnati a battibeccare e intascare mazzette per farlo. Bah.

 

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[IxT] "Internettiamo" chiude (18 ottobre 1998)

Nel mio libro "Internet per tutti" ho accennato all'ottimo servizio "Internettiamo" di Gianfranco Gallotti, offerto gratuitamente via e-mail, che presentava settimanalmente un elenco di siti Internet interessanti per un tema specifico. L'elenco era collegato ai suoi articoli sul Giornale, ma la sua mailing list era utilizzabile anche autonomamente (l'e-mail settimanale spediva agli iscritti tutti gli indirizzi Internet citati nell'articolo, evitando di doverli digitare e scavalcando i frequenti refusi che affliggono anche i miei articoli sulla Gazzetta).

Purtroppo il Giornale ha deciso di sospendere il servizio. Se volete segnalare al Giornale che vi piacerebbe se il servizio proseguisse, scrivete a Gianfranco Gallotti presso gigal@pobox.com.

Non so se servirà a qualcosa, ma male non fa, e di certo Gianfranco sarà consolato dai vostri messaggi!

 

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[IxT] L'handicap ha creato la Rete (18 ottobre 1998)

Non sono uno che si stupisce facilmente, ma sono rimasto sorpreso dalla partecipazione veramente numerosa dei non vedenti alla vita di Internet. Ce ne sono molti iscritti a questa mailing list e la loro attività in Rete è tutt'altro che trascurabile.

In Italia non siamo abituati a vedere molti portatori di handicap in giro; fa parte delle abitudini sociali locali che chi ha un handicap venga escluso da tutto automaticamente, anche perché non c'e' _niente_ che consenta loro di vivere almeno in parte come gli altri. Le macchine parcheggiate sui marciapiedi, gli automobilisti che non rispettano le strisce pedonali, le scalinate in stile littorio negli uffici pubblici (giusto per dirne qualcuna) testimoniano del disinteresse generale -- anzi, chiamiamolo con il suo nome: menefreghismo.

[Sono particolarmente sensibile alle cosiddette "barriere architettoniche" perché in questo periodo ne incontro tante anch'io. Provate a portare in giro un passeggino gemellare e vi farete una pallida idea di quello che deve subire una persona su una sedia a rotelle o un cieco (che non vede la vostra moto messa di traverso sul marciapiede)]

Sicché, per quelli che considerano ciechi, sordi, paraplegici e portatori di handicap in genere un peso per la società, racconto una noticina che (magari) li farà riflettere.

Devo questa segnalazione a un lettore della ML.

Vinton Cerf è uno dei veri padri di Internet, e questo lo sanno in molti. Quello che è poco noto è che è praticamente sordo, con 55-60 dB di attenuazione in entrambe le orecchie. Ha iniziato a portare apparecchi acustici a 13 anni, quando aveva circa 25 dB di attenuazione.

Anche sua moglie Sigrid è sorda e quindi Vinton Cerf ha da sempre il problema di non poterle telefonare. Negli anni Sessanta, quando i tecnici gettavano le fondamenta di Internet, a chi ci sentiva bene l'idea di perdere tempo a scrivere un messaggio sembrava una stupidata: è molto più spiccio prendere il telefono e parlare. Ma Vinton sapeva bene che non tutti hanno questa fortuna.

Sicché decise di includere una funzione di scambio messaggi negli standard dell'allora nascente Internet (all'epoca Arpanet), nonostante non facesse parte dei piani originali. Da questo handicap nacque quello che ora chiamiamo e-mail.

Dunque leggete queste righe, e scambiate messaggi per poche lire con tutto il mondo, grazie a una coppia di sordi.

Fra l'altro Vinton Cerf racconta in Rete che sua moglie si è fatta mettere due impianti cocleari della Clarion ed è entusiasta. Ora usa il telefono e ci sente bene anche nelle stanze affollate. Spero che l'informazione possa essere utile.

 

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[IxT] Bertinotti nella mia mailbox? (18 ottobre 1998)

"Carissimo Fausto, mi dispiace che un uomo come te, sia finito a dirigire un partito che si è costituito per conservare gli aspetti culturali e la validità del comunismo nella nostra società post-moderna....."

Così iniziava un e-mail che mi sono trovato nella casella postale

Internet alcuni giorni fa. Dopo essermi ripreso dalla sorpresa, ho rispedito il messaggio al mittente avvisandolo che non era evidentemente arrivato al destinatario previsto.

Eppure il campo "To:" del messaggio era corretto:

To: <fausto.bertinotti@rifondazione.it>

Come possono succedere disguidi macroscopici di questo tipo?

Le cause possono essere infinite (un errore di configurazione di uno dei tanti nodi attraverso i quali transita un messaggio, ad esempio) ed è sostanzialmente inutile tentare di indagare.

Succede e basta.

Cosa più importante, questo esempio di "glasnost" involontaria deve servire a ricordarci la regola d'oro: l'e-mail non è ne' riservata, ne' garantita, e non bisogna quindi comportarsi come se lo fosse.

La riservatezza di una e-mail è sostanzialmente _zero_. E' come una cartolina postale: chiunque la maneggi durante il transito la può leggere. Se poi viene recapitata all'indirizzo sbagliato, come in questo caso, può finire persino nelle mani di un utente a caso.

Inoltre il recapito non è garantito. Quando inviate un messaggio, non dovete presumere automaticamente che arriverà di certo a destinazione. Internet è una rete basata sul concetto di "faccio del mio meglio, ma non garantisco".

Pertanto se dovete spedire informazioni riservate, o se volete essere sicuri che il destinatario le riceva, proteggete la vostra posta con uno dei tanti sistemi di crittografia liberamente disponibili e verificate che arrivi a destinazione facendo una cara, semplice, tradizionale telefonata.

 

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[IxT] Altri telefonini con porta seriale (18 ottobre 1998)

Si allunga la lista dei telefonini collegabili al PC con un cavo seriale: dopo i vari modelli Ericsson e Nokia, un lettore mi segnala che anche il Mitsubishi MT-35 si collega al computer con il suo bravo cavetto seriale.

 

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1998/10/16

[IxT] Uova di Pasqua: le foto (16 ottobre 1998)

Alcuni lettori mi hanno scritto a proposito del mio articolo sulla Gazzetta dello Sport a proposito delle "uova di Pasqua" (i programmi o le sorprese nascoste nel software). Visto che molti non sono riusciti a duplicare le mie istruzioni, soprattutto per trovare il giochino nascosto in Excel, ho preparato una paginetta Web con un paio di immagini del gioco e le istruzioni più dettagliate.

L'indirizzo e'

http://www.geocities.com/capecanaveral/1173/eastereggs.html

Così gli increduli si ricredono ;-)

 

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[IxT] Ancora DVD: apparecchi senza protezione regionale (16 ottobre 1998)

A proposito di lettori di DVD che scavalcano gli stupidi codici regionali presenti nei film registrati su DVD, per cui un utente italiano non può vedere un DVD comprato in America,

Giuseppe Sardo, un giornalista del Tirreno che ha la pazienza di leggersi questi miei articoli, mi segnala tre siti che vi giro volentieri:

www.codefreedvd.com 

www.e-town.com/dvd 

www.stonedesign.dk/dvd

Il primo, in particolare, offre gratuitamente il software per disattivare la protezione regionale sul DVD per computer della Creative. Tutti vendono lettori per DVD modificati per ignorare il codice regionale. Se questo renda nulla la garanzia del fabbricante, beh, non lo so ma direi di sì.

Felice shopping!

 

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1998/10/13

[IxT] Apparecchi per musica MP3 (13 ottobre 1998)

Sto invecchiando. Ero convinto di aver scritto e pubblicato un magnifico pezzo a proposito dell'hardware per suonare gli MP3 senza computer, ma non ne ho traccia. Sarà finito in Tumbolia (il posto dove finiscono le chiavi della macchina quando non le trovate e i palloncini sfuggiti ai bambini).

Per cui perdonatemi se mi ripeto. Dicevo, gli MP3 sono magnifici: file audio in qualità quasi da CD, compressi al punto che ci stanno duecento canzoni su un CD-ROM.

Il guaio è che richiedono un computer per essere suonati. Non tutti hanno la fortuna (o la voglia) di portarsi in giro un Pentium portatile per suonare musica.

L'ideale sarebbe un apparecchio, magari un lettore di CD tipo walkman, che fosse in grado di leggere i CD-ROM contenenti musica compressa in formato MP3. Così con un solo CD ci si porta in giro otto-dieci ore di musica. Splendido.

Non mi risulta che ci siano in giro apparecchi del genere. Però potrei sbagliarmi; la Rete è grande. So invece di apparecchi autonomi ancora più sofisticati.

Il difetto di un lettore di CD, come ben sanno quelli che l'hanno in macchina o lo usano quando fanno jogging, è che il CD "salta". Nonostante i moderni lettori abbiano memorie tampone per "nascondere" la perdita della traccia, capita spesso che la musica venga interrotta a causa di uno scossone anche modesto (una buca nella strada, ad esempio). Ma con l'informatica si può fare di meglio.

Infatti sono in vendita apparecchi per suonare musica compressa in formato MP3 totalmente privi di parti in movimento e quindi immuni agli scossoni e alle vibrazioni. Contengono una quantità notevole di memoria (di solito flashRAM) che usano per immagazzinare i brani.

Si collegano al PC tramite porta parallela. Dal PC si scaricano i brani MP3 sull'aggeggio e poi lo si può portare in giro. Non avendo motorini o altro da far girare, le batterie durano moltissimo.

Bellissimo. Unico difetto: il prezzo, ancora stratosferico (più di un lettore di MiniDisc), intorno al milione di lire. C'e' anche da dire che trasferire tanti brani dal PC all'aggeggio tramite parallela richiede parecchio tempo e può diventare una scocciatura.

La Diamond Multimedia (http://www.diamondmm.com/rio/) offre un lettore di questo tipo. C'e' anche MPMan, presso http://www.emmpeethree.co.uk/hardware/mpman, che offre un modello da 16 mega a 600.000 lire (64 mega costano il doppio).

Certo che anche in 64 mega non ci sta molto: un'oretta di musica in qualità CD, aumentabile sacrificando la qualità audio (riducendola a quella FM non ci si rimette molto e la durata aumenta parecchio). Attendiamo versioni con 600 mega di RAM. Al ritmo al quale stanno crollando i prezzi, non ci dovrebbe volere molto.

 

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1998/10/07

[IxT] Riconoscimento vocale: finalmente funziona (7 ottobre 1998)

Le notizie su Internet sono tante ogni giorno e faccio del mio meglio per darvi quelle davvero utili. Il mio concetto e' "se una novità non ti cambia la vita, non vale la pena di scaldarsi troppo".

E' per questo che faccio un'eccezione e parlo di un programma che non ha niente a che vedere con Internet. E' un programma che mi sta cambiando la vita (lavorativa e non solo) e penso lo possa fare anche per voi.

Sto parlando, come avrete inevitabilmente dedotto dal titolo, del software per riconoscimento voce. Come me, molti di voi si saranno scottati comperando le prime, farraginose versioni di questi programmi e avranno deciso "mai più".

E' venuto il momento di ricredersi. Ho acquistato ViaVoice 98, dell'IBM (ma giuro che non è un programma nel solito, tossicissimo "stile IBM" cui ci avevano abituati bufale come il mitico EasyWriter), versione per il riconoscimento voce in inglese (esiste anche la versione italiana a circa 120.000 lire, cuffia e microfono compresi).

E funziona. Accidenti, come funziona. E' un po' noiosa la fase di addestramento per consentirgli di adattarsi al modo tutto personale che ognuno di noi ha di pronunciare le parole, ma una volta superata questa fase inizia il divertimento.

ViaVoice riconosce il parlato continuo. Basta parlare in modo chiaro, senza pause fra le parole. Anzi, più veloce andate, stranamente, e meglio e'. Se dovete battere un testo, vi basta leggerlo alla velocità alla quale leggete normalmente.

Errori? Pochi, e in rapida diminuzione. Al di là della qualità del riconoscimento audio, quello che rende validi questi programmi è l'"intelligenza" nel capire il contesto per risolvere le ambiguità, che è poi quello che facciamo noi per distinguere fra "l'ontano" e "lontano".

Cosa ancora più carina, ViaVoice impara dai suoi errori. Ad esempio, i testi che mi capita di tradurre sono pieni di numeri ("inserire la vite 8 nel foro 10..."). Dapprima ViaVoice li scriveva come parole.

Poi gli ho detto di correggersi. Ho indicato quattro o cinque volte, durante la rilettura (comunque necessaria), di sostituire "quattro" con "4". Da quel momento in poi ha "capito" che tutti i numeri che dico vanno scritti come cifre. Splendido.

Produttività? Beh, io batto a macchina a circa 60-70 parole al minuto, secondo i programmi di conteggio che uso. Fra pause per pensare, girare le pagine, riprendere il segno, sgranchirmi le dita e quant'altro, mi ci vuole un paio d'ore per tradurre in bozza una ventina di pagine.

Con ViaVoice ci metto un'ora e dieci. Cinquanta minuti netti risparmiati (e soprattutto niente indolenzimento alle dita!), un paio di volte al giorno, cambiano la vita lavorativa e migliorano quella privata (più tempo per me e per la mia famiglia e per la mia mailing list...).

Con l'arrivo di Internet è tornato di moda scrivere. Siamo diventati tutti scribacchini a furia di rispondere agli e-mail e scrivere nei newsgroup. Solo che scrivere porta via tempo e, per chi non ha dimestichezza con la tastiera, stanca molto e fa perdere il filo dei pensieri.

Rispondere a tutta la posta, ad esempio, porta via tempo e fatica in dosi industriali. Dettare le risposte invece di scriverle è un immenso passo avanti: con ViaVoice è possibile sul serio.

Intendiamoci: io ho scelto ViaVoice perché era il programma più adatto alle mie esigenze (dettare enormi quantità di testo, vocabolario enormemente espandibile).

Però non consente di comandare il computer a voce (scrive solo in Word 97) e ha esigenze notevoli: almeno un Pentium 200 con 64 MB di RAM. Questo non vuol dire che sia l'unico programma valido del suo genere: Dragon Dictate, ad esempio, pare sia un ottimo contendente. Ma io ho provato ViaVoice e lo posso consigliare caldamente: gli altri non li conosco.

 

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1998/10/06

[IxT] Rialzi tariffari Telecom? Certamente (6 ottobre 1998)

I giornali facciano pure le polemiche che vogliono, come al solito; i movimenti di consumatori si perdano pure in crociate insensate per l'abolizione del canone Telecom, efficaci quanto quella contro la TUT; tanto alla fine la Telecom avrà gli aumenti che vuole. Chiederà cento per ottenere cinquanta, che è in realtà quello che voleva ottenere in partenza.

Questa, amici, è la triste sostanza di come andranno le cose nei prossimi mesi. Le telefonate urbane aumenteranno e con loro il canone mensile. Collegarsi a Internet costerà quindi di più.

Le chiamate interurbane scenderanno di costo e chi si collega a Internet in interurbana ne sarà lieto. Ma gli altri (la maggioranza) che si collegano in rete urbana avranno penalizzazioni significative.

Inutile per ora perdersi nei dettagli e nelle ipotesi: non appena saranno pubblicate le nuove tariffe Telecom aggiornerò la mia pagina Web dedicata ai costi di accesso a Internet in Italia.

Una sola cosa è certa: conviene navigare adesso, finché costa poco; prelevate ora quei megabyte di programmi e giochini che rimandate sempre a domani!

 

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[IxT] Non solo Ericsson (6 ottobre 1998)

Negli articoli scorsi ho raccontato delle mie personali esperienze con Internet via cellulare usando un telefonino Ericsson.

Giusto per non dare l'impressione che solo Ericsson fa telefonini adatti per Internet, devo segnalare che anche Nokia produce telefonini che rispecchiano i miei consigli pratici su come dovrebbe essere un cellulare per trasmissione dati (cioe', fondamentalmente, essere collegabile al PC tramite una normale porta seriale).

Allora perché uso Ericsson? Perché quando ho fatto l'abbonamento alla rete cellulare, in Inghilterra, mi davano soltanto il telefonino Ericsson. Altrimenti avrei senz'altro considerato i modelli Nokia. Tutto qui.

 

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[IxT] Carte prepagate anche per Internet? (6 ottobre 1998)

Come per i telefonini, anche per gli abbonamenti arrivano le soluzioni prepagate. Secondo il Sole 24 Ore del 2/10/98, TIN sta per distribuire una sorta di carta Internet ricaricabile, al prezzo di 99.000 lire, che include 50 ore di accesso alla Rete. Le ricariche, disponibili a blocchi di 50 ore, costeranno 80.000 lire l'una.

Conviene? Tutto dipende da una sola cosa: da quanto usate Internet. ad esempio, un utente molto occasionale (o un turista che viene in Italia) può trovarla più conveniente di un abbonamento normale (240.000 lire all'anno o più). Ma 80.000 lire per 50 ore significano 1.600 lire l'ora, cui si sommano, se ho ben capito, i normali costi telefonici. Occhio a fare bene i conti.

Certo che se fosse incluso il costo telefonico perché si accede tramite numero verde, beh... gli utenti situati nelle zone in cui si arriva a Internet solo tramite chiamata interurbana farebbero i salti di gioia. Ma non ci contate.

Così come non vi conviene contare sulla possibilità dell'anonimato.

Solo perché non avete un abbonamento e un account fissi non significa che non sia possibile rintracciarvi. Quindi non fate cose riprovevoli pensando di essere protetti dall'anonimato! Infatti TIN chiederà sicuramente i vostri dati personali e quindi saprà come pescarvi se non fate i bravi.

E di questi tempi è facile finire nei guai, con tutta questa faccenda della pedofilia. La pedofilia non è un problema da sottovalutare, per l'amor del cielo: ma i "media" l'hanno sfruttata per creare nella gente l'associazione "Internet uguale pedofili". Se pubblico le foto delle mie bimbe, Linda e Lisa, nel mio sito Web, istigo alla pedofilia? Secondo molta gente sì. Povera Italia.

 

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1998/10/05

[IxT] Aggiornamento sui DVD (5 ottobre 1998)

In un articolo del primo semestre di quest'anno ho accennato ai problemi che affliggono i DVD, cioe' i nuovi dischetti, simili a CD, che consentono di contenere un intero film e che soppianteranno le videocassette preregistrate.

Il problema primario, come dicevo, è che i DVD hanno una protezione regionale. Grazie ad appositi chip, un disco DVD comperato in un paese può essere suonato soltanto con lettori DVD dello stesso paese. Sto semplificando, perché in realtà i codici di zona comprendono vari paesi, ma il concetto è fondamentalmente lo stesso.

Sembrebbe dunque che non sarà possibile fare con i DVD quello che facciamo con i normali CD musicali, cioe' comperarli dove ci pare (ad esempio negli USA, dove costano molto meno) e comperare dischi locali quando andiamo in vacanza. Sembrerebbe.

Nel mio articolo auspicavo che si trovasse una soluzione software a questa stupida imposizione (dettata, pare, da "esigenze di protezione antipirateria". Ma fatemi il piacere). Infatti è arrivata, ed è arrivata (ecco il nesso) via Internet.

Non sono chiaroveggente; semplicemente conosco come funziona il mondo di Internet e so per esperienza che ogni volta che qualche cervellotico dirigente del marketing impone una protezione stupida su un prodotto che interessa a tanti avere, la comunità di Internet trova la maniera di scavalcare quella protezione. La resistenza è inutile, come dicono i Borg.

E così ecco il rimedio: i lettori di DVD per computer, come sospettavo, sono effettivamente "zone-free", cioe' esenti dal controllo di zona, o sono riprogrammabili con appositi software offerti in Rete in modo da disattivare il controllo di zona. In altre parole, un lettore di DVD per computer suonerà qualsiasi DVD di qualsiasi regione del mondo. Chiedete ragguagli al rivenditore prima di comperare, comunque!

Meglio ancora: esistono anche i lettori di DVD separati dai computer, cioe' da integrare nell'impianto audio/TV di casa, privi del controllo di zona. Costano una cifra (quasi due milioni, contro le 3-400.000 di un lettore per PC), ma esistono. Il trucco è comperarli in un paese che, secondo gli accordi internazionali, è esentato dal controllo di zona sui DVD. La Svezia, ad esempio, gode di questa esenzione.

Naturalmente in teoria i lettori di DVD "sprotetti" sono da vendere soltanto ai residenti, ma sappiamo tutti come aggirare questo inconveniente del tutto secondario...

 

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1998/09/28

[IxT] Storia di Internet: il primo messaggio trasmesso (20 settembre 1998)

La TV inglese sta trasmettendo un'affascinante serie TV dedicata a Internet; una sorta di "Internet per Tutti" televisivo. Il conduttore è bravo, conciso e simpatico ed è persino più bello di me.

Cosa più importante, il programma è colmo di interviste a gente come Vinton Cerf e tutti gli altri padri di Internet. Sentire la genesi della Rete raccontata dalla viva voce dei creatori è un'esperienza illuminante per qualsiasi internettista.

Purtroppo la serie TV è ricevibile solo in Inghilterra (non è ritrasmessa via satellite) e quindi vi lascio a bocca asciutta.

Ma se avete colà amici o parenti, fatevela registrare: merita.

Vi propongo un paio di aneddoti raccontati dal programma.

Vi siete mai chiesti qual è stato il primissimo messaggio trasmesso via Internet?

La risposta è breve: una L.

Siamo nel 1969, Internet si chiama ancora Arpanet. Sono i tempi dei primi esperimenti di packet switching (la commutazione di pacchetti che è la caratteristica che distingue Internet dalle reti precedenti).

Due ingegneri sono seduti davanti ai rispettivi minicomputer (i PC non esistono ancora), collegati via Arpanet e situati in luoghi diversi degli Stati Uniti. Per tenere sotto controllo l'esperimento, oltre alla linea di trasmissione dati c'e' anche una linea telefonica convenzionale e i due si possono quindi parlare via telefono, con cuffia e microfono.

L'intenzione è digitare e trasmettere la parola "login".

"Hai ricevuto la L?" chiede il primo.

"Sì" gli risponde l'altro.

"Hai ricevuto la O?"

"Sì".

"Hai ricevuto la G?" Crash! A quel punto la rete collassa e non c'e' verso di farla ripartire per altre due ore, passate le quali riusciranno a digitare correttamente la parola "login".

Questi sono i modestissimi inizi della Rete.

La prima trasmissione di dati ad utilizzare la commutazione di pacchetti è avvenuta, per la precisione, il primo settembre 1969 (Labor Day USA). Questa, quindi, è la data di nascita di Internet. 

Altro aneddoto tratto dal medesimo programma: la nascita della chiocciolina (il simbolo @) come elemento degli indirizzi di e-mail.

La chiocciolina esisteva ben prima di Internet, ma era dimenticata in un angolo della tastiera. Nel mondo reale, la chiocciolina è un simbolo commerciale che in inglese indica "al prezzo di". Ma al di fuori di questo, prima di Internet non la usava nessuno.

La genesi della chiocciolina risale al 1972. Sono in corso i primi esperimenti di invio di messaggi via Internet (fra l'altro l'e-mail non era prevista come funzione primaria della Rete; non ci aveva pensato nessuno dei fondatori, perché la Rete era nata per collegare fra loro i computer, non le persone. L'e-mail è stata introdotta quasi per sbaglio, nei ritagli di tempo).

Bisogna scegliere un carattere che, nell'indirizzo di un utente, separi il nome dell'utente dal nome del computer presso il quale risiede. Ray Tomlinson, della Bolt, Beranek e Newman, seduto davanti alla sua telescrivente, nota la chiocciolina (che su quel modello è sopra il 2). La chiocciolina in inglese si chiama "At", che significa "presso", e a Ray viene spontaneo pensare che sarebbe carino se gli indirizzi di e-mail fossero del tipo "utente presso computer", che in inglese è appunto "user AT computer".

Ed è per questo che gli indirizzi di e-mail usano la chiocciolina.

 

Questo articolo è una ripubblicazione della newsletter Internet per tutti che gestivo via mail all’epoca. L’orario di questa ripubblicazione non corrisponde necessariamente a quello di invio della newsletter originale. Molti link saranno probabilmente obsoleti.

1998/09/27

[IxT] Il caso Marta Russo in Internet (27/9/98)

Manco a farlo apposta, nel mio precedente articolo per questa ML chiedevo quando Internet sarebbe stata usata anche in Italia per rendere pubblici gli atti giudiziari.

Beh, un primo passo c'e' stato. L'interrogatorio della Alletto, che ha suscitato tante (giustissime) polemiche sul modo di fare molto disinvolto dei magistrati italiani, è disponibile online in video presso il sito di Radio Radicale

(http://www.radioradicale.it/martarusso/spot-alletto.html).

 

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1998/09/19

[IxT] Accessori per Internettari mobili (19 settembre 1998)

Come ben sapete, passo molta della mia vita a collegarmi a Internet dai posti più impensati, spesso durante viaggi di lavoro in mezza Europa.

So di non essere il solo a doversi districare con i diversi sistemi telefonici, le prese elettriche incompatibili e le spine telefoniche impossibili di ciascun paese europeo, e quindi magari la mia esperienza può essere utile a qualcuno che come me deve fare il "road warrior", come si dice in America.

Primo: dotarsi di un cellulare GSM predisposto per la trasmissione dati. Questo risolve drasticamente i problemi di spine e prese telefoniche. Spesso, inoltre, costa meno chiamare via GSM che chiamare dagli alberghi. Certo, navigare a 9600 bps non è entusiasmante, ma funziona e per la posta (senza allegati) basta e avanza.

Sconsiglio i cellulari dotati di scheda PCMCIA / PC Card separata per la trasmissione dati. A parte il costo supplementare della scheda, c'e' il problema di farla funzionare su PC fissi (un incubo) e ci vuole un portatile con alloggiamento per PC Card. E' vero che ormai ce l'hanno quasi tutti i PC portatili, ma farlo funzionare, soprattutto sotto DOS, è tuttora un'impresa.

Molto meglio una soluzione con le funzioni di trasmissione dati integrate nel telefonino. Nel mio caso, come raccontavo di recente, c'e' un cavetto seriale che si attacca a una qualsiasi porta COM del computer (fisso o portatile non fa differenza) e collega il telefonino direttamente al PC. Il mio Ericsson GS18 (introvabile in Italia, secondo quello che mi scrivete) funziona così, ma non è l'unico.

Certo che anche così c'e' la scocciatura del cavo seriale da portarsi appresso. Se volete ridurre il bagaglio, c'e' una bella soluzione: un cellulare con connessione a infrarossi. Se il vostro portatile ha una porta a infrarossi, potete collegare il telefonino al PC semplicemente appoggiandolo accanto al computer in modo che le due porte a infrarossi si possano "vedere" a vicenda. Niente cavi, certo, ma funziona?

Il mio portatile Texas/Acer ha una porta a infrarossi, ma non sono mai riuscito a farla funzionare. Windows 95/98 manco la vede.

Sotto DOS non ne parliamo nemmeno (ma chi mai usa ancora il DOS, direte voi? Semplice: i non vedenti, come quelli che partecipano a questa mailing list e che mi stanno raccontando le loro ricchissime esperienze telematiche).

Quindi prima di pensare a soluzioni a infrarossi, controllate che la vostra porta a infrarossi funzioni davvero. Utente avvisato, mezzo salvato.

Ma se siete fra i fortunati ai quali la porta a infrarossi funziona, e avete già comperato un cellulare Ericsson, ho visto un gingillo che potrebbe esservi utile. Non voglio fare pubblicità soltanto alla Ericsson, ma devo dire che questi signori ci sanno fare.

Considerate ad esempio il DI27. E' un micromodem a infrarossi. Talmente piccolo che si appende sotto il telefonino, dove si infila normalmente l'alimentatore. Niente cavi, naturalmente.

E' compatibile con tutti i modelli Ericsson serie 600/700 e fra l'altro, essendo a infrarossi, si collega anche a organizer e palmtop di ogni sorta; basta che supportino il protocollo IrDA.

Secondo: avere _sempre_ energia a disposizione. Non credete a quello che vi dicono i fabbricanti: le batterie di PC portatili e di telefonini durano invariabilmente meno di quanto promesso.

Cosa anche peggiore, le batterie supplementari costano cifre indecenti, specialmente per i portatili.

La mia soluzione? Un elevatore di tensione e una batteria d'automobile.

Mi spiego. Sono in vendita degli elevatori di tensione che convertono i 14-12 volt della batteria dell'automobile in 220 V in corrente alternata. Si posso attaccare ad esempio alla presa dell'accendisigari dell'auto ed erogano 220 volt. E' come avere una presa di corrente da casa in auto. C'e' un limite di circa 150 watt, ma è ampiamente sufficiente per alimentare un computer (anche un televisore e un videoregistratore, se volete il cinema a bordo...) usando il normale alimentatore di rete del PC.

Questo ha due vantaggi: l'autonomia del portatile è limitata soltanto dalla batteria dell'auto, che ha una capacità notevolissima e si ricarica intanto che guidate; inoltre il portatile può ricaricare la _propria_ batteria durante il viaggio, così quando arrivate avete la massima autonomia.

Se volete il top, comunque, procuratevi una batteria d'automobile a parte (ci sono degli ottimi modelli senza manutenzione e senza acidi o liquidi da rabboccare, e con una bella maniglia per il trasporto) e un caricabatterie per auto. Prima di andare a lavorare col PC in posti ameni ma privi di corrente, caricate la batteria d'automobile e portatela con voi insieme all'elevatore di tensione.

Lavorerete tutta una giornata senza problemi di ricarica e soprattutto spenderete meno che comperare uno stock di batterie per PC portatili.

Senza contare che potete ricaricare anche il telefonino con lo stesso sistema.

Indubbiamente le batterie d'auto pesano. E allora? finiamola una buona volta con questo mito degli internettari pallidi, gracili ed emaciati perché non fanno mai sforzi fisici! Portate una batteria d'auto sottobraccio e vedrete che gloriosi bicipiti...

Terzo: ricordare la nuova numerazione telefonica. Come la signora Dandini ci ha detto ossessivamente in tivù, da ottobre bisogna comporre il prefisso davanti ai numeri di telefono. Cosa meno nota, chi chiama l'Italia dall'estero deve lasciare lo zero del prefisso che prima si toglieva (se prima si chiamava lo 0039-2-123456 per raggiungere Milano, adesso si deve comporre 0039-02-123456).

Cosa ancor meno nota, tutto questo discorso non vale per i numeri dei cellulari. Se siete all'estero e volete chiamare un cellulare italiano, componete il numero esattamente come prima (ad esempio 0039-347-123456). Si continua a togliere lo zero iniziale del prefisso per i cellulari.

Non ho finito. Se viaggiate tanto, vi conviene memorizzare i numeri di telefono sul cellulare includendo il prefisso internazionale, cioe' nella forma +39-347-123456 per i cellulari o +39-02-123456 per i numeri di rete fissa. Così le memorie funzionano sia in Italia, sia all'estero.

La sorpresa finale è che il nuovo sistema di numerazione telefonica è già attivo adesso in Italia. In altre parole, se memorizzate sul telefonino i numeri includendo prefisso internazionale e prefisso locale con lo zero (per i numeri di rete fissa) o senza lo zero (per i numeri di cellulare), funziona già adesso.

Che confusione, vero? Riassumo:

-- se devo chiamare il numero 123456 di Milano, lo posso già memorizzare nel telefonino come +39-02-123456.

-- se devo chiamare un cellulare il cui numero è 0338-123456, lo posso già memorizzare nel telefonino come +39-338-123456.

I numeri memorizzati in questo modo funzionano sia in Italia, sia all'estero.

Cattiveria finale: secondo voci circolate in it.tlc.cellulari, le TIM Card con l'opzione che dà lo sconto sulle telefonate "locali" non riescono a riconoscere come "locali" i numeri memorizzati in questo modo e applicano tariffa piena invece di scontare.

Prendetela come notizia tutta da verificare e fate le vostre prove!

 

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